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E’ LA PASSIONE CHE CI FREGA SEMPRE

Come si fa a tifare il Verona di Setti, Barresi, D’Amico e che fu di Pecchia, Fusco e Grosso? Come si fa a tifare una società che in spregio a qualsiasi logica ha aspettato ad esonerare il proprio fallimentare allenatore fino alla penultima giornata, la stessa società che ha tenuto il precedente tecnico a dispetto dei santi, una società che non ha mai fatto un passo avanti, che ha voluto perseguire la strada del muro contro muro (“Io so’ io e voi non siete un cazzo”)? Esistesse un minimo di logica e di razionalità, questo Verona dovrebbe essere in stato d’abbandono totale, molto di più di quello che è stato già abbandonato in questi mesi, in cui più di un tifoso ha dubitato sull’essenza stessa dell’Idea Verona ovvero “è ancora il Verona questa informe società?”.

La fregatura è la passione. Setti lo sa benissimo. E ci frega ogni volta, come in passato ci fregavano Pastorello, Cannella e tutta la compagnia cantante. La passione, questa maledetta bestia che abbiamo dentro e che non ci fa ragionare, che ci offusca la vista, che ci impedisce di mandarli definitivamente a quel paese, loro, i loro milioni televisivi, Dazn e il buffering, il marketing e i media event, i paracaduti di cui non si vede traccia nella costruzione della squadra. Vediamo gialloblù e non capiamo più niente. Neanche il più lucido dei pensatori riesce ad astrarsi e a ignorarli come meriterebbero. E’ bastato il signor Aglietti, tre partite vinte con tre golletti su rigore, cose normalissime ma straordinarie dopo la disgrazia passata per farci tornare la bava alla bocca. E’ bastato che Setti fischiasse come ai cani di Pavlov e siamo ancora tutti lì a soffrire e a tifare.

Tiferemo e saremo felicissimi in caso di serie A. Ma, almeno da queste parti, non ci scorderemo del passato e di che cosa è stata questa annata e quelle precedenti. E continueremo ad incalzarli e a denunciare ciò che non va bene perché è questo che fai quando vuoi bene a un figlio. E il Verona è come un nostro figlio. Maledettamente stronzo, ma maledettamente stupendo.

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