Erano anni che non vedevamo un Verona così in serie A. Juric ha dato alla squadra gioco, idee e carattere. Il bello è che il miglioramento è costante e dentro al miglioramento del gruppo c’è il miglioramento dei singoli. La vittoria con il Lecce è strameritata e persino stretta nel risultato. Banale dirlo: questa squadra ad oggi è un’incompiuta. Manca un attaccante, non posso pensare che oggi la società non farà il diavolo a quattro per dare al tecnico un bomber che faccia veramente la differenza. Il bilancio del mercato lo faremo dopo la chiusura e nel giudizio conterà tantissimo il nome di quell’attaccante. Ma stasera possiamo finalmente fare alcune considerazioni generali. Il miglior acquisto pare essere stato Juric. Non c’è dubbio. Si tratta di un allenatore in gamba, lontano anni luce dalle due scelte precedenti. Concreto, pratico, fa un calcio che calza alla perfezione con quanto richiesto dalla gente di Verona. Dai e dai anche Setti deve averla capita. Ritmi alti, verticalità, pressing, grinta. Juric, nella pochezza economica che gli è stata messa a disposizione si è costruito una squadra a sua immagine. Uomini fidati, gente che aveva già lavorato con lui o che lui aveva conosciuto.
Belle sorprese come Amrabat, davvero straordinario o come Rrahmani, impeccabile. Coraggiosa la scelta di buttare nella mischia un giovane come Kumbulla, perfetta la posizione disegnata a Zaccagni e la nuova vita di Henderson che si era smarrito nei cunicoli senza senso di Grosso.
Ora non è il caso di suonare marce trionfali, ma quanto meno, dopo due giornate, un ottimo pareggio e una grande vittoria contro una diretta concorrente, possiamo avanzare una previsione. Questo Verona potrà anche retrocedere, ma sicuramente non lo farà nel disonorato modo in cui è retrocesso l’ultimo. Ed è quello, che sinceramente, tutti noi a Verona vogliamo. Una squadra che lotti e che non ci prenda in giro.
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