Non è un’opera semplicissima, o lo è solo in apparenza.
Sintesi: non occorre conoscere a fondo Samuel Beckett, un genio, per capire la sua opera teatrale “Aspettando Godot”, può bastare questo: Con Aspettando Godot, Beckett costruisce una riflessione sull’insensatezza della vita umana e sulla frustrazione data dal continuo e fallimentare tentativo di muoversi, cambiare se stessi e quello che ci circonda.
Voi lo aspettate pur sapendo che non arriverà mai?
Topic difficile?
Beh documentatevi…
….sto con Bergonzoni: Aspettando, godo
E’ anche per questo che vi faccio aspettare spesso.
Non ho quasi niente da dirvi, ma ve lo dico lo stesso.
Caro Gazza , so da fonti comuni dei tuoi problemi di salute.
Capisco quindi il nuovo e raffinato topic su Godot.
Tuttavia c’è un Godot mostro che rischia di arrivare sul serio e rendere vane le umanissime riflessioni filosofiche: ha i capelli color Fanta e sfrutta l’infantilismo eterno di molti americani.
Ne parlerai prima o dopo?
Con stima immutata.
Se devo rispondere alla tua domanda; sì lo aspetto, ma è sempre un fallimento. Forse l’albero dietro di loro o dietro di me ne sa più di tutti. Va e fermati!
P.S. Avevo visto il film “Un Anno Con Godot”, interessante..
P.p.S. sì è un topic complicato :-).
Gazzini non ha mai esibito erudizione e seguo da anni il blog, non credo quindi che si riferisca alla filosofia complessa del Godot di Beckett.
Credo, Gazzini mi perdoni o corregga, cheil senso del topic è il tema dell’attesa che altri sempre e solo altri risolvano problemi individuali, quelli esistenziali compresi.
“Non ho mai agito, aspettando Godot
per tutti i miei giorni, aspettando Godot
e ho incominciato a vivere forte
proprio andando incontro alla morte”.
Un omaggio a un cantautore, insegnante di greco e latino in un Ginnasio di Bologna, morto alcuni anni fa, e che ho conosciuto personalmente: tutto mi divideva da lui, a partire dalle idee politiche. Eppure in lui ho sempre apprezzato e riconosciuto la vena poetica di molti dei suoi testi: se non l’hai mai ascoltato, ti suggerisco il brano “Canzone dell’amore o della precarietà”. Il titolo del post mi ha fatto ricordare questo poeta sfortunato e triste.
Sicuramente da quelle strofe si capisce che ha ben compreso il testo teatrale e lo ha elaborato in due strofe.
Due belle strofe.
Non è bello vivere sempre in attesa di qualcosa.
Nel momento stesso in cui raggiungi l’obiettivo ti rendi conto di quanto, concentrandoti su di esso, hai sprecato della tua vita.
Il bello non è la meta, ma il percorso.
Carpe diem.
E’ vero, ma ci sono dei percorsi talmente ostici, e non sto parlando di salute, che quando arrivi ,aspettando appunto, il peso che avevi dentro non c’è più come d’incanto. Un’attesa vissuta ma meritata.
Però se dise “waiting FOR Godot” in inglese
YeZ boy, it’s true.
But i’m a self-taught and a little stupid because “Waiting FOR You”, performed by NICK CAVE, it’s one of my favourite…
>> https://www.youtube.com/watch?v=e0vQTzYe9Lk
Waiting to God