Cortocircuito infinito. Non c’è limite allo sconcerto in questo Verona. Cerci infortunato ma in vacanza alle Maldive – per gentile concessione societaria – con immancabile foto su Istangram e il sorriso rilassato. Non è questione di moralismo e non voglio solleticare inutili populismi, ma quell’immagine stride. La forma in certi casi è sostanza. Pare che lottare per la salvezza qui sia considerato un pranzo di gala.
Dischi rotti (e stonati). Quelli di Fusco. Sarà l’avvicinarsi di Sanremo, sarà che le canzonette danno conforto, ma il ds insiste con la sua nenia preferita: “Caceres ha un contratto con noi fino a giugno 2018”. Lo sanno anche i muri e ciò che più conta Re Lotito, che regna, sovrasta e impera, che Caceres è già alla Lazio. Perché insistere, Fusco?
Masochismo d’ordinanza. Giochi a Napoli, aspetti lo scontro diretto (quasi) decisivo con il Crotone e ti fai espellere con probabile squalifica. Pecchia, al solito tarantolato in panchina (ma a che serve? I giocatori così li agiti…), questo giro ha ecceduto pure con l’arbitro. Nel giorno più sbagliato. Autocontrollo, questo sconosciuto.
Parole vuote. Chissenefrega se “abbiamo tenuto il campo” con Juve e Napoli, o “perso con onore”. Le prestazioni con le grandi, nel momento che perdi, contano fino a un certo punto, dato che queste spesso giocano svogliate e sornione, un po’ al gatto con il topo, consce che il gol prima o poi lo trovano. Sono prestazioni quasi falsate, intangibili. E’ fondamentale l’ordine tattico, il gioco, il ritmo atletico e la concentrazione con le nostre (poche) pari grado o con le avversarie di mezzo. E’ qui che finora abbiamo miseramente fallito.
Parole già scritte. Quelle di Fusco mercoledì in un’inusuale conferenza stampa pre-mercato. Il ds ha messo quasi le mani avanti parlando di “poco budget” e ha invocato l’aiuto dei tifosi (che pure verso la squadra c’è sempre stato e comunque certi appelli sono fastidiosi) e pure dei giornalisti (non ho mai letto in nessun manuale deontologico che i giornalisti devono aiutare, so che devono informare, raccontare e analizzare con obiettività e capacità critica, ma aiutare mi è sfuggito). Ha lasciato intendere che confida nel calendario (e su questo può anche aver ragione) e ha ammesso che servono tre-quattro rinforzi. Sono arrivati Matos (serviva un’altra mezza punta che ne abbiamo già 5-6 in organico?) e Petkovic, ariete d’attacco, fisico e discreta velocità, ma poca confidenza con la porta e soprattutto con la serie A. E’ chiaro che stiamo parlando di scommesse (speriamo indovinate). Servirebbero anche un centrale di difesa e un terzino sinistro, ipotesi quest’ultima scartata da Fusco, per il quale lì siamo a posto (contento lui). Disco rotto su Caceres a parte, ho visto un ds più provato del solito e anche un filo più umile. Forse in via Belgio cominciano a rendersi conto degli errori fabbricati in serie da luglio in poi. Chissà. Speriamo non sia troppo tardi.
Resa dei conti. E’ quella con il Crotone dopo la sosta. Non servirà giocare come con la Juve o il Napoli. E’ una partita diversa. Il Verona deve dare un segnale forte e chiaro. La città è con il Verona, indipendentemente da Setti, Fusco e Pecchia. Ed è proprio questo che gli imperatori degli alibi Setti, Fusco e Pecchia non capiscono e non capiranno mai. Loro, non so perché, ne fanno una questione personale.
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