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TUTTO RUOTA ATTORNO A BACINOVIC

Non è Tachtsidis… E daghela con ‘sta litania… Bella scoperta… Non è Tachtsidis, Armir Bacinociv. Lo sappiamo, lo sapevamo. E’ un giocatore diverso, ma il problema non è questo. Il problema è capire se questo… sia… Bacinovic. E la mia risposta è no, questo non è Bacinovic. Perciò dobbiamo smetterla di paragonarlo a Tachtsidis. Giocatori come il greco sono un anomalia. E se ci ripensate di questi tempi, il blog grondava critiche nei confronti dell’Oplita. Prendeva palla, sì è vero, ma poi la perdeva in continuazione, non sapeva a chi darla, una cosa buona e cento sbagliate. La pazienza e la fiducia di Mandorlini lo hanno maturato e alla fine abbiamo riconsegnato al calcio un grande giocatore. Senza guadagnarci nulla, peraltro, politica dissenata nel pallone odierno. Ma questo è un altro discorso.

M’interessa di più capire che cosa deve fare Bacinovic e quando deve farlo. A Verona siamo esperti in quel tipo di giocatori avendo visto all’opera due tra i migliori interpreti del ruolo: Vincenzo Italiano ed Eugenio Corini. Ebbene: entrambi eccellevano quando la squadra girava alla perfezione, quando diventano “catapulte umane” che lanciavano sulle fasce i compagni con i loro straordinari cambi di campo. Sia Prandelli, sia Malesani, sia Del Neri, costringevano i due a giocare a due tocchi al massimo, a “imbucare” la palla senza quasi guardare com’era messo il compagno. Qui hanno dato il meglio. Viceversa il loro gioco diventava stucchevole quando non sapevano cosa fare, quando indugiavano a portare palla, incapaci di andare a riprendersela. Un po’ come il Bacinovic di oggi. Che appunto, per funzionare deve diventare il fulcro della squadra, avere la personalità di chiedere il pallone sui piedi, ma anche una squadra attorno che sappia proporsi negli spazi, senza palla, con le sovrapposizioni continue sulle fasce. Bacinovic insomma deve parlare la lingua dell’Hellas e non viceversa come fece in quella surreale conferenza stampa di presentazione dove si presentò con interprete incorporato e poca voglia di parlare. Meglio spiegargli che continuando così, sarà difficile che torni in serie A, a Verona come a Palermo, e che il Chelsea se lo sognerà di notte.

Il Verona oggi è molto lontano da tutto questo. Ed è fisiologico che lo sia, come ho già spiegato. Per mettere in moto alcuni meccanismi serve pazienza. Ed invocare adesso il nome di Jorginho per quel ruolo non credo che sia giusto. Lì abbiamo Bacinovic, signor giocatore ma presunta stella (per adesso) del campionato.

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