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BALOTELLI NON PUO’ OFFUSCARE UN GRANDISSIMO VERONA

L’ondata mediatica è già partita. In pieno main-stream razzista colpevolista. Obiettivo facile: Verona città e i tifosi del Verona. Di mezzo c’è Mario Balotelli e la sua incredibile sclerata. Mani sulla palla, gioco fermo, l’accostamento ai cori razzisti. Mai visto prima. Ci sono stati? Tutti quelli che c’erano allo stadio dicono di no. L’inviata di Sky a bordo campo ha detto di non aver sentito nulla. L’inviato di Telenuovo ha confermato: nessun coro, sceneggiata di Balotelli. Il collega Giovanni Vitacchio ha chiesto persino a due agenti di polizia che hanno detto di non aver percepito nulla. Tutti quelli che erano allo stadio confermano. Balotelli è stato praticamente ignorato nel primo tempo, nel secondo tempo invece ha ricevuto fischi e il coro “Mario Mario”, quello che lui stesso aveva detto di “averlo destabilizzato più di ogni altro”.

L’arbitro, sorpreso dal gesto di Balotelli, dice chiaramente in campo di non aver sentito nulla. Poi, forse per lavarsi la coscienza fa leggere un messaggio allo speaker, giusto per essere politicamente corretti.

Balotelli ci aveva già provato anni fa quando con la maglia dell’Inter giocò contro il Chievo. Questa gente mi fa schifo, disse allora. I tifosi del Chievo sono notoriamente e all’unanimità i più corretti d’Italia. E l’accusa cadde nel vuoto.

Il fatto ha purtroppo offuscato l’impresa del Verona. Si parla di razzismo, non si nota che il nuovo idolo del Bentegodi è Salcedo, ragazzino italo-colombiano di 18 anni che Juric ha educato a calci in culo e carezze. Forse abbiamo trovato un attaccante o almeno uno che quantomeno quando ha la palla prova a fare gol. Il Verona è bellissimo. Dico proprio bellissimo alla faccia del tiki taka e di altre masturbazioni del genere. Difesa rocciosa, centrocampo di lotta e di governo, attacco essenziale e lavoratore.

Il Verona ha vinto con merito, issandosi a quota quindici, Balotelli è lontano perché lontano è quel sentimento da Verona e dai veronesi. Certo, i cretini ci sono ovunque, sugli spalti e anche in campo. Juric non è un cretino: è un “hombre vertical” che non ha problemi a dire quello che pensa. Ha lasciato a casa Di Carmine, ha lasciato in panchina Stepinski. E ha vinto con la sofferenza che è l’unico sentimento che appartiene a ogni tifoso del Verona. Ha detto che non ci sono stati cori razzisti. Viva il Verona.

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