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UN APPELLO A SETTI E ALLA QUESTURA: RICONSEGNIAMO LA CURVA NORD AI VERONESI

Lande desolate a… nord. Gradoni tristi, grigi e vuoti, che stridono con l’altra metà del cielo, quella “Sud” da sempre così piena di calore. Il problema del (mancato) utilizzo della curva Nord del Bentegodi è annoso, eppure se ne parla troppo poco. Passi (ma neanche tanto) per le parterre, inagibili perché fuori norma (metterle a norma, no?) e comunque settore storicamente poco appetibile per la bassa visibilità. Passi (ma neanche tanto) pure per la tribuna Est superiore, sovrastata come “fascia” dalla Ovest. Ma su quei 6 mila posti… a nord da troppi anni orfani non si può soprassedere.

La Questura, adducendo il (nobile) motivo del mantenimento dell’ordine pubblico, decise a suo tempo di chiudere un settore storico per tutti quei veronesi “moderati” e di ceto popolare che preferivano la tranquillità della Nord, alla rumorosità della Sud, non potendo al contempo permettersi un biglietto di tribuna.  Ricordo negli anni ’80 e primi ’90, quando la violenza negli stadi era forse più diffusa di adesso: i tifosi ospiti venivano messi in parterre, mentre la curva era aperta ai veronesi. Da tempo non è più così, la presenza di poche centinaia di tifosi ospiti monopolizza un intero settore dello stadio. Cosa che non succede in nessun altro grande stadio italiano. Questo preclude al Verona di avere un secondo settore popolare e, mediamente, tre-quattro mila persone in più allo stadio. Mica pizza e fichi.

Qualcuno dirà, dagli anni ’90 tante cose sono cambiate. Sì, ma i “talebani” della sicurezza negli stadi sostengono “sono cambiate in meglio”, grazie alle loro norme introducenti i tornelli, i biglietti nominali e le tessere del tifoso (i famosi decreti d’urgenza da me definiti “post mortem”, dacché vengono varati sempre dopo fatti tragici e quindi senza ratio e molto pathos, l’esatto contrario di quello che dovrebbe essere l’humus di una buona legge). Perché dar loro torto?

Chi conosce la questione sostiene che il problema siano le “vie di fuga”. Un addetto alla sicurezza mi spiegava tempo fa: “Agli ospiti il parterre non si può dare perché non a norma, per l’assenza dei bagni e di altri parametri. Così vengono sistemati nella Nord superiore, con la conseguenza che sei costretto a chiudere l’inferiore, per evitare una commistione dei tifosi dei due settori all’entrata e all’uscita dello stadio, dal momento che i cancelli sono gli stessi “. E’ così difficile regolarizzare il parterre, almeno in quel settore?  E pensare a un progetto che ridisegni le recinzioni e le vie di fuga? Domande…

Domande forse ingenue. Domande, lo ammetto, di un profano in materia di sicurezza che tuttavia sollecita una risposta degli e dagli esperti. Domande rinsavite la scorsa estate, quando è stato fatto il restyling in alcuni parti del Bentegodi. Sistemare, o perlomeno mettere in agenda anche la “questione curva Nord” era (è) impensabile? Progettare un piano tra Hellas, Chievo e Questura in modo da far convivere la doverosa esigenza di sicurezza con la riapertura del settore era (è) impossibile? Perché altrove succede e a Verona no? Costa troppo? O non ci sono altre vie? Be’ così fosse, sarebbe un fallimento, di civiltà in primis. Perché una civiltà che per renderti sicuro esclude, è semplicemente incivile.

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