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METETE A POSTO…

Si tratta di un’espressione molto comune per chi parla il nostro dialetto, ma sia d’età sopra i 30/40.
Per quelli d’età inferiore ci sono altre frasi tipiche, più specifiche: Guarda che hai qualche problema… e così via.
Ecco, io non sono ancora “a posto”, non sono allineato col “fuso politi-culturale” nostro, insomma penso ancora in Swahili o in Inglese sui disastri di quel paese, opportunamente occultati ai turisti “di giro”.
Siccome sono “ancora là” posso solo fotografare (termine che non implica un giudizio profondo) una scena: io e N. stiamo facendo una lunga passeggiata lungo l’Oceano dove non mi ero mai spinto. E’ la parte di spiaggia “ricca” di Mombasa, quella di Nyali Beach, comunque mai bella come quella 20 km. più a sud, quella di Diani.
C’è solo una coppia nella spiaggia deserta e io comincio a guardarla da lontano.
Man mano che mi avvicino la metto a fuoco: lui un under 30 molto fico, i suoi indumenti ed accessori (anche quelli di lei) lo battezzano inequivocabilmente come”Italiano”, infatti lo sono. Lei fisicamente al “top” con un viso di un tipo di bellezza che non stanca, naturale.
Di “innaturale” c’è che lui, accento di area milanese e grande proprietà di linguaggio, le si rivolge con delle corte domande o frasi ricevendone cenni col capo, ma MAI una vera parola.
Fanno il mio stesso -lungo- volo di ritorno una settimana dopo, sono in business class, ma io sono nella primafila subito dopo e li vedo, uguale atteggiamento.
All’aereoporto Ataturk di Istanbul, attesa di cinque ore per la coincidenza, li ho di fronte:stessa sinfonia silente.
Anche quando “lui” riceve una telefonata dall’Italia risponde con un “ciao papà… mi raccomando segui i preparativi della mostra con… ne verrà fuori un gran evento…”.
Tornato da lei prova a coinvolgerla senza enfasi, ma le risposte sono le stesse: cenni del capo, un sì, un forse e un non lo so.
Ci mancava solo che lei ripetesse l’immortalebattuta di Monica Vitti ne Il Deserto Rosso: “Mi fanno male i capelli” per farmi concludere che Michelangelo Antonioni e la sua inimitabile rappresentazione dell’incomunicabilità VIVE.
Per quanto mi riguarda, pur essendo al sesto giorno CONSECUTIVO senza chiudere occhio (il limite “mortale” o produttore di gravi scompensi è di 8/10 giorni-n.d.g.), ho fatto un’interessante conversazione, da Istanbul a Milano con Eric, un olandese che vive da 25 anni in italia, sposato con una cinese e una figlia di 19.
Mi racconta che a 30 anni aveva un buon lavoro, tuttavia viene chiamato per un colloquio da una delle più importanti aziende chimiche del mondo.
Il colloqui va bene, ma al momento in cui Eric chiede quale sarebbe stata la sua area di attività, la risposta fu “PAKISTAN!… poi vedremo”.
Accettò perchè aveva intravisto, col suo metodo di lavoro, ” buone prospettive di espansione e così è stato.
Aah i Neederlands, colonialisti non più teneri di altri, li ho frequentati per lunghi periodi ed ho lavorato per loro, se si esclude Amsterdam (anche loro non la considerano Olanda), hanno intatto il mito del lavoro, del commercio e del capitale.
Io ho ricordato ad Eric che gli Olandesi sono gli “inventori” della prima BOLLA SPECULATIVA, quella del bulbo di tulipano che arrivò ad essere equivalente alla “moneta”.
Eric, abbassando la voce mi ha risposto: “…shhh, siamo in Turchia e adesso ci stanno provando loro (il tulipano è un fiore turco-n.d.g.), noi prendemmo la prima e ultima severissima lezione, ma dagli errori impariamo”.
Poi ci sarebbe…

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