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BENVENUTI IN PARADISO

Quando tra una decina d’anni riguarderemo nelle nostre cineteche la gara con il Torino ci verrà da sorridere a ricordare una serata come questa: ti ricordi come giocava quel Verona di Mandorlini? Solo in paradiso giocano così.

In paradiso e a Verona, appunto. Non sia un’iperbole, ma l’Hellas all’Olimpico ha messo in scena uno spettacolo meraviglioso, una poesia infinita, una superiorità schiacciante. In casa della potenziale capolista che non aveva mai perso il Verona è stato perfetto. Non sai nemmeno da chi iniziare con gli elogi e con chi finire. Tutti perfetti, tutti uniti, un’orchestra eccezionale che ha suonato una sinfonia da pelle d’oca.

Quattro gol, uno più bello dell’altro, un palo, un miracolo di Benussi, almeno altre tre nitide occasioni. Non c’è stata partita perchè il Verona non ha voluto che ci fosse. Il Torino, cioè la squadra che più ci era stata superiore fino ad oggi, è stato schiantato da un Verona bellissimo, persino troppo perfetto. I meriti vanno davvero divisi tra tutti. Non si può non partire dalla testa, cioè da Martinelli, e poi a scendere Gibellini, Rafael, tutti coloro che hanno giocato e anche chi non ha giocato.

Ho tralasciato appositamente Mandorlini perchè lui è il demiurgo di questo Hellas, l’uomo che riesce a tramutare il paradiso in realtà. Siamo in corsa, siamo lì, e sicuramente dovranno fare i conti con noi. Ne ero certo dopo Genova, ne sono certissimo oggi. Il campionato non è finito, ma per una settimana non voglio scendere da questo paradiso. Dopo tanti anni di inferno, credo di meritarmelo. Anzi: ce lo meritiamo. Tutti noi.

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