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MODELLO ATALANTA

A tutti quelli che: “Guardatevi intorno: Vicenza, Treviso, Venezia, Padova, Chievo… Solo fallimenti e risultati penosi”. A tutti quelli che: “Meglio tenersi Setti…”. Ecco: a tutti quelli che dicono questo, rispondo semplicemente: “Invece di guardare sempre a chi sta peggio in un terribile gioco al ribasso che denota tra l’altro una scarsa considerazione per il Verona e la sua storia, io guardo semplicemente a chi sa fare calcio, con passione, onestà e competenza”. Non serve andare in Germania per trovare un modello. Basta fare 100 chilometri e trasferirsi nella città di Bergamo. Una città simile a Verona, per bacino d’utenza. Forse anche più piccola. Una città che ama, vive, soffre la propria squadra come facciamo a Verona. Ma che a differenza di Verona non permetterà mai che il nome e la tradizione della propria squadra vengano “profanati” e/o “calpestati” da gestori che dimostrano di non amare quella maglia in modo profondo. L’Atalanta è un punto di riferimento sociale, prima ancora che sportivo. E l’Atalanta è preziosa. A Bergamo, giusto per essere chiari, non permetterebbero mai comunicati come quello dell’altro giorno di Setti. Ci sarebbe una sollevazione popolare della città, del sindaco, dei media, oltre che dei tifosi ovviamente. A Verona il “partito del ribasso”, invece di alzare l’asticella del giudizio, continua a dare credito a chi ha dimostrato di non meritarlo.

A Bergamo si fa calcio e si fa calcio con competenza, trasparenza e onestà. I dirigenti sono gente capace, brava e non inadeguata come a Verona. In cabina di regia c’è Giovanni Sartori, un nome e una garanzia. La squadra è allenata da Gasperini, l’Osvaldo Bagnoli moderno. Il settore giovanile è stato ispirato per decenni da Mino Favini, recentemente scomparso, che aveva l’Atalanta nel sangue. Ora c’è Costanzi che aveva vinto uno scudetto Primavera col Chievo. Si fanno plusvalenze a raffica, giustamente, ma mai per speculare, sempre con un senso alto del progetto sportivo. Si rifà lo stadio, senza messicani, senza piscine, e soprattutto con una squadra fortissima. Non è difficile. Bastano le persone giuste.

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