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INCHINATEVI ALLA CIVILTA’ DI VERONA

Quindici idioti non hanno il diritto di sputtanare un’intera città. Ribadisco il concetto perchè sia chiaro. Ma oggi si devono sciacquare la bocca tutti quei moralisti che hanno gettato fango sulla nostra città e devono vergognarsi quelli che non vedono la loro trave, mettendo in risalto la pagliuzza negli occhi degli altri. Verona esce trionfante dalla giornata di oggi, in cui il minuto di silenzio è stato veramente onorato e non sporcato da delinquenti che girano le spalle ad un alpino morto. Uno stadio e una città che hanno preso fin da domenica sera le distanze dai cori contro Morosini, mentre avventate dichiarazioni di un tutore dell’ordine alla caccia di facile pubblicità facevano divampare un incendio. Grazie a Setti, a Gardini a Mandorlini, oggi Verona è tornata a guardare tutti dall’alto al basso.

Fiera del proprio pubblico che non ha bisogno, lasciatemelo dire, di avere la tessera dell’eccezionalità (inteso come cosa diversa, identitaria) attraverso un coro contro un morto. Il pubblico di Verona ha già dimostrato di essere diverso quando ha scelto di restare al fianco della squadra quando questa precipitava in categorie infime, quando era affossata nella credibilità, quando era ad un passo dallo scomparire. Che altra prova vuoi chiedere al pubblico di Verona, che altro serve, dopo Busto Arsizio, dopo la Lega Pro, dopo Cannella, Arvedi i cardinali e quant’altro? E’ forse un coro che ci fa distinguere? Non credo. Verona si distingue per la sua generosità e per la sua civiltà. Se ne facciano una ragione anche i sociologi da strapazzo, quelli che vennero a farci la morale quando il professor Marsiglia si picchiò da solo. Io non voglio giustificare nessuno e la mia domanda di domenica (“cosa diciamo ai nostri bambini?) è restata valida sino ad oggi.

Domani mattina quando rivedrò Edoardo e Roberto, finalmente glielo spiegherò: ieri avete capito che cos’è Verona e cosa sono i veronesi. Noi siamo quello stadio lì, quella curva lì, quell’allenatore lì.

Una parola anche su Mandorlini, vittima di un bestiale assalto mediatico. Un allenatore che ha una grande sensibilità e forse il torto di non essere paraculo al punto di esternarla. Se c’è uno che ha vissuto male questa settimana è stato lui, indegnamente attaccato, lui che aveva lanciato Morosini, lui che il sabato in cui il “Moro” morì se ne andò in lacrime a piangere da solo sul pullman. Mister Mandorlini è un uomo vero, sincero, capace anche di pentirsi, come ha dimostrato, davanti a frasi che forse non erano opportune, ma di sicuro non erano frutto della retorica da strapazzo di qualche politico e di qualche saccente professorino. E ora, il mio augurio è che tutte le città italiane facciano quello che ha fatto Verona oggi. Che Napoli chieda scusa per avere i suoi tifosi demolito lo Juventus Stadium, che a Livorno chiedano scusa per i cori sulle foibe e per il minuto di silenzio e via di questo passo. Succedesse, vorrebbe dire che vivremo in un paese migliore. Invece di questa fogna maleodorante in cui chi ha le mani sporche di merda accusa una città civile delle peggiori malefatte.

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