Siamo la società del fare, diceva Giovanni Gardini cinque anni fa. E giù annunci: abbiamo comprato la sede (non era vero, era solo in affitto con una promessa di acquistarla), faremo il centro sportivo (cinque anni dopo nemmeno l’ombra), abbiamo aperto un negozio con un brand internazionale (nel frattempo fuggito). Cinque anni dopo Setti ripete, perché ripetere aiuta (a dimenticare). Siamo la società del fare: infatti abbiamo acquistato la sede (di nuovo), faremo il centro sportivo (dove, come, quando?) eccetera eccetera. Nel mezzo abbiamo vissuto almeno otto inaugurazioni per un restauro dell’antistadio. Inaugurazione del manto erboso, inaugurazione della tribunetta, inaugurazione dell’inaugurazione. Ogni volta con annunci, taglio del nastro, partita beneaugurante, regalo della magliettina al sindaco di turno per la foto di rito. L’idea che il Verona torni ad allenarsi lì in pianta stabile è nel frattempo abortita e nelle dichiarazioni ora si parla di “qualche allenamento per stare a contatto con i nostri tifosi”.
In mezzo a tutte queste dichiarazioni ci sono stati due anni merdosi (è la parola giusta, credetemi) in cui la passione dei tifosi è stata risucchiata via, in cui però ci hanno detto che “dovevamo restare tutti uniti perchè i conti si fanno alla fine”. E pure noi siamo stati uniti. Turandoci il naso perché l’odore di merda era veramente troppo forte. Lo fece Montanelli votando Dc, abbiamo tentato di farlo anche noi per l’Hellas Verona. Poi dopo i disastri, le fughe dei ds, abbiamo aspettato (invano) che si facessero i conti, ma Setti ci ha detto solo che la colpa di quei due anni così indecenti era di chi aveva fatto e costruito il suo miglior Verona, quello dei primi tre anni: Sogliano e Mandorlini.
Setti è così appassionato del Verona, che nel frattempo ha comprato il Mantova, forse per scimmiottare De Laurentiis che ha preso il Bari e Lotito che ha la Salernitana. Per quale scopo solo dio lo sa. Avesse consolidato il Verona, fatto dieci anni di serie A, e qualche apparizione in Europa, creato un settore giovanile all’avanguardia con decine di talenti da piazzare, forse (ma forse) avrebbe avuto un senso. Così ha fatto solo imbestialire la gente.
Ho paura adesso perché Setti ha detto dopo due sconfitte consecutive che dobbiamo restare “tutti uniti”. Ancora. Fare e disfare. Tanto poi basterà inaugurare una rete di protezione dell’antistadio per dimenticare tutto… In fondo, come dice quel detto, finché c’è paracadute c’è speranza.
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