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AGLIETTI, IL POPOLO DEL VERONA E LA PROFEZIA DI ADA…

E’ la notte dei rumori. Esplodono dopo l’accumulo di tensioni. Esco dagli studi dopo 4 ore di diretta a Telenuovo:  suoni di clacson sulla strada, canti euforici dalla Bra e nei vicoli, sana e benedetta sguaiatezza. Risento vecchi cori  anni novanta di un’adolescenza che fu, quando mi buttavo nella fontana e consumavo la batteria dello Zip a forza di clacson. Sorrido.  Rumore è il ticchettio adrenalinico della tastiera mentre scrivo. Vorrei mettere in ordine i pensieri, me lo impone la professione. Non ce la faccio, meglio lasciarli fluire come vengono, sparsi e immediati.

Aglietti, ecco Aglio. Ha rivendicato la sua vittoria. Beata sincerità, ha ragione dannazione. E la sua promozione, punto. Genuino, diretto e consapevole: ha trasformato la sua occasione nella sua storia. Una storia che rimarrà, a prescindere. Questo è il suo capolavoro.

I 25 mila del Bentegodi. Verona è il Verona. Il Verona è Verona. Due concetti imprescindibili. Indissolubili. Non si sono mediazioni: il Verona è passione, follia, finanche calcistica “malattia”. Puoi contestare un presidente, non perdonargli nulla degli ultimi due anni. Ma poi quando la bandiera e la causa chiamano si va oltre, si vola più alto. Squadra di popolo, interclassista, di tutti.  116 di storia sono sopra ogni cosa, prevaricano i momenti. Emotivamente è la promozione di una tifoseria infinita e di una città fortemente identitaria, che ha dimostrato ancora una volta di saper distinguere le persone dai colori, la società dal club. Una finezza meravigliosa. Rimane lo striscione di sabato a Peschiera e di ieri in curva: “Forza Verona”. Semplice, immediato, potente. Il Verona, prima ancora che Hellas. Il Verona, squadra della città. Non è solo semantica.

Lo ammetto, dopo Cittadella non ci credevo (ci speravo sentimentalmente, ma è diverso). Mi risuonavano le parole di Adailton, che anche fuori dagli studi mi spiegava del perché il Cittadella paradossalmente era fregato dal 2-0. Credevo volesse tirarmi su, poi a quelle parole ci ho pensato ogni giorno. Se lo dice lui che ha giocato anni ad alto livello un motivo ci sarà, pensavo. Eppure ancora non mi convincevo. Ha avuto ragione Ada. Profetico.

Ora deve essere solo festa. Stanotte, domani e per una settimana almeno. Ci sarà tempo per le analisi che ci portano al futuro, per approfondire quello che è stato per capire quello che sarà. Oggi, dopo due anni di merda, permettetemi, godete e godetevela e basta.

 

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