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IL CLUB A UN BIVIO

Godiamoci il momento e – perché no? – sogniamo in libertà. Non costa nulla.  A dirla tutta, detesto da sempre la “retorica della salvezza”, molto conformista e ipocrita. Aggiungerei: molto italiana. Da che mondo è mondo ognuno in campo vuole vincere e cerca di migliorare. E la classifica la guarda, eccome. Qualcuno mi ricorderà, al solito, il Verona di Malesani: paragone che non regge, quel caso non fa scuola per le “stranezze” e l’unicità del contesto in cui si consumò.

Altra cosa è cercare di capire la consistenza reale del Verona di Juric. Abbiamo diritto di sognare, ma anche il dovere di guardare in faccia la realtà. La squadra in difesa e a centrocampo (su Pessina le mie fonti estive non si sbagliavano, che giocatore!) è probabilmente da prime otto; l’attacco chiaramente non è all’altezza degli altri reparti, sebbene Salcedo sia già un ottimo giocatore (diventerà un big) e Di Carmine abbia finalmente segnato. Ma le analisi non possono cambiare per un gol.  Servirebbe una spalla al predestinato italo-colombiano. Provate a immaginare un Verona con Veloso e Amrabat in mezzo e Pessina a suggerire a Salcedo e a un mister X. E qualcosa andrebbe fatto per “allungare” la panchina sugli esterni, in modo da poter dare fiato ogni tanto a Faraoni e Lazovic.

Ecco, è questo il punto. A gennaio capiremo le intenzioni e le possibilità di Setti: rafforzare la squadra per provare a stupire, oppure risparmiare accontentandosi di vivere di rendita. L’ultima analisi dei bilanci dei commercialisti di “Verona col Cuore” dimostra che il club si sta gradualmente consolidando sul piano economico. Non penso dunque che si ripeterà un caso Jorginho, spero invece che si possa pure investire qualcosa. Il Verona è tornato ad appassionare la città, sarebbe antipatico disperdere questo patrimonio. La società, da questo punto di vista, è a un bivio.

E come avrebbe detto Roberto Puliero: alè alè alè bum bum bum.

P.s. Toccanti e vere le parole di quel gran uomo che è Juric su Roberto. “Al suo funerale ho capito molto di più di Verona”. Juric è arrivato al punto con grande intelligenza e sincerità, senza ruffianerie o velleità da capo-popolo. Mi dicono che l’allenatore di Spalato sia una persona di raffinata cultura e ottime letture. Si percepisce.

 

 

 

 

 

 

 

 

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