E ORA VEDIAMO SE SIAMO I PIU’ FORTI

 Io non ho dubbi: il Verona ha la squadra più forte del campionato. E per capirlo non vado a vedere la squadra titolare. Mi basta scorrere la panchina di domenica scorsa: Ingrassia, Massoni, Garzon, Dalla Bona, Colombo, Di Gennaro, Farias. In tribuna c’erano Rantier, Bertolucci, Campisi, Burato. Quale altro allenatore di questa categoria ha tante frecce al proprio arco, tante possibilità di modificare l’assetto, una panchina tanto lunga e tutta di potenziali titolari? Nessuno probabilmente. Io non ho dubbi. Martinelli ha consegnato a Remondina una Ferrari, con l’obbligo di vincere. Che non è mai facile, ma magari è più semplice al volante di una fuoriserie. I patemi d’animo di quest’ultimo periodo (diciamo due mesi…) sono assolutamente ingiustificati. Ma siccome l’acqua passata non macina più (anche se alcuni valutazioni la società dovrà per forza farle dopo il nove maggio…), è meglio guardare ai 180 minuti che abbiamo davanti. Perchè dovremo avere paura di Rimini e Portogruaro? Perchè dovrebbero essere loro le favorite? In 180 minuti, due gare appena, il Verona ha la possibilità di fare veramente vedere il suo valore. Altissimo, come detto. Sono partite che si risolveranno con un colpo d’ala, un gioco di magia e il Verona ne ha tanti di giocatori che possono risolvere il match. Sono due gare da giocare a forza mille, senza fare calcoli, senza giocare al risparmio. E’ il momento di fare vedere che siamo veramente i più forti.

PANCHINA LUNGA, USIAMOLA BENE

 Io credo che Remondina debba inventarsi qualcosa se vuole arrivare alla B. Oggi il Verona ha vinto e quindi viva il Verona. Ma la sensazione che la squadra sia sulle gambe, incapace di dare il ritmo alla partita è evidente. E se invece del Taranto, ormai spento e demotivato ci fosse stato il Portogruaro che verrà qui per giocarsi tutto in una partita le cose sarebbero andate in altro modo. Ma il Verona ha, per fortuna, molti vantaggi da mettere in campo.

Per prima cosa giocherà quella gara nel catino bollente del Bentegodi che sarà zeppo di gente. E poi nessuno come Remondina ha una panchina così importante. E questo a 180′ dalla fine è la carta migliore da sfruttare. La distribuzione degli sforzi è fondamentale.

Penso a Dalla Bona, a Garzon, a Farias, a Campagna , a Di Gennaro, a Rantier, che dovrebbe tornare in gruppo già da martedì. Gente che da sola potrebbe far fare il salto di qualità in qualsiasi delle nostre avversarie. Sono loro a farci guardare in avanti con speranza.

IL CAMPIONATO NUOVO DI REMONDINA

 Apprendo felice da mister Remondina che "per il Verona è iniziato un campionato nuovo".

Il mister mi ha spiegato oggi che ha "visto evidenti miglioramenti nella squadra". Ho cercato di dirgli che mi è stato difficile vederli. "Se non li hai visti è meglio che cambi mestiere" mi ha replicato Remondina che si riferiva nella sua analisi alle gare di Pescina e Marcianise. Se penso a quel Verona effettivamente devo dare ragione al mister. Del resto fare peggio del nulla sarebbe stato difficile.

Ho respirato aria convinta. Ma anche un pelo di nervosismo, comprensibile. Il Verona si gioca tutto in tre partite. Venti giorni per non buttare via il campionato. Il paracadute c’è e si chiama play-off. Ma è quel tipo di paracadute che può anche non aprirsi.

Intanto bisogna battere il Taranto. Spero di vedere in campo dall’inizio Dalla Bona. Secondo me Sam può giocare anche zoppo in questa categoria. A tre giornate dalla fine è arrivato il suo turno, anche per non far cadere in farsa il suo arrivo a Verona.

Servono forze fresche. E anche qualche idea nuova. Selva può essere un buon corroborante. Rantier sarà preziosissimo nel finale. Ricordo che questa squadra era stata definita una Ferrari e ad un certo punto dopo gli acquisti di Di Gennaro e proprio Dalla Bona, addirittura biturbo. E’ tempo di accelerare, sperando che la benzina basti.

 

SEI DELL’HELLAS? ALLORA DEVI SOFFRIRE

A questo punto è difficile dire se il Verona andrà direttamente in serie B. Si può essere ottimisti e si può essere pessimisti. Francamente faccio fatica a iscrivermi al primo partito. Il Verona ha buttato via troppi punti in questo campionato e solo l’insipienza delle avversarie gli ha permesso di restare al comando. Ancora una volta, contro la Spal, il Verona si è ritrovato tra le mani il campionato. Il gol di Selva, nonostante una partita insipida della squadra, permetteva all’Hellas di riprendersi la vetta della classifica e soprattutto era l’iniezione più importante per il morale. Quel gol di Meloni al 45′ ci ha rimesso la testa sotto acqua e ci costringerà ad affrontare in apnea le ultime tre giornate.

D’altro canto ancora nulla è stato scritto. Proprio la gara del Portogruaro con il Foggia, la più facile e più scontata della giornata ci ha detto che tutto è possibile. Ma il Verona non può più pensare di vivere con i regali altrui che prima o poi finiranno. La vittoria manca ormai dal 29 marzo (1-0 con il Giulianova). Nelle ultime sette gare abbiamo segnato la miseria di 4 gol. Eppure siamo ancora lì a tenere viva la speranza, perchè quella è l’unica cosa che non deve mancare. Anche se si fa sempre più fatica. Ma lo sappiamo: sei dell’Hellas? Allora devi soffrire.

VINCEREMO A SPAL

 Una volta, tanto tempo fa, il Verona partecipò alla Coppa Uefa. Dopo aver superato i trentaduesimi di finale (32°, allora si partiva da lì…) vincendo in due straordinarie partite contro la temibilissima Stella Rossa (1-0 all’andata, 3-2 a Belgrado, per la cronaca), la squadra di Bagnoli affrontò lo Sturm Graz, squadra austriaca di onesti pedatori. All’andata la partita, bellissima ed emozionante finì 2-2 con una rete di Galderisi ad acciuffare gli austriaci. In quella straordinaria serata, nonostante l’amarezza del pareggio, la gente del Bentegodi e una meravigliosa Curva Sud, s’inventò il famoso coro: "Vinceremo a Graz". Era un modo per caricare quei ragazzi, dire loro che ci credevamo ancora e che avremo fatto un altro gigantesco serpentone per l’Austria. Al ritorno finì 0-0, purtroppo e sebbene imbattuto in Europa, il vecchio Hellas venne eliminato. E nonostante la delusione, comunque, eravamo tutti grati all’Hellas, per l’impegno e per le emozioni che ci aveva fatto vivere.

Oggi mi piacerebbe che urlassimo ancora e perchè fermamente convinti come lo fummo allora quel "Vinceremo". Stavolta a Spal, pardon a Ferrara, dove passa il nostro campionato. Perchè l’importante è crederci. Noi, come la squadra. Che, se ancora non l’ha capito, dal pubblico di Verona riceverà comunque applausi se avrà sputato sangue e messo in campo gli attributi. Come successe, se non sbaglio, caso unico nell’italico paese, anche quando retrocedemmo in serie C. 

RIFLETTIAMO BENE

 Sono appena tornato dalla sede del Verona. Credo che quello che è successo domenica sera non ha necessità di commenti. L’imbecille assassino che ha tirato quel sasso che ha rischiato di ammazzare qualcuno nel pullman della squadra non è degno di essere chiamato " tifoso del Verona". Non può essere un ragazzo gialloblù, uno di quelli che amano il Verona. Quel sasso, paradossalmente che poteva fare molto male, ha oggi il potere di essere un toccasana.

A patto che generi una seria riflessione collettiva anche sul nostro essere tifosi. Siamo in preda ad un generale psicodramma che rischia di affondare la nave e con essa anche noi. Ci sta un mugugno, un coro di dissenso, un commento su un blog. Anche forte.

Ma questo non può essere la licenza di uccidere in mano a qualcuno. Il Verona è nostro, dobbiamo riprendercelo. Lo dico ora, prima che sia tardi. Siamo primi in classifica, non ultimi, il campionato è nelle nostre mani, la società è forte e decisa, la serie B è ancora lì a due passi. Farci del male da soli è un gioco da veri deficienti autolesionisti. E qui, francamente non c’entra niente Remondina. Qui c’è in ballo qualcosa di molto più grosso. La vita stessa della nostra società che dipende dalle nostre azioni. 

LA DIFFICILE SCELTA DI MARTINELLI

 

Mio figlio Robertino ha sei anni. Se gli avessi detto oggi: "Vai allo stadio a giocare con la maglia dell’Hellas", sicuramente avrebbe avuto meno paura di chi è sceso in campo oggi. Avrebbe almeno tirato qualche scarpata a qualcuno.

La paura è un sentimento che hanno i perdenti. Non esiste aver paura di uno stadio così. Nè di questa maglia. La situazione che si è creata è solo frutto dell’incapacità di lor signori di chiudere il campionato. Nessuno si sogni, ora di usare come alibi un coro (giusto) e un giramento di balle (altrettanto giusto).

Non capisco se la squadra è "cotta". Se lo fosse sarebbe gravissimo e investirebbe in pieno il settore tecnico. Se invece il problema è mentale, beh che volete? Uno psicologo?

Quanto è responsabile Remondina? Tanto, essendo lui il pilota. Purtroppo vedo il mister disorientato. Non sa dare bene una spiegazione a quello che stiamo attraversando. Stiamo male? E perchè? Remondina sa dare spiegazioni su quello che servirebbe: certo, la vittoria ci farebbe benissimo. Ma come ci arriviamo se giochiamo un primo tempo come quello di oggi?

La gente ha perso la pazienza. Spero che la società prenda la decisione giusta. Tenere Remondina se è veramente convinta che l’allenatore possa risolvere questa crisi. Cambiarlo se ha il dubbio che il tecnico sia arrivato al capolinea. 

CHI VUOLE CHE IL VERONA VADA MALE

 Dice bene Bonato: "Succede in alcune città: c’è una parte felice che le cose vadano bene e un’altra che lo è meno. Non ci dobbiamo scandalizzare. Certe notizie sono messe fuori anche ad arte".

E’ proprio vero: ci chiedevamo stamattina con alcuni colleghi perchè ad ogni crisi dell’Hellas dovessero uscire nell’ordine queste presunte notizie:

1) la società non paga gli stipendi perchè ha finito i soldi

2) lo spogliatoio è spaccato

3) Martinelli (o il proprietario di turno) vuole vendere

4) I giocatori non rendono perchè sono una masnada di beoti che pensano solo a bere, a farsi aperitivi e a passare le notti in discoteca.

Solitamente la presunta notizia nasce così: c’è un ben informato che ha un fratello amico di un cugino di Martinelli che ha sentito che il presidente ha finito i soldi.

L’amica di una zia di una fidanzata di un calciatore ha sentito che il tal dei tali passa le notti in discoteca. E poi c’è l’amico del calciatore. Che oltre a chiedergli magliette quando vince ha la funzione di sparare cazzate nel resto della giornata e quando la squadra va male o ha un momento di crisi. "Mi ha detto che… Remondina è un c…".

Ma non è tutto. Perchè a mio avviso, ripeto, ha ragione Bonato. Il Verona che vince dà fastidio. E molto. E spesso le voci escono per far saltare i nervi e rendere ancora più tesi i tifosi. Ci vorrebbe più maturità anche in tutti noi. Dopo tanti anni dovremo essere capaci di riconoscere le trappole.

SIGNORE E SIGNORI, FINE DEGLI ALIBI

 Un disastro. La sconfitta di Marcianise apre ufficialmente la crisi del Verona. Il Verona ha avuto la capacità di far risorgere (giusto per restare in tema…) squadre che sembravano morte come Pescara e Portogruaro. Ma non è questo il problema. L’Hellas è in fase involutiva ormai da troppo tempo. Gioca malissimo, corre poco, è distratto, non crea occasioni da gol. Perchè? Butto lì alcuni spunti di riflessione.

1) IL CARATTERE. E’ evidente che la squadra si è smarrita. Remondina non riesce più a trovare il bandolo della matassa. Sembra quasi che l’allenatore abbia perso i punti di riferimento nello spogliatoio. E lui sembra incapace di dare alla squadra la voglia di vincere che ora sarebbe necessaria. Bisogna fare in fretta. Remondina non ha le caratteristiche e le qualità (ne ha altre, per carità…) per dare alla squadra le energie nervose che servono. Per questo la società si era affidata a uomini di grande personalità come Anselmi, Pensalfini, Selva a cui si era aggiunto Ceccarelli. Uomini che ora devono prendere sulle spalle la squadra e guidarla verso la B.

2) LA CONDIZIONE. Mazzurana parla di "stanchezza" psicologica. Il preparatore atletico baserà la sua analisi su dati oggettivi che gli arrivano dai test. Quello che si nota alla domenica in campo è però che il Verona non ha più "birra" nelle gambe, non riesce ad alzare il rtimo, ad accelerare, a mettere là l’avversario. Ed è una situazione che si protrae da troppe settimane. Anche qui bisogna lavorare in fretta, meglio e cambiando qualcosa visti i pessimi risultati.

3) ALLARMI INASCOLTATI. "Tanto siamo primi". "Come si fa a criticare una squadra prima?". Quante volte abbiamo sentito questi discorsi? Anche davanti ad evidenti allarmi un po’ tutti ci siamo accontentati di guardare la classifica. Senza tenere conto che il Verona era primo soprattutto per l’incapacità delle avversarie di accelerare. Aver negato l’esistenza di molti problemi è stato un errore. I problemi andavano scandagliati e portati in superficie. Il Verona è stato "graziato" tante volte. E non appena questa situazione è cambiata, il campionato si è incredibilmente riaperto. 

4) ANCORA UN PICCOLO VANTAGGIO. Nonostante questo il Verona ha ancora due punti di vantaggio. E giocherà la sfida con il Pescara domenica prossima al Bentegodi che presumibilmente sarà una bolgia tutta gialloblù. Dobbiamo essere bravi a sfruttare questo vantaggio senza però pensarci troppo. La prossima sfida è uno spareggio. 

 

E POI…

 Sarà una lunga scalata. Difficile. Non impossibile, ma durissima. Già uscire da questa palude chiamata serie C e poi Lega Pro si sta rivelando un’impresa. Mi chiedo, però, in questi giorni in che calcio approderà il Verona. Nel calcio dei diritti tivù, dei biscotti, di spettacoli indegni? Nel calcio delle televisioni, delle dichiarazioni tutte uguali, dei mercenari? Nel calcio che taglia fuori dalle decisioni più importanti coloro che lo alimentano e cioè i tifosi? Nel calcio dove comandano gli uffici stampa, staccato dalla gente, lontano dai campanili, una sorta di play-station virtuale dove non importa quanta gente ci sia sugli spalti ma quanto guadagni con le televisioni? Guardo ogni domenica il campionato di serie A. Una pastoia indegna, una panna montata televisiva dove lo spettacolo calcistico è pochissima cosa e dove uno stop diventa agli occhi del telecronista di turno un’azione "fenomenale". Sono tutti fenomeni, basta che uno faccia uno scatto o colpisca di esterno la palla. E’ questo il calcio dove stiamo andando? Lo so, sono pessimista e non dovrei occupandomi di calcio ed essendo questo anche il mio lavoro, oltre che una grande passione. Ma quando vedo e sento certi colleghi che fanno di tutto per far digerire alla gente questo calcio finto e brutto, invece di ribellarsi, mi vien voglia di alzare bandiera bianca. Poi vedo quindicimila veronesi sugli spalti per Verona-Giulianova. E mi torna un po’ di speranza…