I RETROSCENA DELL’INGAGGIO DI GIANNINI

 C’è un piccolo capolavoro di costanza e di abilità dietro l’ingaggio di Giannini. Il tecnico è sempre stata la prima scelta di Gibellini. Abilmente celata dietro una cortina di nomi fatti circolare per depistare dal vero obiettivo. Il nome piaceva anche a Siciliano che già l’aveva proposto l’anno scorso al posto di Remondina. Calori, Sannino, Apolloni, Madonna, Baroni erano tutte idee, forse caramelle disseminate per la strada per sviare l’attenzione dall’obiettivo principale. In realtà Siciliano e Gibellini si sono messi in auto di buonora stamattina non svelando a nessuno dov’erano diretti. Avevano un appuntamento a Firenze con il Principe. E lì hanno iniziato la loro partita a scacchi. Non facile. C’era da smontare pezzo per pezzo la concorrenza del Padova con cui Giannini aveva più di un accordo. Il Padova offriva soldi e la serie B. Il Verona, il fascino di una piazza senza uguali e la passione di due dirigenti che si sono buttati a capofitto nel lavoro per far dimenticare ai tifosi e, forse anche al presidente, l’amarezza di un finale dissenato e a suo modo drammatico.

La trattativa è durata sei ore. Cellulari blindati, solo poche comunicazioni con l’esterno. "E’ una guerra" sussurravano in coro Gibellini e Siciliano a chi riusciva a comunicare con loro. "Verona è la tua piazza. Non puoi dirci di no" intanto spiegavano al Principe. E lui era sempre più conquistato dall’incredibile tenacia dei due che non mollavano di un centimetro. Il Verona ha approfittato anche dei tentennamenti societari del Padova dove Zanzi non è ancora arrivato e dove la notizia della giornata, quella di un ritorno di Pastorello, ha gettato ombre oscure sui biancoscudati.

Alla fine ha vinto il Verona e Martinelli. Che in dieci giorni ha ridato speranza al Verona, facendo ancora una volta parlare più i fatti delle parole. Prima Siciliano, poi Gibellini, adesso Giannini e poi la squadra. Martinelli merita un applauso fortissimo per come si è rialzato dal ko di Pescara e per come ha ridato un domani a tutti noi tifosi. Ci scusino adesso se non possiamo sperticarci in lodi e aspettiamo solo i risultati. Ma, sono sicuro che ognuno di noi, non vede l’ora che riaprano i bigonci del Bentegodi. Per fare il nostro abbonamento. Il nostro eterno, incrollabile atto d’amore per questa squadra e per questa società.

SERIE B? NON FACCIAMOCI ILLUSIONI

 Alzi la mano chi di voi crede nella giustizia sportiva italiana. E’ per questo motivo che non mi faccio nessuna illusione su un possibile ripescaggio in serie B del Verona. Ed è per questo non intendo alimentare un discorso che resta confinato nel campo dell’ipotesi.

Qualcuno di voi, simpaticamente e ironicamente, diceva qualche tempo fa in un post: "Semmai il Verona avesse veramente la possibilità di essere ripescato, inventerebbero una legge per tagliarci fuori…". Già, magari direbbero che non siamo amanti del pesce (marcio) o che eravamo troppi a Busto Arsizio per uno spareggio…

Perchè si verifichi un ripescaggio è prima di tutto necessario che ci siano una o più squadre che non riescono a iscriversi al campionato di serie B. Ma vi sembra possibile? Dai siamo seri: i bilanci delle società sono quanto di più fasullo esista sulla faccia della terra, le pene per chi trasgredisce sono irrisorie o sono state tolte, il falso in bilancio è una tacca di merito nel paese dei furbi, ogni anno assistiamo a campionati falsati perchè una squadra fallisce cammin facendo, e noi pensiamo davvero che una o più squadre ceda, lasciando a noi il posto? Siamo in Italia, ragazzi, mica in Germania o in Inghilterra…

E poi è necessario stilare una graduatoria. Il nostro fratello gialloblù Lorenzo eccetera eccetera, mi ha spedito un’ipotetica classifica basata su alcuni parametri. Ebbene pare che la Triestina sia davanti a noi. E quindi per sperare in un ripescaggio dovrebbero mollare in due.

Detto questo: bene fa l’amministratore delegato Benito Siciliano a prepararsi ad un’eventualità del genere ottemperando agli obblighi previsti (compresa una fidejussione da un milione di euro…). Magari ci risvegliamo una mattina e scopriamo che siamo miracolosamente diventati un paese serio…

A proposito di paese serio: un piccolo passo sarebbe leggere la notizia che il ministro degli interni della Lega Nord Roberto Maroni ha rimosso questore e prefetto di Pescara per quello che è successo prima, durante e dopo la partita . Sarebbe bello sapere come sia stato possibile che qualcuno sia entrato in uno stadio blindato per depositare topicida e pesce marcio, chi abbia aperto quei cancelli e perchè nessuno delle forze dell’ordine se ne sia accorto;  e come sia stato possibile che migliaia di persone abbiano invaso il terreno di gioco fino a portarsi sotto la curva avversaria provocando per oltre un’ora i tifosi avversari. E’ passata una settimana ma a parte un’interrogazione parlamentare, nessuna nuova. Francamente mi scappa una risata…

IL NUOVO VERONA

 Ieri sera è nato il nuovo Verona. Dietro alla scelta del presidente Martinelli di ingaggiare Mauro Gibellini ci stanno quattro giorni di duro lavoro, passati con l’anima sconfitta e la rabbia per la promozione buttata nel vento. Trovare la lucidità in questi casi non è facile. Il rischio di "ingerenze esterne" per dirla alla Bonato, è stata fortissima. Per fortuna Martinelli non ha ceduto a queste ingerenze, come forse e direi purtroppo ha fatto una volta in passato, pur nella completa buonafede. E, grazie anche a Benito Siciliano, ha operato una scelta oculata e ponderata. In lizza erano rimasti due ds. Appunto Gibellini e Riccardo Prisciantelli. Entrambi, a mio avviso, gente di calcio, che conosce perfettamente categoria e giocatori. Nel calcio i venditori di fumo sono dietro l’angolo. C’è gente abile a fare trattative, a tessere rapporti con i procuratori, ma che i calciatori li vede con il binocolo. Sono pochi quelli che macinano chilometri con le loro auto e vanno a seguire gare giovanili, di C1 e di C2. Sono pochi anche coloro che riescono a capire che dietro un Pugliese (nome che non faccio a caso…) c’è un giocatore che può fare bene anche in una categoria superiore… Gibellini e Prisciantelli erano due di questi. C’è stato un momento ieri sera in cui Prisciantelli aveva superato Gibellini. Martinelli, dopo averlo incontrato, sembrava più propenso a sposare il suo progetto. Prisciantelli voleva anche Osti, per fare il direttore generale, una sorta di "ombrello". Un ulteriore "peso" per la società. E forse questo ha fatto decidere per Gibellini, oltre che, naturalmente per le sue doti umane e la sua idea di calcio. Ho sentito il "Gibo" ieri sera. Era come un bambino che avesse visto per la prima volta un luna-park. Gibellini fa parte di quella schiera di ds poco pubblicizzati. E’ uno concreto che non vende "fumo". Sa che ora dovrà mettere mano nella palude, che dovrà fare le scelte giuste, anche se all’orizzonte non sono previste rivoluzioni. Ha lavorato a Verona in due occasioni: prima del fallimento e poi con Pastorello, cioè in uno stato pre-fallimentare visto che non c’erano soldi e Pastorello in quel momento era un presidente in fuga (poi tornò a dicembre, giusto in tempo per vendere Italiano…). Nonostante queste due situazioni aveva lavorato bene, scoprendo giocatori sconosciuti e rivalutandone altri che a Verona, con troppa facilità, avevamo ammazzato. Un giorno a Bussolengo, durante un allenamento, mi parlava di Cassani come di un giocatore che poteva andare in nazionale. Dentro di me sorrisi e un po’ pensai che "Gibo" fosse matto. Ero io che non avevo capito nulla. Spero che ora "Gibo" possa lavorare con tranquillità. So che lo farà solo per il bene del Verona. Ci aspettiamo tantissimo da lui. La sua fame di riscatto, è la nostra. Su questo si giocherà la prossima stagione. Buon lavoro, Mauro.

PRESIDENTE, ADESSO FACCIA LE SCELTE GIUSTE

 Martinelli ha chiesto un paio di giorni di tempo per riflettere. E’ giusto. Il presidente deve resettare l’ambiente prima di partire per la nuova stagione. Dopo aver scialacquato in modo pazzesco la promozione in B, bisogna raccogliere i cocci e cercare di metterli assieme. Il primo problema, il più impellente da affrontare per fare chiarezza, è quello del direttore sportivo. Bonato non ha smentito, durante il periodo dei play-off, le voci che arrivavano da Sassuolo: significa che c’è del vero e che lui ha già un accordo con il signor Mapei.

Bonato è però legato al Verona da due anni di contratto e quindi dovrà convincere Martinelli a lasciarlo andare. Ci sarà una trattativa e per certi versi non sarà semplice. Martinelli potrebbe anche decidere di continuare con l’attuale ds per completare quel percorso biennale di cui si era, anche retoricamente, parlato. E’ una scelta rischiosa: Bonato è finito sul banco degli imputati per la stagione buttata. La squadra costa molto e in relazione al costo ha raccolto nulla. In più Bonato è entrato in conflitto con l’amministratore Siciliano, braccio destro di Martinelli, definito dal presidente il "mio cane da guardia". Siciliano fino ad oggi è rimasto zitto, non ha concesso interviste è in "ferie forzate". Ma è chiaro che se Martinelli gli chiederà di rientrare, non lo farà con Bonato al suo fianco.

Martinelli allora potrebbe scegliere una linea della continuità. Scegliere cioè un uomo legato a Bonato, forse addirittura consigliato dallo stesso. Ecco allora che è spuntata la candidatura di Magalini, il ds del Mantova. Magalini fa parte della "ragnatela" Sartori, è molto vicino al Chievo, ed è reduce dal disastro mantovano, dove addirittura la società rischia di scomparire dopo la retrocessione in Lega Pro. E’ lui l’uomo giusto per il Verona?

Altra ipotesi: quella che porta a Gibellini. "Gibo" ha lavorato bene, in tempi grami per il Verona. E’ uno abituato a spendere poco, conosce i giovani. Non ha però "raccomandazioni" eccellenti. Deve in questo periodo far capire al presidente che lui può essere l’uomo giusto. Ci sono squadre di B e di Lega Pro che lo vorrebbero. Per ora Gibellini è in stand-by, aspettando la chiamata dell’Hellas e di Martinelli. Per i tifosi Gibellini sarebbe l’uomo ideale.

Martinelli ha poi parlato con altri ds. C’è anche l’ipotesi Osti-Prisciantelli reduci dalla stagione di Bergamo. Prisciantelli era il braccio destro di Previdi. Molte delle scelte fatte due anni fa portano la sua firma. Se Previdi era la "mente" della trattativa, Prisciantelli era il braccio. Era lui a dire all’anziano presidente chi erano i giocatori da prendere, Previdi alzava il telefono e intavolava i discorsi con i vecchi amici del mercato. Anche lui è un buon conoscitore del mondo dei giovani, e della Lega Pro in particolare. Avendo lavorato a costo zero con Arvedi, non ha problemi a "tagliare" i costi dell’attuale gestione. Bergamelli, Tiboni, Girardi e Parolo hanno giocato in serie B. Parolo è stato promosso in A. Tiboni, pur avendo giocato a singhiozzo con Remondina, con i suoi otto gol è il bomber delle ultime due stagioni.

Da questa scelta, dipenderà il futuro del Verona. Sarà tutto a cascata. Allenatore, squadra, progetto. E’ un momento cruciale. E stavolta, solo Martinelli può prendere queste decisioni. Un Martinelli che deve fare tesoro di quello che ha vissuto quest’anno, quando, forse, ha delegato troppo ai collaboratori, unica critica che gli si può imputare. E il presidente stavolta non può sbagliare.

 

CHE SCHIFO

 Eccoci qui: specializzati in feste (degli avversari). Che schifo. Che pena quella squadra che vagava in campo oggi a Pescara. 

Sono qui nella sala stampa di Pescara. Come tutti voi sto pensando a questo assurdo campionato. Buttato via in modo incredibile, bruciato sull’altare di errori pazzeschi.

Bonato ha sbagliato a puntare su Remondina, ha sbagliato a costruire una squadra per questo tecnico, ha sbagliato poi a difenderlo. Solo lui doveva e poteva sapere che la squadra era alla frutta, solo lui doveva cambiare tecnico. Il Verona era finito contro il Portogruaro, Vavassori ha prolungato l’agonia di una squadra che aveva perso per strada la colonna vertebrale.

Il Pescara ha meritato la promozione. Va detto e va scritto. Ora la palla passa a Martinelli, il nostro presidente che deve sapere che noi siamo ancora lì al suo fianco. Pronti ancora a sostenere l’Hellas. In A, in B o in C. Come abbiamo sempre fatto. A parte metterci un sacco di soldi e averne persi una montagna, lui colpe non ne ha.

Mi sono sorbito di tutto. Mi hanno dato del razzista, dell’incivile. Fuori stanno cantando chi non salta veronese è. Io non salto. Sono stufo. Ma la passione per l’Hellas non mi passerà mai. Lo dico a tutti quelli che adesso verranno qui a godere della nostra sconfitta. Più ci buttano giù, più ci tiriamo su. E per vedere il nostro cadavere dovrete pazientare ancora tantissimo. Gradirei una discussione all’altezza. Dimostriamo al mondo che noi siamo l’HELLAS VERONA.

NESSUN CRAMPO

 Un’immagine di domenica scorsa? Nessun giocatore del Verona ha finito con i crampi. Non vi sembra una buona notizia? A me sembra la migliore. Se pensate all’ultima con il Portogruaro, quando i nostri cadevano come le mosche dopo che è passato il ddt, vuol dire che il signor Vavassori Giovanni è riuscito nel miracolo.

Le gambe che girano hanno permesso al Verona di segnare all’ultimo secondo. Di solito, all’ultimo secondo, il gol lo abbiamo preso (Spal, Rimini, Portogruaro). Vuol dire anche che i preparatori atletici sono alle dipendenze di un allenatore. E che, a dettare i ritmi di un allenamento è l’head-coach, il mister, e non il preparatore.

Si chiama intensità d’allenamento. Chiedere a un qualsiasi giocatore dell’Hellas come si sentiva giovedì scorso dopo la seduta del signor Vavassori Giovanni da Bergamo.

Nessun crampo. A 38° in campo. Che bella notizia…

 

IL KILLER BARATTA NON CI HA AMMAZZATO

 E pensare che venerdì ho parlato di grande arbitro… Mi morsicherei la lingua dopo aver visto quello che ha combinato oggi il buon Baratta. Il quale resta un bravo arbitro: anche Farina lo era. Fenomeni quando devono indirizzare le partite in un certo modo.

Il problema è dunque capire se è venuto a Verona su "mandato" per affondare l’Hellas. E il dubbio mi è svanito quando ho rivisto la gomitata su Berrettoni. Se lasci in campo il giocatore del Pescara, dopo aver (nell’ordine)  dato un rigore che definire dubbio è un eufemismo, aver tollerato e permesso l’indegna gazzarra di Ganci senza estrarre neanche un giallo, la malafede va per forza accostata alla tua direzione di gara.

Mi sarebbe piaciuto parlare di questa cose con un dirigente della società, un rappresentante, ma anche oggi Bonato e Martinelli hanno preferito il silenzio. Io dico che tutelare il Verona è un obbligo e se persino uno che ha scelto come modo di vita il basso profilo come Luca Campedelli, ogni tanto fa la sua sfuriata contro gli arbitri, vuol dire che è giusto così. Almeno in Italia, che, come Campedelli insegna, non è (purtroppo) l’Inghilterra,

Non è questione di essere piangina o vittime. E’ questione che si pretende solo un po’ di rispetto e di partire con le stesse opportunità degli altri. Oggi la partita è stata gravemente compromessa dalle decisioni arbitrali vergognose che hanno penalizzato pesantemente l’Hellas. E solo il gol miracoloso di Russo permette al Verona di essere ancora vivo. Un Verona superiore al Pescara, che non deve avere nessuna paura di andare là a vincere perchè è nei suoi mezzi e nelle sue potenzialità. Vavassori ha fatto un capolavoro tattico nel primo tempo, la squadra è viva. Solo Baratta ha sovvertito i suoi piani perchè De Francesco, credo, non abbia ancora capito niente della partita, neanche adesso che sul pullman starà tornando a Pescara. Se il Verona è questo, il mio lieve pessimismo di sette giorni fa non ha senso di esistere. Siamo più forti del Pescara, non c’è dubbio. E, arbitri permettendo, lo dimostreremo sul campo.  

NESSUNA ILLUSIONE

 Affronto la finale dei play-off con animo leggero. La storia farà il suo corso, illusioni non ho intenzione di farmene. Il Pescara parte favorito e per raggiungere la B serve un’impresa. La gara con il Portogruaro ha lasciato dentro di me scorie che non riesco a espellere. Ma Vavassori ha riacceso una piccola fiammella. Devo essere sincero. Non avrei scommesso una lira sul Verona prima di Rimini. Pensavo che la squadra fosse finita. Il buon senso del tecnico di Bergamo ha fatto un piccolo miracolo. Io so che questa squadra ha delle ottime qualità Purtroppo è stata pilotata malissimo. Altrimenti non avrebbe perso quell’enorme vantaggio. L’acqua passata però non macina più. Ed ora è inutile tornarci su. Mi piace pensare a questo Verona come ad un manipolo di giocatori sbeffeggiati e umiliati che convogliano il loro orgoglio in campo per dimostrare a tutti che non sono finiti e che si meritano questa piazza. In silenzio. Senza proclami. 

NON CI SONO DUE HELLAS. MA UNO SOLO ORGOGLIOSO DEL PASSATO E CHE GUARDA AL FUTURO

 C’è l’immagine leggendaria del Verona dello scudetto. E l’immagine del Verona che arranca in serie C. Gli eroi non ci sono più, dice la Gazzetta questa mattina. E’ vero. Ma il Verona non è finito nel 1985. Lo dice uno che vive con l’altare dello scudetto a casa a cui accende un cero ogni mattina; il Verona è vivo e lotta insieme a noi. Mi dispiace, francamente, che per quattro o cinque mesi il Verona di oggi sia stato contrapposto al Verona di ieri. Che a tratti è sembrata quasi un’altra società. Non so di chi sia la responsabilità, ma non è stato un bello spettacolo. Un marketing contrapposto all’altro, un ufficio stampa “ufficiale” e uno “parallelo”, e via di questo passo. Persino due manifestazioni, una della società e l’altra organizzata dallo specialista in feste Luciano Marangon, che dopo anni che non metteva più piede a Verona, perso tra Formentera e le spiagge caraibiche, si è ripresentato in città per “creare” l’evento.

Una frattura evidente e che andrà ricomposta con buon senso. Sia da una parte, sia dall’altra. Il Verona di Martinelli è figlio del Verona di Chiampan. Deve essere onorato che nella propria storia esista quel tricolore. E il Verona dello scudetto deve avere rispetto di chi con fatica e sacrificio cerca oggi di riportare il Verona tra le grandi. Da tempo dico che Bagnoli, Mascetti e chi ha vinto quello scudetto sono una risorsa per l’Hellas. Non è possibile che nessuno di loro non sia coinvolto, a qualsiasi livello, nella società. C’è stato (soprattutto in passato…) quasi una sorta di ostracismo nei loro confronti. Forse la paura che facciano “ombra”, forse un timore reverenziale, forse semplice invidia: fatto sta che gli “eroi dello scudetto” non sono stati trattati bene. Mi sembrerebbe banale, per esempio, dare loro una tessera “vitalizia” con tanto di posto riservato nella tribuna del Bentegodi che potrebbe essere definita la “tribuna dello scudetto”. Che cosa costerebbe? Nulla, ma sarebbe un bel modo per dirgli “grazie”. Detto questo, però, bisogna ricordare a tutti che senza Martinelli il Verona sarebbe morto e sepolto. E che è lui a rappresentare l’Hellas del presente e del futuro. Ed è quindi giusto che gli uomini di questo Verona vengano scelti dal presidente in base alle loro capacità e attitudini e non in base al loro passato. E’ una sintesi e una scelta che deve fare solo Martinelli. Essendo lui che paga ha il diritto di avere questo privilegio. A noi, semmai, il compito di giudicare se ha fatto bene o male. Tenendo presente che la storia, lo scudetto, quegli uomini sono la nostra forza. Ma altrettanto, voglio dirlo senza timore alcuno, non esiste un “altro” Verona, con un suo presidente e una sua anima parallela. E’ tempo di sedersi attorno ad un tavolo e discuterne. Facendo tutti un passo indietro. Per il bene dell’Hellas Verona. Di ieri, di oggi e di domani.

Ps: da questo topic, tutti coloro che vorranno intervenire con un commento dovranno dare la loro e-mail. Non è una registrazione vera e propria, ma è necessario avere una casella di posta valida e registrata perchè la conferma, dopo avere scritto arriverà lì. In queste settimane, per evitare problemi e “testare” il sistema avevamo abilitato le circa tremila e-mail presenti nel nostro database. Da oggi non è più così. E’ sufficiente dunque dare la propria mail e confermare il commento una volta sola. Da quel momento siete abilitati a scrivere per sempre. E’ chiaro che mi riservo di “bannare” coloro che non si atterranno alle regole dell’educazione e del vivere civile.

Mi appello al buon senso di tutti per continuare a tenere aperto questo spazio di libero dibattito. La censura a mio avv

LA PORTA DI SERVIZIO

 L’incredibile giostra del campionato di Lega Pro offre al Verona di rientrare in gioco dalla porta di servizio. Dopo aver incredibilmente scialacquato un vantaggio lungo un chilometro, nonostante l’oggettiva pochezza degli avversari durante la regular season, l’Hellas ha raggiunto la finale dei play-off e da qui potrà arrivare alla serie B.

L’avvento di Vavassori ha ridato un minimo di speranza ad un ambiente depresso e amareggiato. Il buon senso dell’allenatore bergamasco, le sue dichiarazioni, il suo modo di giocare sono la miglior notizia possibile di questo periodo. Ma ora viene veramente il difficile. La doppia gara che attende il Verona sarà un compendio di emozioni, di tensione, di fortuna a cui nulla si può paragonare.

Il Verona ha già fallito una gara di questo tipo. E vista così viene da dire che questa squadra non ha la mentalità, la rabbia, la cattiveria, la gamba per giocarsi 180 minuti alla morte. Ma nel calcio proprio quando credi di poter dare una sentenza finisce che succede il contrario. C’è un dato che potrebbe ribaltare questa teoria: il Verona stavolta non partirà favorito come ha sempre fatto durante la stagione. Per una volta non sarà la squadra da battere. Stavolta saremo noi il Portogruaro della situazione. Insomma io la vedo e la vivo così: non ho intenzione di farmi nessuna illusione, anzi parto leggermente pessimista. Se poi l’Hellas vorrà regalarmi, finalmente, qualche soddisfazione, beh… direi che me la sono meritata per tutto quello che ho sofferto in questi anni.