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IL GIOCO DELLE COPPIE

Se in un sabato d’aprile Cacia si mette a fare il Ferrari e Ferrari il Cacia, possiamo dire di aver ottenuto un grande obiettivo. Vuol dire che il Verona è diventato una Squadra. Si noti la S maiuscola che spetta a quei gruppi che riescono a compensare a tante assenze, a pressione, a difficoltà, non risentendone per nulla o solo in minima parte nel risultato.

Dopo l’ingiusta sconfitta nel derby contro il Padova, il Verona “auzzaider” non ne ha più sbagliata una. Da quel momento, che ritengo cruciale per il nostro campionato, il Verona si è riunito sotto i colori gialloblù, tutti insieme, vecchia e nuova guardia, dove i primi hanno trascinato gli altri, formando, finalmente, una Squadra vera. La distinzione ora non ha più senso. Ma il nucleo su cui è stato costruito questo Verona è potente come l’acciaio di cui sono impastati alcuni di questi giocatori. Penso a Ferrari, a Ceccarelli, a Maietta, ad Hallfredsson, all’incredibile Raffaello, a Gomez, a Jorginho. A loro si sono aggiunti sopraffini professionisti: il re dei bomber Cacia, il pistone Agostini, il moschettiere Sgrigna, il sambodromo Martinho, il granatiere Cacciatore, il pivot Moras. Altri li aspettiamo ancora ma sono strasicuro che verranno ancora utili: il barbuto Crespo, la cicala Rivas, il generoso Carrozza, lo sfortunato Cocco. Persino una delusione come Bacinovic può ancora dare un senso al suo campionato.

Il campionato, tuttavia, non è finito e tutto può succedere. Non è una frase fatta. Pur sapendo benissimo che con i se non si va da nessuna parte, stasera fermo al semaforo rosso, pensavo a questa semplicissima ipotesi che poteva essere realtà: se il Verona avesse battuto il Sassuolo e avesse ottenuto due pareggi con Padova e Vicenza, tre risultati che non avrebbero scandalizzato nessuno, credo, neanche i gufi di professione e i guastatori che stanno fuori dalle nostra mura, oggi saremmo ad un punto dagli emiliani. Alla faccia di chi diceva che il campionato era finito due o tre domeniche fa. Con i se e con i ma, però non si va da nessuna parte e se questi sono i nostri punti, allora questo ci meritiamo.

La cosa che più si deve evitare adesso è la “tabella”. Non serve ad un piffero. E ci fa male. La prossima settimana sarà nuovamente cruciale. Venerdì c’è il Cesena, notoriamente un campo in cui i gufi di cui sopra, hanno sempre svolazzato alti come i Condor (Agostini, do you remember?), poi il Cittadella al martedì e nuovamente il Brescia al sabato. Rischiare ora di fare festa, pronostici, dieci punti sì dieci punti no, eccetera eccetera, è una follia. Ora c’è da pensare a Bisoli e al Cesena, che per i distratti è una delle retrocesse dalla A e quindi una delle delusioni dal campionato, così come delusione è il Novara che di stipendi, giusto per essere chiari, spende molto più del Verona ed è a oggi fuori dai play-off… In fondo il Verona è appena arrivato dalla Lega Pro, al secondo anno dopo essere sprofondato in C, ad un passo dal baratro del fallimento, quasi una matricola. Anzi, no, come si dice? E’ un’auzzaider… Appunto. Ma auzzaider d’acciaio…

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