L’exploit di Crotone è uno di quelli che possono segnare una stagione. Per tre motivi. Il Verona vince e convince a casa di una diretta concorrente. Il Verona, non da meno, conferma quanto di buono dimostrato la settimana scorsa con il Carpi. Il Verona si impone senza i suoi due attaccanti più forti.
C’è un senso di coerenza e legittimazione nelle due vittorie: non improvvisazione, fato, affanno, inerzia. Grosso dopo il passo falso con il Padova ha sistemato un paio di cose e sta trovando per la strada un suo disegno d’insieme. Non ci sorprende perché la didattica e la tattica – come abbiamo già sottolineato – sono da sempre i suoi punti forti. Tuttavia ci conforta, perché il tecnico nel frangente ha mostrato lucidità e sagacia. Il resto lo fa una squadra che probabilmente rispetto a molte altre (se tutte staremo a vedere, rimango cauto) ha un tasso tecnico decisamente superiore con 4-5 giocatori fuori concorso (possono bastare e avanzare in B se gli altri fanno il loro).
Tutto bene? No, ovviamente. Il dilemma semmai è la tenuta, qualità nella quale il nostro allenatore in passato non si è mai distinto. E’ la distanza la prova del nove, sia nella partita che nella stagione. Il Verona è strutturato per arrivare in fondo? Intendo come mentalità, caratteristiche e organico nel suo complesso (al di là dei fuori concorso). Ora la differenza la fa mentalità: la vittoria di ieri può regalare convinzione, ma anche fotterti di presunzione. Il confine tra autostima o ego, tra fiducia o vanità è labile e da non varcare. E’ questa la trappola da evitare.
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