L’ULTIMO CHILOMETRO

 Togliamoci dalla testa che sia una formalità. Andare a vincere/pareggiare a Crema non sarà semplicissimo. Il fatto che il Ravenna possa essere penalizzato ulteriormente rende la classifica ancora più liquida soprattutto nella parte bassa, dove il Pergocrema potrebbe ancora pensare di cambiare le carte in tavola. La cosa incredibile è trovarsi a questo punto del campionato e sapere che la classifica potrebbe ancora subire variazioni.

Il Verona deve giocare per i tre punti, secondo me. Con la vittoria i gialloblù non avrebbero bisogno di nessuna radiolina e potrebbero anche scavalcare qualche squadra davanti. Credo che Mandorlini sia della mia idea, anche perchè è in queste gare che si costruisce una mentalità da play-off.

Ci sono tanti motivi che mi fanno essere ottimista. Penso ad esempio alla rosa del Verona: oggi sono entrati in forma giocatori che si riveleranno preziosi. Cangi e Russo in primis, bersagliati dagli infortuni durante la stagione, ma ora freschi e al cento per cento della condizione. Ma ai play-off avremo bisogno di tutti: di Napoli, di Abbate, di Tiboni, di Pichlmann, di Paghera, di Garzon. Un guizzo in quelle gare può cambiare il corso della storia e la carriera. Alè Verona, siamo tutti con te.

I NEMICI DEL VERONA

 Il Lancio Libero del Petardo e l’Ululato Becero Razzista stanno massacrando il Verona. C’è poco da fare e da dire. Inutile star qui a spaccare il capello in quattro (a noi più degli altri, due pesi e due misure etc etc). Se non vogliamo vedere l’effetto che fa (multe gigantesche pagate da Giovanni Martinelli e danno incalcolabile d’immagine con tutto quello che comporta…) non dobbiamo più farlo.

E’ una questione prima di tutto di amore per la squadra e per la nostra maglia. Così si affossa il Verona, ragazzi. Mettetevelo nella zucca. Non è una battaglia contro il regime o il sistema, è un gigantesca cazzata senza senso. Mi chiedo tra l’altro che cosa c’entra tirare petardi e fumogeni con la nostra tradizione di tifo all’inglese (ma è un altro discorso…).

Credo che siamo andati oltre anche al masochistico e autolesionista martellamento dei propri zebedei. Siamo all’imbecillità fatta coro. Giusto per essere chiari e senza giri di parole, come sono abituato a fare. Dopo Martinelli, se andiamo avanti così, scriveremo la parola fine sull’Hellas Verona. The end. Finita. Così gli ululatori vigliacchi e anonimi e i lanciatori del petardo andranno alla domenica sulle sponde dell’Adige a fare uh uh ai cocai bianchi.

PADRONI DEL NOSTRO DESTINO

 Pochi calcoli. Siamo in Italia, bellezza. Normale i risultati che cambiano negli ultimi cinque minuti. La cosa bella è che siamo padroni del nostro destino. Se abbiamo paura del Pergocrema vuol dire che non ci meritiamo i play-off. Prendiamoci quel che è nostro e poi andiamo a giocarcela con la mente libera. Sorrento o non Sorrento. Non dipingiamo il Diavolo più brutto di quello che è. Il nostro campionato inizia adesso.

ABBASSO LA SCARAMANZIA (E SE PORTA SFIGA?)

 Mi taglio la barba, anzi no. Via il maglione rosso che porta sfortuna. Allo stadio solo con la C3. No all’ascensore per salire in tribuna stampa. Se scalata dev’essere, scalata sia. Se all’entrata trovo quella persona… Porca vacca! L’abbonamento me lo deve vidimare sempre lo stesso steward. E le scarpe? Quelle bianche dell’Adidas le avevo ad Alessandria. Più messe. Insomma, lo confesso: sono schiavo della scaramanzia. Non ne posso più. Le ho provate tutte: a volte anche cose turpi. Mi sono messo una testa d’aglio in tasca, ho portato un sacchetto di sale in tribuna, ho sparso dell’acqua benedetta ovunque. Ma quest’anno ho deciso. Basta scaramanzie. Anzi: l’unica scaramanzia è cambiare sempre scaramanzia. Così ieri sera mi sono tagliato la barba. E prenderò l’ascensore per arrivare in tribuna. E cambierò auto per arrivare allo stadio. Ma se dopo porta sfiga? Vabbè dai ci penso su…

INUTILE PIANGERE SUL LATTE VERSATO

 E’ un esercizio utile, a questo punto del campionato, alzare un polverone per l’uscita sbagliata di Rafael, l’atteggiamento del Verona, il pareggio di Pavia? Non lo so. Anzi, credo proprio di no. Mancano due gare alla fine della stagione regolare.

La prossima, con il Lumezzane è fondamentale. Ha poco senso adesso dare tutta la colpa al nostro portiere (che comunque nel primo tempo ci ha tenuto in partita) o continuare a cavillare se il Verona ha personalità o no. Assodato che la squadra di Mandorlini non è il Barcellona, meglio guardare adesso a quanto di buono abbiamo fatto fino ad oggi piuttosto che discutere sui nostri "cronici" difetti. Quelli li sappiamo. Ma sappiamo anche che quando l’Hellas innesta la quarta è capace di passare sopra a qualsiasi avversario.

I "nemici" sono disseminati ovunque ed hanno la faccia degli arbitri, della politica, del Palazzo. Dicono che allo Spezia saranno restituiti due punti e che la classifica sarà ancora ridisegnata a due giornate dalla fine della stagione. L’ennesima vigliaccata di una Lega Pro sbandata, dove si gioca su campi irregolari e dove partecipano (e spesso vincono) squadre che non pagano stipendi, Irpef eccetera. Vorrei che la nostra società non subisse passivamente tutto questo. Mi piacerebbe che qualche volta si desse una dignità al tifoso veronese. Forse è solo un sogno. Triestina docet.

MEGLIO AVERE TANTE FRECCE NELLA FARETRA

 Ne parlavamo in questi giorni in redazione: meglio avere un grande attaccante, un uomo che faccia la differenza (alla Paulinho) o avere una squadra con una rosa abbondante e parimenti forte? Io sono dell’idea che è meglio la seconda ipotesi. Essere qualcuno-dipendenti nel calcio è sempre deleterio. Prendete il Sorrento: ora che mancherà il bomber principe come vivranno la squadra, l’allenatore, l’ambiente? Sarà sicuramente subentrata la depressione, e l’idea di non farcela, sarà sicuramente girata nella testa di qualcuno. Gli stessi avversari si sentiranno rinfrancati dall’affrontare un avversario che non abbia il suo uomo gol. Magari non è sempre così: credo che il Milan abbia vinto lo scudetto (o lo vincerà) quando la squadra ha capito di non essere Ibrahimovic dipendente. Anzi: lì forse è scattata la molla. Ora che Ibrahimovic non è più l’uomo insostituibile, il Milan è diventato ancora più squadra. Comunque sia, è certo, che l’aver perso per molte partite l’uomo che vinceva da solo le gare, è stato in qualche modo traumatico.

Penso che in un campionato la rosa sia molto importante. E, arrivando a casa nostra, ritengo che la vera forza del Verona sia proprio quella di avere una rosa vasta e abbondante. Bene ha fatto Mandorlini a percorrere due strade: la prima quella di affidarsi a una "squadra titolare". Questo ha dato al Verona identità e personalità. La seconda è di non aver perso per strada nessuno. Tutti possono essere utili, tutti possono giocarsi una chance importante in questo Verona. 

Domenica sarà interessante verificare che squadra sarà l’Hellas senza Ferrari, diventato (incredibile) apparentemente insostituibile. Mandorlini ha al suo arco due frecce mica da poco: Pichlmann e Tiboni. Tocca a loro adesso sfruttare questa opportunità al meglio. 

E QUANDO I BLU…

 La "scalata" continua. Dopo essersi liberata della Spal, l’Hellas Verona è salita al quarto posto della classifica. Dentro ai play-off. Mandorlini ha confermato che dopo una sconfitta, questa squadra ha capacità di reazione e birra nelle gambe. Altro dato: quasi quasi è meglio andare sotto per primi visto che siamo più bravi a ribaltare il risultato che nel mantenerlo.

Visto che non sono stato tenero con lui, mi piace oggi dare un bel cinque (non come voto ma come approvazione…) a Esposito che ha fatto un’ottima partita. Confermo che il Verona non può prescindere da Berrettoni, tornato al format Reggiana. Ferrari ormai ha acquisito un capitolo sul libro cuore. Ma tutto questo, perdonatemi, è nulla al confronto del pubblico del Bentegodi.

Una curva così, raramente l’ho vista. Dentro quei cori c’è tutta la nostra sofferenza, la nostra rabbia, il nostro orgoglio, la nostra gioia. Impareggiabili. Un pubblico del genere è uno spot per il calcio. Peccato solo che pochi scemi, ogni tanto, sporcano tanto amore per la propria squadra con i soliti buuhh. Un fenomeno ormai fuori moda, fuori tempo, e senza un senso. Meno male che sono stati subissati dai fischi. 

BUONA PASQUA A TUTTI I BUTEI….

LIBERIAMO LA MENTE

 Perdiamo a Sorrento e subito ogni nuvolone del passato viene ad offuscare la nostra settimana. E’ un istinto naturale del popolo gialloblù. Quando si perde immediatamente il senso della sconfitta ci assale e ci fa ritenere che:

1) Macalli non vuole che il Verona salga di categoria perchè Martinelli è diventato il suo speciale conto corrente da cui trarre soldi e importanza per una categoria ormai allo sbando.

2) La geopolitica del pallone non vuole che il Verona salga di categoria. In serie , a rappresentare Verona, il Veneto e fors’anche l’Italia, basta e avanza il Chievo.

3) Al Sud è impossibile vincere, perchè l’ambiente è troppo ostile, e loro troppo protetti.

4) Il Verona è scarso, senza personalità e di più Mandorlini non può fare.

5) Abbiamo perso tutte le ultime gare che avevano un significato per noi. Piacenza, Spezia, Portogruaro, Pescara.

Alzi la mano chi non ha pensato ad almeno uno di questi motivi durante questi giorni.

Se ci pensiamo un attimo, questo è il nostro vero nemico. Abbiamo la sindrome dei perdenti ormai dentro di noi. Questo crea un atteggiamento fortemente negativo. Ci dimentichiamo che il Verona è riuscito a vincere a Salerno, quando quella partita valeva la serie A, che il Verona ha vinto uno spareggio con la Reggina, andando a segnare un gol a tre minuti dalla fine in casa loro, che ci siamo salvati a Busto e via discorrendo.

I perdenti sono quelli che non credono di poter vincere. Che puntano al pareggio quando possono ottenere i tre punti. Che hanno paura della Spal e di Remondina. Siamo questi?

NAUFRAGIO A SORRENTO

 Il Verona ci ha capito poco di questa partita. Per almeno 50 minuti ha tenuto bene il campo. Poi la magia di Paulinho (ancora all’incrocio dei pali, incredibile) e da quel momento l’Hellas è praticamente sparito.

La sciocchezza di Martina Rini ha fatto saltare gli equilibri e il Verona si è sciolto come una candela. Senza centrocampo, con Esposito e Hallfreddsson in palese difficoltà, Mandorlini ha cercato invano di ribaltare il risultato inserendo fino a quattro attaccanti. Senza risultato. Il Verona si è avvitato su se stesso e il 2-0 di Paulinho in contropiede è stato l’inevitabile finale.

La colpa della sconfitta non è da ricercarsi nell’assetto iniziale a mio avviso. Scaglia e Anderson hanno svolto al meglio i compiti che Mandorlini ha dato loro. Il problema del Verona, semmai, è che non può permettersi di concedere alcuni uomini. Per essere chiari: questo 4-3-3 è perfetto se vanno in campo i giocatori che meglio lo interpretano: Berrettoni, Le Noci e Ferrari. Per un motivo o per l’altro i tre hanno giocato poco assieme.

Senza sbocchi sulle fasce, con il centrocampo che batte in testa e una difesa che a volte lascia di stucco per la banalità degli errori, il Verona finisce per fare la vittima sacrificale.

La sconfitta, in sè, non è grave. Lo è però se il Verona dovesse ancora giocare con il Sorrento ai play-off. Perchè, con sportività, dobbiamo ammetterlo, il Sorrento oggi ha vinto meritatamente. 

PROVIAMO A VINCERLA (SE POI PAREGGIAMO E’ LO STESSO)

 La gara con il Sorrento è la più difficile delle ultime cinque. Il Verona di Mandorlini è arrivato miracolosamente in zona play-off e il match con la Salernitana ci ha detto che ora è tra le più in forma. Il Sorrento in casa ha perso solo una volta in questo campionato. Si giocherà su un terreno sintetico della prima generazione dove il rimbalzo della palla è molto diverso da un campo in terra ed erba (quando c’è). Mi chiedo e chiedo: firmereste per un pareggio? 

Un punto a Sorrento, tutto sommato non sarebbe da buttare. Il Sorrento manterrebbe la distanza, il Verona uscirebbe imbattuto da un campo difficilissimo. C’è il rischio di vedere qualche squadra sorpassare l’Hellas, ma di questo ci dovremo fare abitudine, da qui alla fine. Tanto quello che conterà sarà solo la classifica dopo l’ultima giornata.

Io dico però che il Verona non deve temere nessuno. Ho ancora sotto gli occhi i giocatori del Sorrento che esultano al Bentegodi dopo un pareggio acciuffato in extremis su calcio di punizione. In questo momento i gialloblù godono di una condizione psico-fisica invidiabile e l’apparente facilità con cui si sono disfatti della Salernitana ne è la prova lampante.

Vincendo a Sorrento, la squadra di Mandorlini, metterebbe un’ipoteca sui play-off, andrebbe a quattro lunghezze dal secondo posto, darebbe un’ulteriore scrollone alla classifica. Insomma, non firmerei a priori per un pareggio. Ma se arriva, non lo butterei di certo via.