Quando Nicolò Machiavelli scrisse il suo "Principe", l’Italia era divisa in mille rivoli, dilaniata da tensioni, in preda ad una confusione totale. Machiavelli prefigurò l’arrivo di un "Principe" per sistemare le cose. Credeva nella Politica (P maiuscola, non quella circense di oggi), lo scrittore fiorentino. Sosteneva che la Storia fosse un punto di riferimento per il quotidiano, un supporto per chi deve governare. E poi aggiunse che il politico deve essere colui che sa raggiungere sempre l’obiettivo. Il suo "il fine giustifica i mezzi" è stato per secoli al centro del dibattito. Forse lo è ancora oggi. Opinabile o no. Certo è che il "Principe" dell’Hellas, domani dovrà ripensare a quella lezione. L’importante adesso è il fine, qualsiasi mezzo serva per raggiungerlo. Non c’è altra via. Parlò anche di virtù e fortuna Machiavelli, come di uno scontro tra la "forza dell’uomo" e il destino incontrollabile. Ma su quel destino si può avere la meglio grazie alla doti di previsione e quelle di calcolo e di "progetto". Vai "Principe", almeno provaci…
UNA SETTIMANA DIFFICILE
E’ stata una settimana molto dura e difficile per me. E stavolta il Verona non c’entra niente. Chi mi conosce sa che amo parlare con le persone intelligenti, anche se non la pensano come me, mi piace la polemica, la discussione anche accesa. Considero la censura un’aberrazione. Nel mio piccolo e su argomenti tutto sommato banali, ho voluto in questi anni creare un’oasi di libertà. Il blog Vighini che ha superato qualche mese fa un milione di visite è stato ed è questo. Metto sempre la faccia su tutto quello che faccio, dico e scrivo. Accetto qualsiasi commento su di me, sulle mie parole e sul mio lavoro. Anche se i piani sono duplici e l’anonimato di un nick garantisce sempre un vantaggio. Questa settimana però sono stato fortemente tentato di chiudere il blog che qualcuno, purtroppo, ha scambiato per uno sfogatoio dei suoi evidenti problemi personali con la vita. Ho passato una giornata intera tra denunce, tracciamento di ip, lettere di avvocati. Potevo fare dell’altro, francamente. Ho buttato del mio tempo, sottratto alla mia famiglia che già mi vede pochissimo. E solo per la facilità con cui si entra in un blog e si dà dei mafiosi a persone oneste e perbene. Senza responsabilità. Con la vigliaccheria che garantisce un anonimato, un nick, un blog. Un anonimato si fa per dire. Il responsabile/responsabili sono già stati adeguatamente rintracciati. I loro nomi e indirizzi sono già nelle mani degli avvocati delle persone offese che li useranno, senza dubbio, per portare questi soggetti davanti ad un giudice. Presto avranno notizie. Non belle, per loro e per il loro portafoglio. Resta la mia amarezza. Perchè se tutto si riduce a un’offesa personale, allora è meglio chiudere subito baracca e burattini. Ditemi voi cosa devo fare…
LA PAZIENZA E’ FINITA
Una settimana a chiedere pazienza. Ci vuole tempo. Ci vuole calma. Ci vuole tranquillità. Poi vai a Gubbio. Vai in vantaggio e riesci a perdere contro Gomez che pare Garrincha. Senza anima, senza dare un segnale. Il Verona NON è una squadra. NON ha un’anima. NON ha un’identità. NON ha un gioco e se ce l’ha è imbarazzante. Mi dispiace. Ma dopo quello che abbiamo visto oggi, la pazienza è finita. Ora tocca loro. Società, allenatore, squadra. Da parte nostra abbiamo già dato. Abbondantemente.
CATENE
Prigionieri di una categoria. Che non accettiamo e che non vogliamo accettare. Perchè il blasone, la storia, ci dicono che non è giusto, che non può essere vero. Ed allora alla domenica vorremmo vedere, tutti noi, nessuno escluso, il Verona fare un solo boccone delle avversarie. Tanto siamo più forti. Tanto siamo il Verona. Invece, purtroppo non è (e non sarà) così. La lunga via crucis dell’Hellas Verona sarà ancora più lunga se non riusciamo a capire (tutto l’ambiente, nessuno escluso…) che i campionati non si vincono in carrozza, che la battaglia è durissima, che va benissimo anche uno stentato 1-0 portato a casa al 90° in una partita indegna, perchè lo scopo primario, il solo obiettivo deve essere la promozione. Nessuno ci regala e ci regalerà nulla.
Ecco, credo che se di pressione vogliamo parlare, dobbiamo guardare a questo aspetto. Il Verona deve guadagnarsi la pagnotta, contro il Sudtirol, la Paganese e contro qualsiasi avversario. Conscio della propria forza, ma anche consapevole e rispettoso degli avversari. E’ facile esaltarsi se hai davanti il Milan (vedi Cesena o noi con la Juve e il Milan negli anni passati…). Meno se hai il Sudtirol. Anzi: saranno gli avversari a esaltarsi, perchè in realtà, qui in C, il Milan siamo noi.
Io credo che la pazienza invocata sia questa. I mugugni, i brusii da “pubblico pagante” e non da “tifosi” non ci stanno durante i 90 minuti. Non è nel nostro dna, non è da Verona. Abbiamo sempre sostenuto tutti negli anni, almeno durante la partita, naturalmente. Ora sentire e vedere che al 70° c’è gente che comincia ad alzarsi e ad andare via, e c’è chi fischia (magari prevenuto, magari credendo di avere ragione) francamente mi fa venire il mal di stomaco.
E infine un messaggio vorrei dare anche alla squadra. Non ci piacciono le ballerine che ballano sulle punte. Anzi, di quelle siamo proprio stufi. Ci piacciono i giocatori umili e gladiatori, anche modesti tecnicamente ma che escono dal campo con la maglia sudata e i capelli in disordine. Dopo aver dato tutto. Vedrete che anche nella sconfitta, quel giocatore si sarà meritato i nostri applausi. Insomma aiutateci a liberarci da queste catene. Ve ne saremo grati a vita.
QUESTIONE DI TATTICA
Passano gli anni, cambiano i dirigenti, gli allenatori, i giocatori, ma le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi sono sempre quelle. Sembra che il nuovo Verona di Giannini sia il figlio diretto di quello di Remondina e persino le dichiarazioni post-gara si assomigliano in maniera letale. Eppure questo Verona ha un potenziale enorme e tra una schifezza e l’altra riesci persino a intravederla.
Halfredsson è un giocatore di enorme qualità che quando sarà al massimo sarà esplosivo. Pichlmann ha bisogno di un po’ di continuità, ma non credo sia l’ennesima ciofeca che arriva in gialloblù. Mancini, anche a sentire Giannini, avrà fatto vedere al massimo il trenta per cento delle sue potenzialità, Esposito resta un buon giocatore anche quando (ma è solo colpa sua?) non sa a chi dare la palla.
E allora io rimetterei francamente la questione nelle mani di Giannini. E’ lui che deve dare le sicurezze (psicologiche ma anche e soprattutto tattiche) ai giocatori. Chi ha visto la gara del Cesena del mio amico Ficcadenti contro il Milan può avere un’idea a cosa mi riferisco.
CHI REMA CONTRO
Il fatto che Gibellini e Siciliano abbiano costruito una signora squadra può dare fastidio a molti. C’è poco da fare: a una parte di Verona, purtroppo, continua a dare fastidio che l’Hellas sia finita in mani oneste e sicure. Meglio era quando l’Hellas, poverino, era una barchetta alla deriva, senza progetti, con dirigenti arruffoni (quando andava bene…), senza soldi e sull’orlo del fallimento. In quel modo, infatti, il Verona era facilmente "controllabile" e strumentalizzabile per scopi che vanno dalla politica agli affari. Un Verona forte e autonomo, è invece una società che può "dettare" i tempi a tutti. Ecco perchè c’è sempre chi rema contro. Senza contare l’invidia di chi, sconfitto e fallito, continua a seminare zizzania, grazie ad amici (?) compiacenti, sempre disposti a far loro da megafono.
PH NATURALE
E’ una formula semplice del calcio. Se prendi giocatori forti è più facile vincere. Con Pichlmann e Halfredsson il Verona è indiscutibilmente più forte. La coppia PH potrà dare tante soddisfazioni, ne sono sicuro, perchè si vede lontano un chilometro che sono di una (forse due) categorie superiori. Ma attenzione: una rondine non fa primavera e un 5-1 non è che un bel segnale che la strada presa è quella giusta. Ora però: pedalare, lottare, testa bassa, nessun sogno, solo concretezza. Grazie mille.
NELLE MANI DI GIANNINI
Vedo le cose da lontano e quindi con una prospettiva diversa. Le due sconfitte consecutive mi lasciano senza parole. Non posso pensare che il Verona perda con due modeste formazioni come Paganese e Como. E’ evidente che ci sono altri problemi oltre a quelli tecnici. Il primo e più urgente è lo spogliatoio. Non so cosa stia succedendo nei dettagli ma non credo di dire un’eresia affermando che il gruppo è un’entità ancora molto lontana da venire.
Le ultime mosse di mercato hanno ancora una volta ribadito il concetto che la società guidata da Martinelli è una società sana, forte e ambiziosa e che le accuse sfasciste non hanno modo di esistere. Halfredsson, Pichlmann e compagnia varia sono gente di categoria superiore. Le ultime mosse, unite a quelle precedenti consegnano a mister Giannini una squadra molto forte, sulla carta ovviamente. Adesso, come successe l’anno scorso a Remondina, toccherà al tecnico romano far girare tutto al meglio. Insomma, per essere chiari, siamo nelle sue mani. Deve costruire il gruppo (con l’aiuto della società che dovrà usare il pugno di ferro nei confronti di eventuali riottosi), deve costruire il progetto tattico, finora abortito per vari motivi. E deve fare in fretta, perchè il bonus di pazienza, ahi lui, è già esaurito.
GLI SCALIGERI SIAMO NOI
La corsa ad ostacoli per arrivare alla campagna abbonamenti della prossima stagione sta avendo fine. Io credo che ancora una volta, al di là di ogni delusione, il popolo dell’Hellas dimostrerà la propria generosità abbonandosi in massa.
Non c’è dubbio: in questi anni di disastri societari, con il Verona esposto a saccheggi di ogni tipo, l’ultimo baluardo, l’ultima frontiera, la vera anima dell’Hellas Verona sono stati i propri tifosi. Spesso ingiustamente criticati e strumentalmente usati per dimostrare tesi precostituite, in realtà i tifosi del Verona dimostrano costantemente il loro affetto e il loro amore nei confronti dei colori gialloblù, dando dimostrazioni di grande civiltà come a Pescara, quando sfottuti e vilipesi oltre misura si sono comportati come veri sportivi. Il tifoso del Verona non segue la corrente vincente, il tifoso dell’Hellas lo è a prescindere. Accetta il verdetto del campo, come pochi sanno fare in Italia e non è un tifoso bandiera, nel senso che non ama salire sul carro del vincitore. E’ un tifoso che dà tantissimo ed è per questo che richiede rispetto. Se questo viene ritenuto da qualche calciatore un difetto, beh… quel giocatore faccia pure le valigie e vada a giocare in quegli stadi stile Sahara che proliferano lungo la nostra penisola. Vuol dire che non è un giocatore da Verona, vuol dire che è solo un giocatore a metà. E forse farebbe bene a prendere in considerazione l’idea di cambiare lavoro.
CHE COSA STA SUCCEDENDO?
Per una settimana non sono riuscito ad avere notizie. A secco di Internet, a secco di informazioni. Mi ha raggiunto solo un sms, laconico, di Rasulo da Pagani. Verona disastro. Immagino quale tensioni si siano aggrovigliate in questi giorni. Una partenza così non potevamo immaginarla nemmeno nel peggiore dei nostri incubi. Sono problemi strutturali? E’ colpa del tecnico che non riesce a dare un gioco e un’anima? Francamente non so dare risposte. Potrei avanzare un’ipotesi: siamo appena all’inizio, un minimo di pazienza e di tolleranza andrebbe tenuta nei confronti di una squadra che è stata appena costruita. Poi però mi torna in mente che siamo al quarto anno di Lega Pro. Ed allora mi viene voglia di mandare a quel paese tutti. Un po’ di responsabilità in più non guasterebbe in chi veste questa maglia. Che è gloriosa per la sua storia e nei fatti. E che andrebbe rispettata, così come vanno rispettati i suoi tifosi.