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INUTILE PAREGGIO

Serviva vincere. E basta. E non perché il destino ti è avverso o la critica è feroce. Serviva vincere perché prima hai fatto schifo. Serviva solo quello. Del Verona che se la gioca alla pari del Brescia (e ci mancherebbe, la corazzata del campionato dovevamo essere noi…) non ce ne frega niente. La squadra di SETTI-GROSSO-D’AMICO è arrivata a questa gara con un cappio al collo che lei stessa si è costruita durante questo campionato fatto di delusioni e mancate occasioni. Per togliersi quel cappio (che ora si sta stringendo sempre di più) serviva un’impresa. C’è poco da fare. Invece è finita con un’altra delusione, l’ennesima.

Ora resta solo da vedere come andrà con il Palermo ma è meglio mettersi via l’idea di andare direttamente in serie A. Servirà molto probabilmente il supplemento della roulette play-off, ma se così fosse, non si può non notare il fallimento di un progetto che affonda le sue origini nel vergognoso campionato dello scorso anno. Quello è il momento zero, quello è anche l’esatto momento in cui parte questo Verona di Grosso. Setti ha dato continuità al fallimento di Fusco promuovendo il suo braccio destro Tony D’Amico e ingaggiando Fabio Grosso che altro non era che l’alter ego di Pecchia. E’ stata ignorata la piazza, si è voluto andare allo scontro totale. E il risultato è che questa gestione ha creato disaffezione, disillusione, lontananza. Tutti sentimenti che sono persino peggiori della sana rabbia. Serviva qualcuno che voltasse pagina, invece tutto appare come una fotocopia (a volte persino più brutta) della scorsa stagione.

Una squadra che balbetta, che si perde in un bicchiere d’acqua, incapace di avere un sussulto. E’ come se Grosso con i suoi pareggini ci tenesse in un’eterna condizione di mediocrità. Un sussulto per la verità c’è stato in questo campionato, un altro triste deja vu della scorsa stagione: quando è arrivata la vittoria di La Spezia a salvare la panchina di Grosso, forse solo fintamente messa a rischio. Intanto, nella migliore tradizione, ora si rimetterà al domani quello che non è stato oggi e ieri. Tanto mal che vada potranno tutti andare a fare calcio nella vicina Mantova.

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