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CHI HA ELIMINATO IL SIG. MESTIERETI? UNA VARIANTE DEL POTLACH?

Oh voi maestri del seghetto, del cacciavite, della “cagna”, del vinavil, della pinza, della pialla, dello spelafili, del trapano, del martello (no, della falce è altra storia), oh voi della magnifica setta dei “faidateisti”, quanto vi invidio!

Basta UNA, dico una, mattonella crepata in un corridoio di passaggio, la rottura della cerniera di un’anta della dispensa o il cardine d’una porta, la rottura di un incastro a “coda di rondine”, il gocciolamento anomalo di un rubinetto o dello sciacquone, la rottura della fettuccia alza tapparelle, insomma, trafitto da un raggio di luce che non funziona, ed è subito sera, no è notte, anzi panico (mi perdoni Salvatore Quasimodo).

Per non parlare del “fondamentale” umidificatore da camera (garanzia scaduta…) che non funziona anche se hai usato l’acqua distillata per evitare le incrostazioni calcaree, innocue per i nostri reni ma dannosissime per gli elettrodomestici.

Perchè “fondamentale” l’umidificatore?

Perchè col passare degli anni diventa quasi impossibile dormire sul fianco, i polmoni si schiacciano e allora vai di supino, a bocca aperta, e ti svegli nella notte con una bocca “sahariana” cercando la bottiglia d’acqua a fianco del letto, cazzo l’hai dimenticata! e devi alzarti per bere e così facendo ti svegli e non ti riaddormenti più perchè con tutta la mole di peccati di vario genere accumulati se n’è andato il “sonno degli innocenti”, quello dei bambini.

Et dulcis in fundo… perchè il mio impiantino hi-fi “compatto” della Sony non legge più quei 3/4 cento CD che possiedo, senza contare quel centinaio di storiche compilations autoprodotte in una quindicina d’anni, non li legge più e li risputa fuori ogni volta schifato ?

Mentre tutto il resto: radio, “mangiacassette”!!, equalizzatore funziona?

Potrebbe essere che si è banalmente sporcata di polvere, o si è millimetricamente spostata la lente laser…

Ma CHI RIPARA una cosa del genere oggi!?

Quando con 120 Euro ne puoi comperare uno nuovo?

UN TEMPO (…) quasi ogni quartiere popolare aveva un Signor Mestiereti capace di fare (quasi) TUTTO, bene, spendendo il giusto e magari in sovrapprezzo un 3/4 etti di lasagnette fatte a mano ogni domenica da mia nonna, oppure “… Mestiereti, guarda che nela ostaria sul cantòn gh’è du botiglioni de vin sà pagadi…”.

Nostalgia canaglia dei “bei (maa quali!) tempi andati”?

Ma va là!

E’ che sono diventato un pelo insofferente dell’usa e getta (e ricompra!).

Perfino il Papa durante il Te Deum di quest’anno ha fatto questo inciso: “… siamo intrappolati dalla frenesia di mille corse e mille cose terrene e dalla frenesia del consumismo…”.

Va bon, e il POTLACH che c’entra?

Stavo leggendo un articolo sulla “economia del dono”, di cui il rito del Potlach ne era la base di partenza e dove venivano citati i primi antropologi culturali che se ne occuparono nel XX° Secolo: Franz Boas, Marcel Mauss e in parte Malinowski col rito della “Kula” (già qui trattato 8/9 anni fa).

Non li potevo dimenticare perchè su loro toppai durante un esame che, a causa di un voto sotto media, rischiava di farmi perdere la borsa di studio.

Non posso riassumere di cosa si tratta, su Wiki c’è una sintesi molto decorosa.

Ma il Potlach aveva una curiosa variante: i doni tra alcune etnie indiane del Nord America e Canada potevano venire DISTRUTTI (!) e buttati, non per offendere, ma per affermare la propria elevata gerarchia tribale.

Siamo, in qualche modo, tornati lì?

E chi lo può dire o negare con certezza?

Come me la sono cavata?

Con cinque, seicento Euro (e pare che mi sia andata bene!?!).

E con l’impiantino hi-fi?

Abbonamento a Spotify e un JBL, ma NON è la stessa cosa.

Addio Signor Mestiereti e, se non sei sopravvissuto, in qualche parte a me sconosciuta, “risorgerai”.

Come l’Araba Fenice?

Ma no, come una gran brava e utile persona.

E non è poco.

 

40 commenti - 3.364 visite Commenta

pension

Interessante la controversa teoria dell’economia del dono (ho letto wikipedia come suggerito).
Poi il nuovo tema da lei proposto con lo stile che ormai è una firma.
Ho perfino sorriso, rarità per i tempi che corrono.
Quelle cose sono accadute anche a me e ho fatto più o meno le stesse riflessioni, lei le ha scritte da par suo come fossero un tragico divertissement.
Il signor Mestiereti poi è un’invenzione geniale.
Saluti cordiali.

Rispondi
Gazza

Caro Pension benvenuto.
Guardi che “Mestiereti” NON è un’invenzione.
Ne esisteva uno nel quartiere San Zeneto/Porta Palio – il mio – e uno a San Zeno.
Anni ’50, per quanto mi riguarda.
Ricambio cordialità

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paperinik

Gazza, cosa sei andato a catarte per 5 cocuzze azz.. Beh credo roba buona. Potevi mandarmi avviso..cmq anche qua i mestiereti stanno sparendo…

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Gazza

Paper le cucuzze indicate son servite per le varie riparazioni!
Poi, invece di comprare un nuovo compatto hi-fi mi sono abbonato a Spotify.
Ma mi sa che mi regalo anche un compatto, arda ti!
Ciao

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REDAZIONE BLOG

OFF TOPIC

Il Direttore del Blog ci ha chiesto di onorare il compleanno di Fellini che scade oggi.
Conoscendo le sue passioni e debolezze (innocenti) abbiamo scelto alcune scene.
Crediamo non sia difficile intuire la parte anatomica femminile da lui preferita.
E il cervello delle donne?
FONDAMENTALE (per lui…).

https://www.google.com/search?q=roma+film+fellini&client=firefox-b-d&sxsrf=AOaemvJLSsD5LfnwLpjAR9c1A3eO0ASs8Q:1642702385034&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=2ahUKEwitwoah98D1AhVvQ_EDHcN4CIMQ_AUoAnoECAEQBA&biw=1920&bih=924&dpr=1#imgrc=29EG9X-oNTaWuM&imgdii=2mMbFnqjvr8EaM

https://www.youtube.com/watch?v=7RGKTEV-CYI

https://www.youtube.com/watch?v=WNNf6MiLz2E

https://www.youtube.com/watch?v=XWaWtsZXQYI

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Gazza

Potevate fare qualcosina di meglio.
Redazione… salite su quel cervello ‘azzo! (copyright Cap. De Falco).

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eco

Guardi Gazzini, la capisco benissimo e, usando per un momento la sua autoironia, potrei intitolare su me stesso “Le disavventure di uno che non sapeva piantare un chiodo nel muro”.
E sarei vicinissimo alla realtà.
La ringrazio comunque per avermi fatto scoprire che a fianco dell’economia di mercato è esistita anche un’economia del dono, concettualmente meno primitiva di ciò che si potrebbe pensare.
Tuttavia mi pongo e le pongo una domanda: se i beni materiali non avessero un loro tasso di usura nel corso del tempo, se fossero cioè “indistruttibili”, tipo un’automobile che facesse due milioni di kilometri con il classico “ho cambiato solo l’olio, le candele e i pneumatici”, quale sarebbe la ricaduta sul sistema economico in generale?

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Gazza

Caro Eco benvenuto.
Ho fatto un cenno di risposta a quanto da lei ben scritto nella risposta a Bardamu.
Vedremo se si potrà approfondire.

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Amigo

Gran narratore come sempre ma….
Se la tua fosse solo pigrizia?
Parola di uno della setta fai da te.
Ciao vecio birbante.

Rispondi
Amigo

Lo so che sei un felliniano de soca e le birbonate dei film del Maestro le hai fatte quasi tutte (parola di “invidioso” testimone oculare di molte), ma potresti fare un elenco dei suoi film migliori a tua discrezione.
Sono fuori tema ma qui non si scandalizza nessuno, almeno credo….

Rispondi
Gazza

Faccio prima a dirti quelli che mi sono piaciuti poco o molto poco: “Giulietta degli Spiriti”, “Fellini Satyricon” e “La Voce della Luna”.
La prossima volta che ti incontro ti spiegherò che “ocularmente” hai visto poco o… DEFORMATO.
Ciao “disgrazia”!

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schetch

Curiosa la pratica Polach. Sarebbe bello vedere quantità di iphone da €1.500,00 buttati per un rito tale da far prevalere il proprio di prestigio.

Hai fatto un bel giro pindarico, caro Gazza, ma arrivato a segno. Quei “mestiereti” di cui parli, e che sono persi almeno al 95%, sono figli di una globalizzazione che non accenna ad arretrare di un mm; da oltre vent’anni a questa parte. E non vedo sbocchi. Sono spariti i lavori e i negozietti e siamo spariti anche noi insieme, però sono arrivati i soccorsi dall’est. Ci siamo abituati? Può essere, le discariche sono piene.

Se ti può consolare con gli sterei io sono ancora più indietro di te: valvole, girapadelle, cassette e bobine, casse… da morto, però sai che una volta ascoltavamo molto bene? Sai che solo le casse dei vecchi televisori anni 80/90 erano fatte “in una certa maniera”? Il resto del digitale dal cd in su non manca, per il sottofondo…

Rispondi
Gazza

Quando guardo un film di socio-fantascienza, sto sempre molto attento ai particolari delle scenografie che “immaginano/propongono” un ipotetico futuro.
Faccio fatica ad individuare i “NEGOZI O I NEGOZIETTI”, tuttavia, vista la memoria leggermente “usurata”, mi ripropongo di riguardarli con più attenzione e chissà se ne uscirà un altro tema da discutere.
Ciao

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Gazza

Schetch ho capito benissimo!
Mi hai ricordato i negozietti che sono spariti e voglio vedere se i più bravi registi della socio-fantascienza metropolitana li ripropongono.
Nel primo “Blade Runner”, ad esempio, mi pare di sì.

bardamu

Acuta e giusta l’osservazione di eco sui beni materiali ( qualcuno li definirebbe “di consumo” ), però vi sono delle indubbie esagerazioni. Esempio: chi scrive è un inetto totale per quanto riguarda la manualità ma riusciva a sostituire la lampadina dei fari della sua prima automobile ( Fiat 500 usata ). Ora, nella sua superaccessoriata SW, per sostituire una lampadina del costo di poche decine di euro è necessaria un’ora di lavoro in officina specializzata.
L’ultimo eroico elettrauto che, a prezzo di mille contorsioni, e grazie solo al suo fisico particolarmente minuto, era riuscito nell’intento senza dover smontare vari pezzi ha chiuso bottega, come quasi tutti i suoi colleghi, da più di 10 anni.
E mi piace ricordarlo perché era un tifoso del Verona, anche se militante in un gruppo non certo a me molto vicino ( Rude Boys ).
Anche questi signori facevano parte del sistema economico. Così come quelli che riparavano alcuni strumenti che oggi hanno un costo molto inferiore e che conviene sostituire in toto piuttosto che riparare.
L’economia sta virando, in tutti i campi, verso le grandi organizzazioni, e stanno scomparendo i piccolissimi, ma anche i piccoli e i medi.
Certe volte mi chiedo se sia proprio un processo inarrestabile o se non ci sia anche un concorso di colpa da parte dei “piccoli”, che dovrebbero dare più valore con l’impegno e la fantasia alla loro specificità.

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Gazza

Caro Bardamu, sicuramente la tecnologia sempre più spinta e applicata ai mezzi di dotazione comune ha complicato molto, talora reso impossibile, l’intervento autonomo del consumatore.
Il testo del Topic conteneva (e contiene), un po’ preso “alla lunga”, come ha giustamente osservato Schetch, il tentativo di aprire un modesto ragionameto su “consumismo,economia e i limiti necessari o possibili”.
Vediamo più avanti se qualcosa salta fuori.

Rispondi
Gazza

Mi scuso per il ritardo e portate pazienza, ma stasera ho una partita (da vedere) e, toh la fatalità!, il computer bizzoso (cancella o non pubblica alcune risposte).
Mio fratello, “l’informatico”, mi ha detto che si tratta di una “monada” e mi ha dato le istruzioni per sistemarlo.
Per educazione gli ho detto “sì, sì, grazie” ma non ci ho capito un’acca.
Siccome ha vent’anni meno di me e DEVE portarmi rispetto, lo obbligherò a connettersi in remoto con team-viewer e riparare la “monada”.
A domani.

Rispondi
Io e loro

Onestamente io un chiodo nel muro lo so piantare, so anche avvitare con il cacciavite, poi vediamo cosa altro so fare per i piccoli interventi senza dover chiamare quelli che, SE e QUANDO vengono, sparano cifre, generalmente in nero, pari a quelli dei primari per le visite “in libera professione”, materiali, di cui non conosci i segreti listini, esclusi.
Niente, non so fare più niente, ho perso anche la capacità manuale degli avi del neolitico.
Deprimente caro Gazza, deprimente.

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Gazza

Benvenuto Io e Loro.
Questo è l’unico caso in cui le difficoltà di un’altra persona che le ha come le mie mi “consola”.
Il mal comune NON può mai essere un mezzo gaudio, sono DUE mali.
Tranne appunto in ‘sto caso 🙂

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Gatón

L’ultima cosa che ho riparato è il telecomando TV.
Sostituirlo costa circa 40 Euro, ma su un apparecchio un po’ datato, non più di tanto, il gioco non vale la candela.
Un certo numero dei tasti non rispondeva, per cui ero costretto a comporre il numero superiore più vicino e poi tornare indietro con il -1, il +1 faceva parte di quelli danneggiati.
Ho provato con pezzetti di foglio di alluminio per cucina, ma invariabilmente si staccavano dopo qualche giorno.
Ho cercato in internet ed ho trovato una vernice conduttiva, ma il venditore si appoggiava ad Amazon, per cui non ho preso in considerazione la cosa.
Un altro venditore proponeva dei dischetti di materiale conduttivo, prezzo 2,53 Euro… Ho fatto l’ordine , anche se apparentemente il fornitore era cinese, per cui mi aspettavo almeno un paio di mesi di attesa.
Quindici giorni dopo arriva una busta, dal Belgio, conteneva una decina di dischetti.
Apro il telecomando, pulisco tutto con alcool, provo a stabilire il contatto usando uno dei dischetti…funziona su entrambi i lati.
Forbici per ritagliare i pezzetti della dimensione adeguata, pinzetta e cianoacrilato, aplicato usando uno stuzzicadenti per non rischiare disastrose inondazioni di adesivo, funziona come nuovo.
Un mattone in più sull’edificio della mia autostima.
Buona domenica a tutti.

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Fai da me

Gazzini, spero, mi scuserà per un quasi fuori tema.
Letto sul Corriere, tema in classe alle elementari: “Cosa vorresti fare (ecco il fai date) da grande?”.
Svolgimento:
“IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA,,,,,,”
Il giovanissimo Silvio Berlusconi cominciò con un piccolo, ma piccolo, sogno.
Scusate, mi si è bruciata la lampadina e devo chiamare un elettricista, anche se di domenica sarà un po’difficile, più che fare il Presidente della Repubblica.
Tenero Silvio nostro.

Rispondi
Gazza

Beh, insomma, era un ragazzino suvvia, ma come gli capiterà spesso in seguito, non aveva un gran senso della realtà o dei suoi limiti, sicuramente non quando manifestò quel suo “progetto” infantile.
Però c’è stato un giochino (?!?) sul suo nome che è andato avanti per un paio di settimane.
Progetto o ennesimo escamotage per un “do (un passo indrè) ut (qualcuno) des?”.
Diciamo che oggi è più probabile che si avveri il desiderio di un bambino che voglia andare nello spazio.
Certo i più delusi dal suo ritiro sono quelli (attori e vignettisti) che vivono di satira.
Di questo sono sicuro.

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zz

Post del Gazza davvero traboccante di spunti, idee e piacevoli aneddoti.
Personalmente ho sempre avuto un’ammirazione smisurata per i “mestieranti del fai-da-te”, club al quale mi ascrivo con molta umiltà, pur autoclassificandomi “appena sufficiente”.
Il modello a cui mi ispiro idealmente?
Questo:
“Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un’invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente.  
La specializzazione va bene per gli insetti.”     

da “Lazarus Long, l’immortale” di R. A. Heinlein

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Gazza

Beh, inZomma, dall’undicesimo al diciasettesimo, in un passato ormai dimenticato, ho saputo pasticciare.
Poi il classico “analfabetismo funzionale” è stato ineluttabile.
Il punto 19, citato da te, è SEMPRE stato fuori portata.
Quindi una quindicina d’anni fa ho assunto un cuoco: Mr. Microwaves…
Sono al limite della dignità, me ne rendo conto.

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lettore

Per cominciare complimenti per la solita capacità di creare un quadretto narrativo che sembra il trailer di un film esistenziale, probabilmente si vede la mano del cinefilo Gazza.
Quando ho letto “Potlach” nel titolo ho spalancato gli occhi.
Conoscevo il rito, probabilmente per comuni letture, ma mi sembrava assurdo trattarlo il un topic.
Poi ho capito che era una classica scatola cinese o matrioska che Gazzini semina nei suoi topic.
Si potrebbe parlare sì del consumismo ma anche dell’industria del riciclo o del recupero (per i metalli o apparecchi tecnologici) che praticamente non esiste, e molto altro ancora che non viene esplicitato direttamente nel testo.
Concludo anch’io con una menzione, Gazzini permettendo, l’interpretazione fatta dal lettore Schetch su un Potlach attualizzato fatto con gli iPhone è tranciante!
Saluti.

Rispondi
Gazza

Lettore…, ma quale?
Comunque credo che tu non sia un novizio.
Viste le precarie condizioni mentali del titolare del Blog, il mercato delle “thinking heads” è sempre aperto e Schetch ha fatto il suo brillante esordio come zappatore (vedi Frank Zappa) e poi ha continuato.
That’s good!

>> https://www.youtube.com/watch?v=qKFn66dzdz0
>> https://www.youtube.com/watch?v=9eljCyqN3D8
Gadji beri bimba clandridi
Lauli lonni cadori gadjam
A bim beri glassala glandride
E glassala tuffu i zimbra…

Quando si dice “fai da te…”

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schetch

Ciao lettore.
Io non lo conoscevo il Potlach però Gazza ha incuriosito non poco la mia ignoranza con questa singolare pratica.
E poi sì, di ricicli dei metalli o che so di parti meccaniche di tutti i tipi, in effetti non se ne vedono o almeno io non ne conosco, a meno che…invece di buttare una pompa sommersa – p.e.- o una parte di un motore che aziona un meccanismo, sempre per esempio, di un cancello automatico, non compaia quello che “con un cacciavite in mano fa miracoli”. Ma non c’è più, ma qualche annetto fa sì; oggi si sostituisce col nuovo e punto. Sebbene qualcuno si possa impegnare nel “fai da te” certi lavori (personalmente sono “infarinato” da questi aggeggi) sono impossibili da riparare. E allora mi pongo alcuni quesiti: perchè ciò oggi è difficile da farsi mentre, credo, si potrebbe nel limite del possibile, evitare di buttare ? Perchè si tolgono letteralmente i pezzi di ricambio dal mercato? Perchè nonostante oggi si stia cercando di sensibilizzare le persone, andiamo al supermercato e troviamo moltissimi alimenti dentro contenitori di plastica che ci riempiono le case di rifiuti? Io un’idea l’ho abbozzata e non vuol dire che vorrei tornare al medioevo.

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Simone

Grazie Gazzini, si onora dal giorno dopo e ogni volta che la mente si perde dove si perse il senso della umanità.
Nessuno avrebbe potuto scegliere un nick name come quello tranne lei.

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Cesare Settore Superiore

Buongiorno Nino.
Qualche pseudo-mestiereti in realta’ esiste ancora, uno di loro ti sta scrivendo proprio adesso.
Zero totale in quanto all’elettronica e pochissime nozioni di elettricita’ applicata.
Ma sui problemi dei comuni guasti di casa, e poi meccanica, idraulica, falegnameria, metallurgia (spade e cortei, finche’ ghe ne’ ciapei…), penso di cavarmela in maniera egregia. Ma allora perche’ pseudo-mestiereti?
Perche’ come tu ben sai io faccio questi lavoretti per puro divertimento, per piacere e solo per amici e parenti. Non lavoro a cottimo, non lavoro per soldi, e neanche per gli sconosciuti. Chi fa parte del mio giro di amicizie sa che in caso di bisogno puo’ venire nel mio bunker in un qualunque momento. Mi trovera’ sempre indaffarato a fare qualcosa, mi spieghera’ il problema e per quanto possibile glielo risolvero’ all’istante.
Nel frattempo ci si beve una bottiglia insieme, con qualcosa di buono da accompagnarla, si fanno 4 ciacole in amicizia e poi tutti felici e contenti.
Dopo un po’ il guasto e’ sistemato, ma e’ vietato metter mano al portafoglio. Nel bunker vige la legge del baratto. Saldature, smontaggi, pulizie, revisioni, ripristino, sistemazioni e nuovi progetti strampalati si saldano solo in natura. Panini, salami, bottiglie, sottaceti, torte, graspe o altre delicatessen purche’ fatte in casa.
Ricordatelo per la prossima volta.
Piccola nota a margine del tuo post.
Anni addietro andai un paio di volte per lavoro sulle Montagne Rocciose, nella zona di confine tra Canada e Alaska, e vi rimasi per qualche settimana. Nella cultura Atabaska il potlach e’ una festa in cui gli abitanti del villaggio si ritrovano per la commemorazione di un defunto.
Tutti gli amici e parenti si riunivano a casa dello scomparso portando doni, cibo, vivande in genere da condividere tutti insieme ricordando il defunto con preghiere e aneddoti sulla vita.
Posso quindi concludere che nel mio bunker si svolge una sorta di potlach Atabaska ogni volta che qualcuno mi porta un oggetto defunto o morente. A volte riesco a resuscitarlo o a farlo rivivere, altre no.
Ma resta comunque un cerimoniale festoso.
Alla prossima!

Rispondi
Gazza

Quando ho scritto il Topic avevo in mente due persone reali.
Una era quella della mia infanzia, l’altra eri proprio tu.

Il Potlach, che venne anche proibito come cerimonia, ma i celebranti se ne fregarono altamente, era/è una cerimonia più complessa (Prof. Carlo Tullio Altan dixit) di quanto la benemerita Wiki abbia – bravamente – descritto.
Non so quale nesso vi possa essere, certamente nessuno in forma diretta, ma esiste anche un’altra situazione rituale nella quale rompere oggetti è un assoluto gesto di omaggio.
Io ne sono stato fortunato testimone in una situazione rara ed irripetibile.
Era il 1970 o giù di lì.
Con la mia indimenticabile moglie d’allora (r.i.p.) avevamo girato la Grecia come i “guìndoli” in una scomoda, ma indistruttibile, R4.
Avevamo tempo e 2lire2 in scarsella e volevamo fare un po’ di riposo al mare, ma dove?
Eravamo al mercato del Pireo a studiare la cartina geografica e, come si vede in qualche film, chiusi gli occhi, feci calare l’indice in un luogo a caso decidendo che saremo andati nella costa più vicina.
Un giovane seduto vicino a noi fu interpellato per avere qualche orientamento.
Era un marinaio appena sbarcato che con molta educazione ci sconsigliò quella meta perchè non avremmo trovato una ricezione organizzata, vi ricordo che era il 1970.
Tralascio gli eventi romanzeschi accaduti in 24 ore, fatto sta che Teo, così si chiamava quel marinaio greco ci offrì la possibilità di condurci al suo paese natale: Ermioni, non più di 2000/2500 anime come potei constatare una volta arrivato.
Alloggiamento in una casa privata dove pagavamo meno di 10 Euro odierni al giorno.
Paesino con un piccolo golfo dall’acqua pulitissima, almeno visivamente.
Il primo giorno al mare?
Eravamo in DUE, io e mia moglie.
Tralascio molto del resto fino a quando, dopo essere stati “scrutati” per benino – lo si percepiva – arrivò Teo con un’offerta che, lo capii molto tempo dopo, era un “unicum”: l’invito a partecipare ad una serata che intuitivamente era una festa che precedeva il matrimonio tra una giovane e un giovane del paese.
Mai, e confermo mai, prima di allora degli “stranieri” avevano partecipato ad un evento così riservato per la tradizione di Ermioni.
Sì, ci eravamo comportati benissimo: in riva al mare mia moglie indossava sempre un “pareo” per nascondere un seno generoso e un’evidente avvenenza, mentre io avevo contollato i miei noti eccessi di esuberanza quando frequentavo l’unico bar del paese che, eccezionalmente, ci preparava pure la cena.
La sera dell’evento niente automobili, tutti a piedi per quasi due kilometri alla luce… della luna!
Si saliva verso quella che di giorno appariva una rocca sopra il paese.
Ad un certo punto vediamo la gente “sparire” nel nulla fino al nostro turno quando Teo ci invita ad entrare in una grotta di roccia che si snodava per una dozzina di metri per aprirsi in una luminosa terrazza sul mare con tanto di pista rotonda e rialzata al centro, tutta circondata da sedie e tavolini.
Era la loro privatissima sala degli spettacoli, prevalentemente musicali ma non solo.
E il Potlach?
Arrivo.
Strategicamente (?!) ci viene assegnato un tavolo un po’ defilato, capirò in seguito il motivo.
Nella ventina di minuti che precedette la sistemazione degli invitati avevo notato che TUTTI, ma proprio tutti, andavano ad omaggiare con deferenza un uomo robusto, di età approssimativa intorno ai 60/70 anni.
Comincia lo spettacolo, una bravissima cantante al centro, capirò sempre dopo perchè al centro della pista, inizia a cantare brani rigorosamente greci.
Alla terza quarta canzona, uno degli invitati si avvicina alla pista con una pila di piatti bianchi e li spacca ai piedi della cantante.
Rimango basito UN SECONDO, il tempo che scroscino applausi e un secondo ospite, con un vassoio di bicchieri di vetro, faccia altrettanto con lo stesso risultato.
Mamma Carla mi ha sempre detto che nacqui uscendo di testa a guardare il mondo.
Aspetto solo il secondo lancio di bicchieri – costavano meno dei piatti! – e, da solito esagerato, ordino una dozzina di piatti, salgo un gradino della pista, e li lancio a terra.
Applausi scroscianti, inchino della cantante cui rispondo con un inchino.
Dopo due dozzine di piatti e bicchieri, al primo momento di pausa, Teo arriva al mio tavolo e mi chiede di seguirlo, solo io e non con mia moglie…
Vengo portato al tavolo del “riverito” che, senza un cenno di saluto, mi invita a sedermi, mi versa un bicchierino di Ouzo, chiede a Teo di tradurmi i suoi saluti, tre minuti per finire l’Ouzo e il “riverito”, chiaramente “n’ommo ‘e panza” come direbbero a Napoli, mi congeda.
Alla fine furono una trentina di piatti e una ventina di bicchieri, TUTTI pagati.
Eh sì, se fai l’omaggio deve costare.
E quello fu il mio “Potlach” perchè nessuno ne ruppe quanto me.
In realtà ho scoperto che quell’antico rito in Grecia si chiama Kefi, inoltre mi è venuto alla mente che lo praticava anche Aristotile Onassis (vedi Wikipedia).
La differenza tra me e Onassis?
Che i piatti che spaccava lui erano ceramica di Sevres e i bicchieri cristallo di Boemia.
Marginalità pedestri.

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touristas

Bella storia Gazzini.
Rispetto a cinquant’anni fa le cerimonie matrimoniali popolari non sono molto cambiate, nel sud della Grecia e nei piccoli paesi sono rimaste come le ha descritte lei.
Ad un matrimonio di alcuni anni fa, mi alzai in piedi dal tavolo dove ero seduto per pranzo e col bicchiere di vino resinato feci un cenno di brindisi rivolto a loro.
Qualcuno rispose alzando il proprio bicchiere, altri rimasero indifferenti.
Tuttavia arrivò sul mio tavolo una fetta di torta nuziale portata da un cameriere e senza alcun commento.
I piatti e i bicchieri vengono rotti ancora.

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