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SETTI PRETORIANO DEL SISTEMA

Ancora una volta è stato Ivan Juric a metterci la faccia e a esigere rispetto per il Verona, che a leggere in giro sembra ridotto al rango di supermercato. Ridda di voci, retroscena, procuratori che parlano. Tutto, ovviamente, sempre e soltanto in un’unica direzione: quella delle cessioni o degli addii.

Per carità, ci siamo abituati, da provinciale sappiamo che i giocatori forti siamo destinati a perderli. Ma c’è un discorso di forma che poi si fa sostanza, che poi è anche il succo del ragionamento di Juric: non si può dare per scontato che il Verona vende questo o quell’altro, o sia a disposizione dei desiderata di altri club più ricchi. Cioè, si può anche vendere, ma non si deve darlo per scontato già adesso.

Juric ha pure chiesto espressamente che la società si faccia sentire al riguardo. Mi verrebbe da usare un’espressione tipicamente romana (“ciao core”) per dare l’idea di come le aspettative dell’allenatore naufragheranno. Setti da sempre ha scelto il basso profilo politico, decidendo di stare nel mazzo delle carte da gioco. Setti, al contrario di Juric, si adatta, vede un po’ dove tira il vento e si aggrega. Il presidente è un pretoriano del sistema, non un attore protagonista, intelligentemente consapevole dei suoi limiti, conscio che solo così può ricavarci business.

Il Verona con Setti sarà sempre a ruota dei club più potenti, sia nel palazzo quando si discutono i diritti tv, sia in sede di calciomercato. Sono le regole non scritte del sistema, che puoi modificare a tuo piacimento solamente se hai tanti capitali da poter avere peso e voce in capitolo. Altrimenti sempre pretoriano rimarrai.

Insomma, Juric ha ragione, ma rischia di abbaiare alla luna. E il paradosso è che è il primo a saperlo.

5 commenti - 2,103 visite Commenta

Zane

Condivido, Setti non ha nessun interesse ad esporsi, prendere posizione, in questo modo si rende aperto ad ogni possibilità, a qualsivoglia occasione di mercato (in uscita). La dimensione alla quale è destinata l’Hellas con una società senza responsabilità, condotta dalle opportunità, senza per questo un orizzonte a lungo termine. Magari è per questo che a Verona negli ultimi anni hanno avuto maggior fortuna allenatori con carisma e progettualità di spogliatoio (Mandorlini e Juric) e non le “occasioni” della società (Pecchia e Grosso).
Francesco secondo te, come vedi una figura di mediazione tra società e allenatore, che sia più presente di Tony d’amico (buon ds), che possa rappresentare più l’Hellas nel calcio-palazzo; alla Nedved, Marotta, Maldini, Tare (so che ricoprono ruoli diversi, ma era per esemplificare la figura).

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Amarone

Ci sono ridde di voci su Hateboer, Gosens, Zapata. Non ho mai sentito Percassi smentire. Oltretutto, le voci più insistenti sul nostro fronte, sono quelle che riguardano il futuro di Juric. Invece di parlare della società, Juric farebbe bene a smentire in prima persona queste voci, se ha tanto a cuore la dignità dell’ Hellas. Se non lo fa lui, non si può chiedere a Setti di farlo. Setti gli ha offerto un contratto triennale milionario, per cui la sua posizione è più che chiara.

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Leo

Fatico a capire il senso di questo intervento: mi sembra tutto troppo scontato e lapalissiano. Il limite è certamente mio che non riesco a coglierne l’essenza.

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bruce

Setti=Pastorello nel senso che come il vicentino con il Verona ci campa e i tre milioni che si estrae dalle casse societarie ne sono la dimostrazione per non parlare del centro sportivo mai realizzato, ma più che prendersela con lui il vero problema è il sistema calcio e la cronica assenza della nostra imprenditoria che conta perciò godiamoci ogni attimo a cominciare dalla splendida vittoria di sabato.

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massimop

Juric i giorni pari lo danno a Napoli e i giorni dispari a Firenze.
Ha firmato un triennale, cominci lui a portare rispetto altrochè “parlo a fine stagione col mio procuratore”.
Se è finito a Verona non è certo per i brillanti risultati della sua vita precedente.

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