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SUICIDIO ASSISTITO

Dire che il campionato è ancora lungo vuol dire solo spostare il problema in avanti. Mancano cinque partite, che sono pochissime. Altro che. Stasera abbiamo buttato via una grande opportunità, ma forse anche un pezzo di campionato.  Il problema è che il Verona ha giocato la peggior partita della stagione quando doveva invece andare in campo per fare la partita più bella. Sbagliare un colpo a sei gare dalla fine equivale a mettersi una pistola alla tempia sperando che il proiettile faccia pochi danni. Il Verona ha sprecato durante questo torneo più volte il bonus. Margini di errore non ce ne sono più. E forse quella con il Cittadella, speriamo di no, è stata la gara che ci condannerà a fare i play-off.

Sono deluso dal Verona. Molto deluso. Perchè ancora una volta questa squadra, coccolata, vezzeggiata, viziata fin troppo, ha dimostrato di non avere maturità e carattere. Ormai è troppe gare che il Verona stecca sul più bello, spesso con squadre infinitamente più deboli, dimostrando un’inconsistenza incomprensibile davanti alla perfezione creata da ambiente-società-tifosi. Purtroppo, come ho già scritto, la critica si è avviluppata attorno a mister Mandorlini, diventato un parafulmine per ogni genere di responsabilità.

Credo che il mister ne abbia, certamente. Ma ne hanno anche i giocatori che si son nutriti di questo alibi fin troppo. La sconcertante gara con il Cittadella non ha spiegazione. Se non nel fatto che è stata preparata con superficialità. Nessuno si deve offendere se dico questo. Perché non è possibile che il Verona passi dal match contro il Cesena a quello di stasera. Non sta nè in cielo nè in terra… Purtroppo abbiamo sotto gli occhi anche le altre partite e le altre squadre. E un paragone è giusto farlo. Quando Livorno, Sassuolo ed Empoli devono vincere lo fanno semplicemente. Solo il Verona non lo fa, perché? C’è da scommetterci, mi gioco la casa, che lunedì faremo una grande partita con il Brescia. Così come è stato con Sassuolo, Livorno, eccetera eccetera. Il che non è un’attenuante, ma un’aggravante. Il Verona ha sempre avuto bisogno di stimoli “supplettivi” per rendere. Vuoi la sfuriata di Setti, vuoi quella di Sogliano, vuoi quella della critica. Mi chiedo se è giusto educare un bambino con degli scapaccioni e non con delle parole dolci e affettuose. Mi chiedo anche perchè bisogna soffrire così tanto per ottenere un obiettivo che mai come quest’anno sentivamo così vicino e che invece stiamo dissipando in maniera dissenata. Nulla è compromesso, questo è vero. Anche se mi sento sulla pelle che qualcosa stasera si è rotto. Il destino non è più solo nelle nostre mani, come prima. Ora dobbiamo sperare che… E via con le speranze che di solito non si avverano mai. Spero che tutti meditino su questo pareggio indecente. Il tempo delle parole è veramente finito. Gli alibi anche. Da un pezzo.

 

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