LA RIVOLUZIONE DI SICILIANO

 Io sono dell’avviso che quando in una stanza l’aria è viziata, quando si è sbagliato un obiettivo, quando l’amarezza e la delusione prendono il sopravvento, è bene aprire le finestre e far entrare una bella boccata di ossigeno per ritemprare la mente, creare nuovi stimoli, ridare voce alla speranza.

Vedo che il Verona ha preso questa strada. Una "rivoluzione" morbida, l’abbiamo chiamata. Una rivoluzione in piena regola, ci correggiamo oggi. Rivoluzione che parte dalla stanza dei bottoni e che arriverà inevitabilmente fin dentro la squadra veronese, quella stessa squadra che da una parte è stata a lungo in testa al campionato, ma che poi è crollata fallendo miseramente l’obiettivo.

E’ cambiato praticamente tutto dentro all’Hellas. Direttore sportivo, allenatore, team-manager, medico sociale. E cambieranno i giocatori, almeno nella parte di chi ha reso poco, guadagnando tanto, troppo. Una strada netta e decisa quella presa da Benito Siciliano, braccio destro di Martinelli, che forse doveva essere presa qualche tempo fa (per esempio non appena il presidente di Sandrà aveva acquistato la squadra…).

Ora si spera che i nuovi stimoli, possano portare a rimediare agli errori della scorsa stagione, errori emersi con forza alla fine. E so che Gibellini e Siciliano preparano anche qualche bella sorpresa per il finale del calciomercato… Senza sprecare altre parole il mio consiglio-speranza è questo: prendete una punta forte, una punta che segna, un bomber vero. Risparmiate ovunque ma non risparmiate lì!

 

GIUDIZIO FINALE

 Da chi iniziare se non da quell’ometto biondo, gentile fino all’eccesso, di nome Remondina (voto 2)? L’allenatore ci ha illuso rilanciando di domenica in domenica sul tavolo verde l’intera posta, sperando nell’uscita del 24 e invece alla fine è uscito il 25 e lui ha perso tutto e noi ancora di più. Possibile che nessuno in società se ne sia accorto? Dov’era il dottor Bonato (voto 1)? Dice: avessi saputo l’avrei cacciato via. Certo: ma solo lui poteva sapere. E ascoltare, magari anche le titubanze del presidente che timidamente chiedeva: “Non sarebbe meglio cacciarlo?”. Martinelli (voto 10 per l’impegno) non ha ascoltato se stesso ritenendo di essere in un mondo non suo. Fosse stato in una fabbrica tessile avrebbe probabilmente rivoltato macchine e operai. Poi lo stesso presidente ha fatto piazza pulita (di nuovo 10) riaffidando la baracca a Benito Siciliano (voto 10 per non aver detto parola quando un suo verbo poteva scatenare un putiferio). Ed ora ecco Gibellini, dalla cui opera dipenderà il domani del Verona. Il voto a lui lo daremo alla fine del mercato, tenendo presente due cose: 1) deve lavorare su una squadra che lui non ha costruito. 2) deve rimediare a errori e a ingaggi fuori misura per la categoria, dispensati, guarda caso a chi è stato meno utile alla causa gialloblù. Proprio così: siamo ai giocatori. Il mio primo pensiero va a Selva (voto 4) , detto la “Belva”. Ha segnato sette gol e dobbiamo concedergli l’attenuante della sfortuna. Ma il suo infortunio resta un mistero da Csi. E le sue dichiarazioni una mina nello spogliatoio. L’atteggiamento finale, dopo l’esonero di Remondina, troppo infantile per un leader dello spogliatoio.In mezzo a tanta delusione c’è anche chi ha onorato la maglia sino alla fine.

Parlo di Ceccarelli (voto 7), sei gol all’attivo, un esempio per tutti. A me è piaciuto anche Comazzi (voto 7). Nell’anno in cui si giocava il contratto ha tenuto duro e offerto buone prestazioni. Ad un certo punto gli è stato preferito (anche qui senza un reale motivo) Anselmi (voto 5) e alcuni equilibri (in campo e fuori) sono andati a farsi benedire. Peccato che Rafael (voto 4) non sia riuscito a metterci una pezza. Il brasiliano mi ha deluso nelle gare più importanti del campionato. La sua incredibile altalena nel rendimento ne mette a repentaglio la riconferma. Mi aspettavo molto di più da Julio Rantier (voto 4). Sfortunatissimo, D’Artagnan, è partito con l’handicap della pubalgia, poi ha lottato in un ruolo non suo, infine si è strappato. Ma la sensazione è che sia stato sempre molto lontano dal buon giocatore che aveva fatto realmente la differenza l’anno prima. Affronto anche l’argomento Colombo (voto 5): Corrado leggerà queste righe con trepidazione. Reputo Corrado un ottimo giocatore e proprio per questo mi aspetto da lui cose elevate. Ho visto “barlumi” del vero Colombo solo con Vavassori (voto 7). Il che mi fa pensare che con Remondina non facesse quello che sa fare. Per me deve trovare un “estimatore”, un allenatore che ne capisca potenzialità e difetti. Se Giannini lo facesse potrebbe ritrovarsi tra le mani un attaccante con una qualità introvabile in questa categoria. Ho accennato a Vavassori: il "Vava" poteva diventare un eroe se avesse portato il Verona in B. Ma in un mese e mezzo ha fatto capire a tutti che se fosse arrivato prima non c’era bisogno di giocare i play-off, perchè probabilmente la baracca l’avrebbe raddrizzata. Ha rivitalizzato la squadra contro il Rimini e abbozzato un capolavoro tattico nel primo tempo casalingo con il Pescara. Una gara che era da vincere 2-0 e che è stata pareggiata miracolosamente. L’ultima immagine è quella di Pescara. Non positiva, purtroppo. Anche lui in quella gara ha sbagliato molto.

IO CREDO, RISORGERO’

Capisco lo scoramento e il pessimismo dilagante. Capisco che abbiamo solo bisogno di fatti e non di parole. Capisco che per l’ennesima volta siamo stati traditi e mazziati. Capisco che non c’è nessuna voglia di crederci, anche se ci crediamo lo stesso.

Però mi pare che il lamento, il costante, inutile stridere lamentoso sia diventato modo di essere tra i tifosi del Verona. Ci si lamenta di tutto e per tutto. E tutti parlano: anche quelli che non sanno e che poi magari ammettono: la partita non l’ho vista… Allo stadio non ci vado. Si discute persino sul blu della maglietta. Dice: voglio il blu originale del Verona: è una frase fatta. Nessuno sa qual è il blu originale. C’è il blu anni ’70, diverso da quello degli anni ’80. Nessuno sa, che per tagliare la testa al toro, il blu è stato direttamente acquisito dal gonfalone comunale. Più originale di così…

Ma intanto ci si lamenta e si critica chi lavora. Arriva Giannini? E allora andiamo a vedere il curriculum di Giannini, esonerato quando era imberbe allenatore. Non sapendo che nessun tecnico del mondo, tranne pochi eletti fortunati, ha occasioni all’inizio della carriera se non in condizioni dure ed estreme. Fu così per Prandelli, per Del Neri e per chissà quanti altri. Tutti esonerati, tutti poi diventati grandissimi tecnici.

Buste al mercato? E giù critiche perchè invece la società doveva spendere milioni di euro cedendo ai ricatti degli altri e non va bene così, bisognava fare in un altro modo. Un giocatore passa dall’essere un campione a un coglione di proporzioni galattiche in una domenica. Di Gennaro? E’ un brocco. Così come in passato abbiamo battezzato brocchi Cossu, Gilardino, Dossena e mille altri. Qualcuno in verità lo era veramente. Per esempio Willy da Silva o il duo delle meraviglie Pizzinat e Soligo o il bomber (bomber?) Morante. Magari il problema non erano Di Gennaro, o Colombo, o Berrettoni ma solo come giocava il Verona, cento metri lontano dalla porta…

Una lunga, interminabile estenuante lamentela di sottofondo che è diventata per assurdo il nostro modo di essere tifosi dell’Hellas. Sospettosi, diffidenti, arrabbiati, senza pazienza. Il problema è che lo sono anch’io, purtroppo, perchè è difficile dare fiducia a qualcuno se non arrivano i risultati. L’abbiamo fatto con Bonato: e il tradimento è stato ancora più cocente e drammatico. Però attenzione ragazzi: non riversiamo questa diffidenza e questa incazzatura su chi sta lavorando adesso. Lo so che non è facile. Ma se non recuperiamo un minimo di fiducia e di ottimismo, non andiamo da nessuna parte. Io credo: risorgerò…

I RETROSCENA DELL’INGAGGIO DI GIANNINI

 C’è un piccolo capolavoro di costanza e di abilità dietro l’ingaggio di Giannini. Il tecnico è sempre stata la prima scelta di Gibellini. Abilmente celata dietro una cortina di nomi fatti circolare per depistare dal vero obiettivo. Il nome piaceva anche a Siciliano che già l’aveva proposto l’anno scorso al posto di Remondina. Calori, Sannino, Apolloni, Madonna, Baroni erano tutte idee, forse caramelle disseminate per la strada per sviare l’attenzione dall’obiettivo principale. In realtà Siciliano e Gibellini si sono messi in auto di buonora stamattina non svelando a nessuno dov’erano diretti. Avevano un appuntamento a Firenze con il Principe. E lì hanno iniziato la loro partita a scacchi. Non facile. C’era da smontare pezzo per pezzo la concorrenza del Padova con cui Giannini aveva più di un accordo. Il Padova offriva soldi e la serie B. Il Verona, il fascino di una piazza senza uguali e la passione di due dirigenti che si sono buttati a capofitto nel lavoro per far dimenticare ai tifosi e, forse anche al presidente, l’amarezza di un finale dissenato e a suo modo drammatico.

La trattativa è durata sei ore. Cellulari blindati, solo poche comunicazioni con l’esterno. "E’ una guerra" sussurravano in coro Gibellini e Siciliano a chi riusciva a comunicare con loro. "Verona è la tua piazza. Non puoi dirci di no" intanto spiegavano al Principe. E lui era sempre più conquistato dall’incredibile tenacia dei due che non mollavano di un centimetro. Il Verona ha approfittato anche dei tentennamenti societari del Padova dove Zanzi non è ancora arrivato e dove la notizia della giornata, quella di un ritorno di Pastorello, ha gettato ombre oscure sui biancoscudati.

Alla fine ha vinto il Verona e Martinelli. Che in dieci giorni ha ridato speranza al Verona, facendo ancora una volta parlare più i fatti delle parole. Prima Siciliano, poi Gibellini, adesso Giannini e poi la squadra. Martinelli merita un applauso fortissimo per come si è rialzato dal ko di Pescara e per come ha ridato un domani a tutti noi tifosi. Ci scusino adesso se non possiamo sperticarci in lodi e aspettiamo solo i risultati. Ma, sono sicuro che ognuno di noi, non vede l’ora che riaprano i bigonci del Bentegodi. Per fare il nostro abbonamento. Il nostro eterno, incrollabile atto d’amore per questa squadra e per questa società.

SERIE B? NON FACCIAMOCI ILLUSIONI

 Alzi la mano chi di voi crede nella giustizia sportiva italiana. E’ per questo motivo che non mi faccio nessuna illusione su un possibile ripescaggio in serie B del Verona. Ed è per questo non intendo alimentare un discorso che resta confinato nel campo dell’ipotesi.

Qualcuno di voi, simpaticamente e ironicamente, diceva qualche tempo fa in un post: "Semmai il Verona avesse veramente la possibilità di essere ripescato, inventerebbero una legge per tagliarci fuori…". Già, magari direbbero che non siamo amanti del pesce (marcio) o che eravamo troppi a Busto Arsizio per uno spareggio…

Perchè si verifichi un ripescaggio è prima di tutto necessario che ci siano una o più squadre che non riescono a iscriversi al campionato di serie B. Ma vi sembra possibile? Dai siamo seri: i bilanci delle società sono quanto di più fasullo esista sulla faccia della terra, le pene per chi trasgredisce sono irrisorie o sono state tolte, il falso in bilancio è una tacca di merito nel paese dei furbi, ogni anno assistiamo a campionati falsati perchè una squadra fallisce cammin facendo, e noi pensiamo davvero che una o più squadre ceda, lasciando a noi il posto? Siamo in Italia, ragazzi, mica in Germania o in Inghilterra…

E poi è necessario stilare una graduatoria. Il nostro fratello gialloblù Lorenzo eccetera eccetera, mi ha spedito un’ipotetica classifica basata su alcuni parametri. Ebbene pare che la Triestina sia davanti a noi. E quindi per sperare in un ripescaggio dovrebbero mollare in due.

Detto questo: bene fa l’amministratore delegato Benito Siciliano a prepararsi ad un’eventualità del genere ottemperando agli obblighi previsti (compresa una fidejussione da un milione di euro…). Magari ci risvegliamo una mattina e scopriamo che siamo miracolosamente diventati un paese serio…

A proposito di paese serio: un piccolo passo sarebbe leggere la notizia che il ministro degli interni della Lega Nord Roberto Maroni ha rimosso questore e prefetto di Pescara per quello che è successo prima, durante e dopo la partita . Sarebbe bello sapere come sia stato possibile che qualcuno sia entrato in uno stadio blindato per depositare topicida e pesce marcio, chi abbia aperto quei cancelli e perchè nessuno delle forze dell’ordine se ne sia accorto;  e come sia stato possibile che migliaia di persone abbiano invaso il terreno di gioco fino a portarsi sotto la curva avversaria provocando per oltre un’ora i tifosi avversari. E’ passata una settimana ma a parte un’interrogazione parlamentare, nessuna nuova. Francamente mi scappa una risata…

IL NUOVO VERONA

 Ieri sera è nato il nuovo Verona. Dietro alla scelta del presidente Martinelli di ingaggiare Mauro Gibellini ci stanno quattro giorni di duro lavoro, passati con l’anima sconfitta e la rabbia per la promozione buttata nel vento. Trovare la lucidità in questi casi non è facile. Il rischio di "ingerenze esterne" per dirla alla Bonato, è stata fortissima. Per fortuna Martinelli non ha ceduto a queste ingerenze, come forse e direi purtroppo ha fatto una volta in passato, pur nella completa buonafede. E, grazie anche a Benito Siciliano, ha operato una scelta oculata e ponderata. In lizza erano rimasti due ds. Appunto Gibellini e Riccardo Prisciantelli. Entrambi, a mio avviso, gente di calcio, che conosce perfettamente categoria e giocatori. Nel calcio i venditori di fumo sono dietro l’angolo. C’è gente abile a fare trattative, a tessere rapporti con i procuratori, ma che i calciatori li vede con il binocolo. Sono pochi quelli che macinano chilometri con le loro auto e vanno a seguire gare giovanili, di C1 e di C2. Sono pochi anche coloro che riescono a capire che dietro un Pugliese (nome che non faccio a caso…) c’è un giocatore che può fare bene anche in una categoria superiore… Gibellini e Prisciantelli erano due di questi. C’è stato un momento ieri sera in cui Prisciantelli aveva superato Gibellini. Martinelli, dopo averlo incontrato, sembrava più propenso a sposare il suo progetto. Prisciantelli voleva anche Osti, per fare il direttore generale, una sorta di "ombrello". Un ulteriore "peso" per la società. E forse questo ha fatto decidere per Gibellini, oltre che, naturalmente per le sue doti umane e la sua idea di calcio. Ho sentito il "Gibo" ieri sera. Era come un bambino che avesse visto per la prima volta un luna-park. Gibellini fa parte di quella schiera di ds poco pubblicizzati. E’ uno concreto che non vende "fumo". Sa che ora dovrà mettere mano nella palude, che dovrà fare le scelte giuste, anche se all’orizzonte non sono previste rivoluzioni. Ha lavorato a Verona in due occasioni: prima del fallimento e poi con Pastorello, cioè in uno stato pre-fallimentare visto che non c’erano soldi e Pastorello in quel momento era un presidente in fuga (poi tornò a dicembre, giusto in tempo per vendere Italiano…). Nonostante queste due situazioni aveva lavorato bene, scoprendo giocatori sconosciuti e rivalutandone altri che a Verona, con troppa facilità, avevamo ammazzato. Un giorno a Bussolengo, durante un allenamento, mi parlava di Cassani come di un giocatore che poteva andare in nazionale. Dentro di me sorrisi e un po’ pensai che "Gibo" fosse matto. Ero io che non avevo capito nulla. Spero che ora "Gibo" possa lavorare con tranquillità. So che lo farà solo per il bene del Verona. Ci aspettiamo tantissimo da lui. La sua fame di riscatto, è la nostra. Su questo si giocherà la prossima stagione. Buon lavoro, Mauro.

PRESIDENTE, ADESSO FACCIA LE SCELTE GIUSTE

 Martinelli ha chiesto un paio di giorni di tempo per riflettere. E’ giusto. Il presidente deve resettare l’ambiente prima di partire per la nuova stagione. Dopo aver scialacquato in modo pazzesco la promozione in B, bisogna raccogliere i cocci e cercare di metterli assieme. Il primo problema, il più impellente da affrontare per fare chiarezza, è quello del direttore sportivo. Bonato non ha smentito, durante il periodo dei play-off, le voci che arrivavano da Sassuolo: significa che c’è del vero e che lui ha già un accordo con il signor Mapei.

Bonato è però legato al Verona da due anni di contratto e quindi dovrà convincere Martinelli a lasciarlo andare. Ci sarà una trattativa e per certi versi non sarà semplice. Martinelli potrebbe anche decidere di continuare con l’attuale ds per completare quel percorso biennale di cui si era, anche retoricamente, parlato. E’ una scelta rischiosa: Bonato è finito sul banco degli imputati per la stagione buttata. La squadra costa molto e in relazione al costo ha raccolto nulla. In più Bonato è entrato in conflitto con l’amministratore Siciliano, braccio destro di Martinelli, definito dal presidente il "mio cane da guardia". Siciliano fino ad oggi è rimasto zitto, non ha concesso interviste è in "ferie forzate". Ma è chiaro che se Martinelli gli chiederà di rientrare, non lo farà con Bonato al suo fianco.

Martinelli allora potrebbe scegliere una linea della continuità. Scegliere cioè un uomo legato a Bonato, forse addirittura consigliato dallo stesso. Ecco allora che è spuntata la candidatura di Magalini, il ds del Mantova. Magalini fa parte della "ragnatela" Sartori, è molto vicino al Chievo, ed è reduce dal disastro mantovano, dove addirittura la società rischia di scomparire dopo la retrocessione in Lega Pro. E’ lui l’uomo giusto per il Verona?

Altra ipotesi: quella che porta a Gibellini. "Gibo" ha lavorato bene, in tempi grami per il Verona. E’ uno abituato a spendere poco, conosce i giovani. Non ha però "raccomandazioni" eccellenti. Deve in questo periodo far capire al presidente che lui può essere l’uomo giusto. Ci sono squadre di B e di Lega Pro che lo vorrebbero. Per ora Gibellini è in stand-by, aspettando la chiamata dell’Hellas e di Martinelli. Per i tifosi Gibellini sarebbe l’uomo ideale.

Martinelli ha poi parlato con altri ds. C’è anche l’ipotesi Osti-Prisciantelli reduci dalla stagione di Bergamo. Prisciantelli era il braccio destro di Previdi. Molte delle scelte fatte due anni fa portano la sua firma. Se Previdi era la "mente" della trattativa, Prisciantelli era il braccio. Era lui a dire all’anziano presidente chi erano i giocatori da prendere, Previdi alzava il telefono e intavolava i discorsi con i vecchi amici del mercato. Anche lui è un buon conoscitore del mondo dei giovani, e della Lega Pro in particolare. Avendo lavorato a costo zero con Arvedi, non ha problemi a "tagliare" i costi dell’attuale gestione. Bergamelli, Tiboni, Girardi e Parolo hanno giocato in serie B. Parolo è stato promosso in A. Tiboni, pur avendo giocato a singhiozzo con Remondina, con i suoi otto gol è il bomber delle ultime due stagioni.

Da questa scelta, dipenderà il futuro del Verona. Sarà tutto a cascata. Allenatore, squadra, progetto. E’ un momento cruciale. E stavolta, solo Martinelli può prendere queste decisioni. Un Martinelli che deve fare tesoro di quello che ha vissuto quest’anno, quando, forse, ha delegato troppo ai collaboratori, unica critica che gli si può imputare. E il presidente stavolta non può sbagliare.

 

CHE SCHIFO

 Eccoci qui: specializzati in feste (degli avversari). Che schifo. Che pena quella squadra che vagava in campo oggi a Pescara. 

Sono qui nella sala stampa di Pescara. Come tutti voi sto pensando a questo assurdo campionato. Buttato via in modo incredibile, bruciato sull’altare di errori pazzeschi.

Bonato ha sbagliato a puntare su Remondina, ha sbagliato a costruire una squadra per questo tecnico, ha sbagliato poi a difenderlo. Solo lui doveva e poteva sapere che la squadra era alla frutta, solo lui doveva cambiare tecnico. Il Verona era finito contro il Portogruaro, Vavassori ha prolungato l’agonia di una squadra che aveva perso per strada la colonna vertebrale.

Il Pescara ha meritato la promozione. Va detto e va scritto. Ora la palla passa a Martinelli, il nostro presidente che deve sapere che noi siamo ancora lì al suo fianco. Pronti ancora a sostenere l’Hellas. In A, in B o in C. Come abbiamo sempre fatto. A parte metterci un sacco di soldi e averne persi una montagna, lui colpe non ne ha.

Mi sono sorbito di tutto. Mi hanno dato del razzista, dell’incivile. Fuori stanno cantando chi non salta veronese è. Io non salto. Sono stufo. Ma la passione per l’Hellas non mi passerà mai. Lo dico a tutti quelli che adesso verranno qui a godere della nostra sconfitta. Più ci buttano giù, più ci tiriamo su. E per vedere il nostro cadavere dovrete pazientare ancora tantissimo. Gradirei una discussione all’altezza. Dimostriamo al mondo che noi siamo l’HELLAS VERONA.

NESSUN CRAMPO

 Un’immagine di domenica scorsa? Nessun giocatore del Verona ha finito con i crampi. Non vi sembra una buona notizia? A me sembra la migliore. Se pensate all’ultima con il Portogruaro, quando i nostri cadevano come le mosche dopo che è passato il ddt, vuol dire che il signor Vavassori Giovanni è riuscito nel miracolo.

Le gambe che girano hanno permesso al Verona di segnare all’ultimo secondo. Di solito, all’ultimo secondo, il gol lo abbiamo preso (Spal, Rimini, Portogruaro). Vuol dire anche che i preparatori atletici sono alle dipendenze di un allenatore. E che, a dettare i ritmi di un allenamento è l’head-coach, il mister, e non il preparatore.

Si chiama intensità d’allenamento. Chiedere a un qualsiasi giocatore dell’Hellas come si sentiva giovedì scorso dopo la seduta del signor Vavassori Giovanni da Bergamo.

Nessun crampo. A 38° in campo. Che bella notizia…

 

IL KILLER BARATTA NON CI HA AMMAZZATO

 E pensare che venerdì ho parlato di grande arbitro… Mi morsicherei la lingua dopo aver visto quello che ha combinato oggi il buon Baratta. Il quale resta un bravo arbitro: anche Farina lo era. Fenomeni quando devono indirizzare le partite in un certo modo.

Il problema è dunque capire se è venuto a Verona su "mandato" per affondare l’Hellas. E il dubbio mi è svanito quando ho rivisto la gomitata su Berrettoni. Se lasci in campo il giocatore del Pescara, dopo aver (nell’ordine)  dato un rigore che definire dubbio è un eufemismo, aver tollerato e permesso l’indegna gazzarra di Ganci senza estrarre neanche un giallo, la malafede va per forza accostata alla tua direzione di gara.

Mi sarebbe piaciuto parlare di questa cose con un dirigente della società, un rappresentante, ma anche oggi Bonato e Martinelli hanno preferito il silenzio. Io dico che tutelare il Verona è un obbligo e se persino uno che ha scelto come modo di vita il basso profilo come Luca Campedelli, ogni tanto fa la sua sfuriata contro gli arbitri, vuol dire che è giusto così. Almeno in Italia, che, come Campedelli insegna, non è (purtroppo) l’Inghilterra,

Non è questione di essere piangina o vittime. E’ questione che si pretende solo un po’ di rispetto e di partire con le stesse opportunità degli altri. Oggi la partita è stata gravemente compromessa dalle decisioni arbitrali vergognose che hanno penalizzato pesantemente l’Hellas. E solo il gol miracoloso di Russo permette al Verona di essere ancora vivo. Un Verona superiore al Pescara, che non deve avere nessuna paura di andare là a vincere perchè è nei suoi mezzi e nelle sue potenzialità. Vavassori ha fatto un capolavoro tattico nel primo tempo, la squadra è viva. Solo Baratta ha sovvertito i suoi piani perchè De Francesco, credo, non abbia ancora capito niente della partita, neanche adesso che sul pullman starà tornando a Pescara. Se il Verona è questo, il mio lieve pessimismo di sette giorni fa non ha senso di esistere. Siamo più forti del Pescara, non c’è dubbio. E, arbitri permettendo, lo dimostreremo sul campo.