La mia amata è bella e larga di forme,
maestosa come un’opera d’arte.
I suoi occhi scintillano come le stelle,
mentre le sue curve si adagiano con grazia.
Il suo sorriso è un sole che risplende,
e la sua risata riempie il cuore di gioia.
Le sue guance paffute sono morbide al tatto,
e il suo petto è un cuscino accogliente.
Non c’è bellezza senza forme,
e la mia amata è l’esempio perfetto.
Il suo corpo è una sinfonia di curve,
che danzano in armonia con il vento.
Le sue gambe sono come colonne di marmo,
e il suo ventre è una collina fertile.
La mia amata è la regina delle donne,
e il suo regno è il mio cuore.
Chi osa giudicare la bellezza?
Chi osa imporre uno standard di perfezione?
La bellezza è negli occhi di chi la guarda,
e nella mia amata io vedo la perfezione.
Ve la ricordate questa poesia di alcuni Topic fa?
Sapete chi l’ha scritta?
E’ impossibile.
L’ha scritta CHATGPT, ovvero l’Intelligenza Artificiale!
Io sono intervenuto due volte a corregerla perchè aveva dimenticato due imput (uno sulle TETTE) che le avevo dato come schema e che “lei” aveva dimenticato.
Si è autocorretta IN TEMPO REALE (3/4 secondi).
La cosa ha davvero dell’incredibile tenuto conto che quella che avevo usato era “libera”, non a pagamento, molto più completa.
Ora è stata proibita e le motivazioni dell’ITALIA non sono proprio peregrine.
La cosa curiosa mi è parsa che sia stata l’Italia a farlo dopo…
CINA, RUSSIA, COREA del NORD, AFGHANISTAN, BIELORUSSIA… paesi non proprio democratici.
Hoddio non è che in ITALIA ci stiamo allineando…?
Non credo che in questo caso il famoso detto andreottiano che “a volte a pensar male ci si imbrocca?”
No non lo credo… 🙂
NOTA
Per un po’non ci leggeremo perchè stavolta ho degli ‘Azzi moolto interezzzanti, gustosissimi e, ahimè contemporanei, da radrizzare.
Radrizzare? 😀
E mister Gazza ci sorprende ancora.
Certo che non so quanti sappiano cos’è, anzi cos’era CHAT GPT.
Il figlio di un mio amico, che frequenta il Maffei, ha sottoposto ad un altro adulto ( io mi sono rifiutato ) due componimenti ( temi ), uno scritto da lui, l’altro da uno di ‘sti programmi scaricati da internet, perché indovinasse quale era stato scritto dall’umano.
E, ovviamente, l’amico ha cannato.
So che sono stati scritti anche dei romanzi con questo sistema.
Mi me par una roba da “minus habens”.
Se ti ricordi nel tuo componimento avevo individuato il verso tratto dalla Bibbia quando l’avevi pubblicato la prima volta.
Chissà da dove il programma avrà pescato gli altri passi?
O tempora, o mores…
Difficile dar torto al Bardo anche se nella poesia ci sono alcuni versi miei.
Il problema si è presentato quando ho chiesto alla “Intelligenza Artificiale” se conosceva tutti i 154 Sonetti di Shakespeare, stile che gli avevo chiesto di imitare e la risposta fu “ovviamente, ma per le correzioni richieste ho usato poesie di contemporanei shakespeariani”…
Il problema che mi pongo io non è quello della protezione della privacy degli utilizzatori ma della possibile atrofizzazione delle capacità intelettuali umane per mancati stimoli a studiare e conoscere, quindi con l’insorgere dell’analfabetismo funzionale: cervello e sinapsi lavorano meno o nulla e progressivamente le facoltà intellettuali diminuiscono (il cervello non è come la bici o il nuoto che una volta imparati non si scordano più).
Un tizio mi ha detto che si tratta di una Wikipedia molto più completa.
Puttanata.
Wiki ti da la sintesi informativa perche TU! POSSA APPRENDERE E LAVORARE, il CHATGPT invece FA IL LAVORO COMPLETO AL POSTO TUO!
Il dott.Gazzini e Bardamu hanno espresso le loro perplessità argomentate “contro” l’Intelligenza Artificiale.
Io ne pongo una apparentemente semplice: visto cosa è cambiato in termini di evoluzione tecnologica, e mi fermo agli ultimi vent’anni, come si può pensare che una cosa come “quella” possa essere fermata o “incatenata” a regole permanenti immaginando solo i prossimi vent’anni?
Personalmente la ritengo una cosa velleitaria pur avendo , più o meno, gli stessi timori che loro hanno descritto, in particolare quelli del dott.Gazzini.
Auguri ai lettori.
L’evoluzionista Gazzini che si preoccupa del futuro?
Non ci sta.
E anche l’intemerata di Bardamu, persona che mi sembra colta, è più reattiva che ragionata.
Quindi concordo con Diverso Parere.
Onestamente non saprei se di questa IA esserne affascinato o impaurito. Vero è che stiamo assistendo ad una rivoluzione con una portata potenziale più profonda dell’invenzione della scrittura o quasi, e in pochissimo tempo.
Il mondo sta per cambiare in un modo che non possiamo neppure immaginare adesso, il concetto stesso di lavoro non sarà più lo stesso, anche perché occorrerà considerare l’applicazione della ia anche alla robotica.
Macchine che prenderanno il sopravvento e creeranno una loro civiltà? Macchine che risolveranno problemi con le malattie dell’uomo o…?
Per paradosso il problema è l’uomo. E’ lui che mette a disposizione di una macchina (perchè per il momento fa quello che gli viene consegnato), ogni cosa, e se ne faccio una tara dal medio evo ad oggi direi che non abbiamo scampo alcuno, anche in virtù degli enormi sviluppi tecnologici e scientifici che la ia consente o consentirà.
La questione è: chi usufruirà di questa ricchezza?
Martix docet.
Facendo sintesi tra l’opinione di Gazzini e quella di Schetch, ma credo sia quella prevalente per tutti, non abbiamo scampo: il futuro è nelle “macchine”.
Il problema dei problemi è quello di come gli Umani sapranno governare l’ineluttabile che coinvolgerà un pianeta con culture molto diverse.
E la mia preoccupazione parte e arriva da qui.
Mi sembra che la strada verso la realizzazione dell’uomo-automa sia stata intrapresa da un pezzo e sia stata largamente prevista dalla letteratura distopica (che su qualcosa di reale o di intuibile dalla realtà si deve pur fondare).
Del resto basta mettersi nei panni di un ipotetico extra-terrestre che ci osserva da fuori per ricavare l’impressione di una società di automi che agiscono quotidianamente con gli stessi obiettivi, negli stessi modi, con gli stessi tempi, prendendosi sempre le stesse pause per fare le stesse cose.
Però credo che le macchine che poetano poeteranno solo per conto di millantatori di poesia, perché è vero che possono creare versi non ancora scritti, ma lo possono fare solo su input di cose già note, scritte, pensate e unicamente su strutture già conosciute; Caproni, Marin, Saba e compagnia poetante sono stati certamente influenzati e ispirati dagli studi e dalle letture, ma in ognuno di loro c’è un sentire e un dire originale che nessuna macchina potrà mai avere; così in un mondo di automi ci saranno sempre le schegge impazzite delle menti pensanti.
Alla fine, per conto mio, si tratta di scelte: si può fare poesia o con l’ausilio del computer o con quello del proprio sentimento, del proprio genio creativo, della propria scrittura e si può pensare con pensieri già pensati o con pensieri (per quanto possibile) propri.
Credo che sia importante non perdere la coscienza di ciò che ci sta attorno e di ciò che siamo.
Si, anch’io la vedo un po’ così. Un uomo già robot, ancora prima del grande avvento dei robot. Anche per necessità, l’uomo moderno è già impostato e inquadrato. Creatività compresa purtroppo. Ci sono ancora dei margini, ma pochi.
La sfida potrà essere sull’irrazionale dell’uomo stesso, che si pone avanti come possibile potenzialità e non come difetto ancestrale spesso additato. Ma è solo un’ipotesi e magari anche na cazzata….
Caro Nobile Dog, sempre un piacere fu ed è il leggerti poichè nella discussion animata dopo l’agone pedatorio , silenzioso, riflessivo o perplesso stavi, con mia invidia di caciaròn gigione.
Ma sull’ultima frase tua, oh il piacer non basta nel veder l’assoluto accordo in chiave di violin.