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LAVORARE STANCA

Pavese non c’entra.
C’entro io, scoprendo che a settantanni certi lavori stancano.
Chi ha lavorato un certo periodo con me sa che ero una “macchina da guerra”.
Il tempo di lavoro e il riposo non esistevano.
Ho scoperto (magari l’han già fatto altri) che a certi livelli di responsabilità esiste una spece di “droga” da super fatica.
Spesso lavoravo dalle 9 alle 23 e invece di andare a casa andavo nel centro comando dell’azienda a farmi spiegare cose che non sapevo (ed anche per qualche robusta polemica).
Restavo la anche fino alle 2 di notte.
No, non era solo diligenza, era la necessità, tutta mia di “drogarmi di fatica”.
Ora ho le idee molto più chiare e son tornato a lavorare occasionalmente, non ne avrei bisogno, alri a me cari sì.
Mi alzo alle 7 di mattina (!!!!!), faccio controlli amministrativi…e poi porto pesi che arrivano anche ai 25 kili, lo faccio per orgoglio senile, avrei la totale facoltà di chiedere aiuto a chiccessia, ma non lo faccio, lavoratore tra lavoratori.
Pago regolarmente i contributi previdenziali attraverso i “voucher” e cià è in linea con la mia storia.
Ho deciso che questo sarà il mio ultimo anno.
Stanchezza, sì in parte sì, ma sto istruendo un giovane insegnandoli tutto e di più.
Tocca a loro, ne hanno pieno diritto.
A meno che non cerchino, legittimamente, il famigerato “posto fisso”.

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