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LA MIGLIOR MUSICA È IL SILENZIO

La piazza si ribella a Setti. Qualcuno ha scritto: “Finalmente!”. Sbagliato: la protesta arriva puntuale e al momento giusto. Non doveva essere prima, non doveva essere dopo. Perché oggi a dare credibilità e autorevolezza alla rivolta della Curva Sud e delle altre parti del tifo organizzato (dal Primo Febbraio al Coordinamento, fino al settore Est) è la maturità e la compostezza dimostrata sino a oggi.

Mi viene in mente quel passo della Bibbia: “Temete l’ira dei mansueti”. E sono il silenzio e la tregua di questi anni a rendere ancora più forte ed espressiva la ribellione di oggi. Una ribellione pensata nel modo più intelligente e impattante: lo stadio deserto. Nella sera in cui ci sarà la diretta Rai. Strategicamente e politicamente la tempesta perfetta.  Come fu indovinata e ad effetto l’uscita dallo stadio anticipata della curva dopo la vergognosa sconfitta con il Crotone nella scorsa stagione.

Non serve oggi abbaiare alla luna. Lascerebbe il tempo che trova qualsiasi gesto isolato ed estemporaneo di protesta. Sarebbe rabbia ottusa, impalpabile isteria, un grido represso e stanco.  E, ovviamente, sarebbe da condannare qualsiasi atto di piccola o grande violenza; quella lasciamola alle masturbazioni verbali da social. Mentre è straordinariamente significativo ed evocativo lo stadio vuoto, ispirato al metodo  della disobbedienza civile gandhiana. Una forma di protesta raffinata, inattaccabile, potente. Con un vecchio e sempre eterno principio che ritorna: a volte la miglior musica è il silenzio.

 

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