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LE CONTINUE CONTRADDIZIONI DI SETTI

Timidi segnali. E passi per l’avversario – la Juve Stabia è quello che è – ma nel Verona s’intravede nuova qualità. Ci sono 3-4 giocatori destinati a marcare il territorio in serie B e credo che tecnicamente questo basti in una categoria albergata da onesti pedatori.  Sia chiaro, è il minimo sindacale che ci si aspettava da una società che la scorsa stagione (ma anche due anni fa) ha umiliato colpevolmente la piazza con un’inerme decadenza. E, se vogliamo, ancora manca qualcosa là dietro.

Il legittimo dubbio tuttavia non riguarda il mercato (ripetiamo, in B basta poco) ma l’allenatore: Grosso ha idee, conoscenze, metodo, ma non è (ancora) un vincente. Lo diventerà?

C’è poi sempre quella cappa di malumore, che ora si sente meno grazie ai segnali di distensione di Setti con la piazza e la tregua sancita dalla tifoseria. Ma, si sa, le ferite finché non si rimarginano vanno monitorate e Grosso dovrà essere abile a vincere tanto e subito e a gestire eventuali passi falsi che riaprirebbero antiche e nuove piaghe (ne sarà capace?).

Infine c’è la questione Setti, che rimane aperta. Pare che Ranzani nostro abbia scoperto i tifosi dopo sei anni. Riflessi lenti? O qualcosa di nuovo bolle in pentola? Di certo aver spedito a Mantova certi (cattivi) consiglieri può averlo aiutato. Ma la domanda resta: in A possiamo tornarci immediatamente, ma poi? Continuiamo l’altalena? Il proprietario di Verona e Mantova saprà garantire la stabilità e mantenere (in ritardo, come i suoi riflessi) la promessa che fu, ergo l’agognato consolidamento? E ci sarà ancora lui al vertice del club?

Tante domande. Chi pensa se le fa, perché Setti pare andare a cicli contraddittori: primi tre anni vacche grasse (fino alle spese di Gardini-Bigon per Pazzini e Viviani), poi altri tre di prestiti e investimenti pressoché inesistenti. Adesso – grazie ai nuovi milionari incassi del paracadute e delle ennesime plusvalenze, e alla scadenza di vecchi pesanti contratti – s’intravede un minimo d’equilibrio, con l’ingaggio di molti giocatori svincolati ma di proprietà e con contratti pluriennali.

Ma la credibilità e l’affidabilità non si riconquistano in una sola estate. E’ ancora troppo poco. E’ ancora troppo presto. E le andature altalenanti dei cicli settiani ci inducono a restare diffidenti e guardinghi, e a vigilare.  Il Setti del Verona è ondivago. Come possiamo fidarci?

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