DOPO PADOVA

 La partita con il Padova è stata entusiasmante e ha detto parecchie cose sul Verona. La prima: l’Hellas gioca un gran calcio, forse (dopo cinque giornate…) il migliore della categoria. E questo è un dato rassicurante. 

La seconda: il Verona ha una rosa competitiva. Vasta e ben costruita con almeno due giocatori in ogni ruolo che offrono anche delle varianti tattiche al mister.

La terza: Mandorlini ha pienamente in mano la situazione. Ruota i titolari, tenendo lo spogliatoio in mano. E questo perchè non ha dato l’idea di avere "favoriti". E’ chiaro che ha le sue idee. E che l’intelaiatura di base non cambia. Ma se pensiamo che persino capisaldi come Ceccarelli e Ferrari sono finiti in panca si capisce che tutti sono utili e nessuno indispensabile. Questo è vissuto dal gruppo come un fattore aggregante e non come un problema. E’ giusto che chi va in panchina s’incazzi. Non c’è giocatore che accetti di essere riserva. Ma è altrettanto vero che la cosa importante è che quando si viene chiamati in causa si dia tutto quello che si ha. Berrettoni è un esempio di questo turnover. Bastano anche dieci minuti per essere importanti. Così come lo è stato D’Alessandro nelle sue apparizioni, fin quando si è conquistato il posto.

I sette punti in classifica sono bugiardi. Se vogliamo essere aderenti alla realtà al Verona mancano due punti (pareggio con il Pescara e pareggio con il Grosseto). Anche se proprio la gara in Toscana è quella che ci fa recriminare maggiormente. Lì il Verona poteva vincere, lì è tornato a casa con un pugno di mosche.

Qualcuno mi chiede quale sarà l’obiettivo della stagione. Io continuo a ripetere che il traguardo più importante è mantenere la categoria. Ed è anche l’obiettivo minimo. Credo che il Verona possa valere più di questo, ma mettere l’asticella così bassa, mantiene sgombra la testa dei giocatori e non crea pressione dannosa. Faremo in tempo ad alzarla, intanto meglio andare di partita in partita, ogni gara una battaglia. Sarà una frase fatta, ma i conti li faremo alla fine. Non era questa la filosofia che ha permesso a Mandorlini di scalare la classifica in Lega Pro, arrivando prima ai play-off e poi alla promozione? E allora tanto vale mantenerla anche quest’anno, in un campionato dove possiamo recitare il ruolo della sorpresa e non della favorita ad ogni costo.

Ultima annotazione: ho riguardato Verona-Padova ripresa da Sky. Ho visto una regia entusiasmarsi per lo spettacolo del Bentegodi. Dev’essere bello anche per loro lavorare in uno stadio del genere, dopo tante domeniche trascorse nel vuoto, tentando di coprire gli spalti deserti con riprese strette strette. Mai come venerdì sera il regista ha spaziato con le telecamere sugli spalti, dalla Curva alla Tribuna, dalle bandiere gialloblù ai primi piani della gente soddisfatta. Magari a noi pare la normalità. Ma a loro no. E s’è visto.

ESCLUSIVA: ECCO IL NUOVO SOCIO DI MARTINELLI

 Tra poche ore si conoscerà il nome del nuovo socio di Giovanni Martinelli. Esattamente alle 11, di sabato 17 settembre, alla festa della Curva Sud, ai Bastioni di Porta Palio, si materializzerà il volto di chi aiuterà il presidente del Verona nei prossimi anni e forse per sempre. Volete il nome? Ma come non l’avete ancora capito? Siamo noi…

Era facile questa… dai… Da anni ci s-cervelliamo alla ricerca di un possibile acquirente dell’Hellas Verona, di un socio, di un imprenditore che possa aiutare il Verona a vivere e programmare la sua storia. E la risposta è sempre stata davanti a noi, facile come bere un bicchiere d’acqua. Solo che non ce ne siamo mai accorti.

Il socio, il primo socio, quello che fa andare avanti l’Hellas Verona è il suo pubblico, la sua tifoseria. Questo è il vero capitale dell’Hellas e questa diventerà (può diventare) la sua miniera d’oro.

Come? I dettagli saranno presentati proprio alla festa della Curva, ma l’idea è di quelle belle e appassionanti e il progetto, se condiviso dai tifosi, potrà diventare un progetto pilota, come nessuno in Italia ancora è riuscito a fare (certo ci sono i precedenti di Modena e Mantova, ma qui cifre, numeri, tifosi portano verso il modello spagnolo e non a piccolo cabotaggio). Si chiama azionariato popolare e da noi (Italia intendo) è sempre fallito perchè c’è sempre qualcuno che vuole mettere il cappello sulle società, preferendo usarle per i propri scopi (politici-pubblicitari-imprenditoriali) piuttosto che restituirle alla gente.

Ebbene, noi a Verona potremo diventare i padroni della nostra società, affiancando magari Martinelli, spendendo una piccola cifra annuale. E visti i tempi, più bassa è meglio è. Ma se siamo tantissimi basteranno cinquanta euro per realizzare questo sogno. Cinquanta euro e si parte… Stay tuned… 

LA LEZIONE DI GROSSETO

Bah, perdere così è incredibile. Il Verona va a picco in una gara dominata. C’è sicuramente lo zampino di Irrati in questa sconfitta, ma non saremmo onesti se non ricordassimo il regalo con il Sassuolo di sette giorni fa. Abbiamo perso pur giocando bene, e se volete è anche peggio.

C’è qualche ingenuità di troppo in questa squadra, che è bella, piacevole, fresca, ma non ha mai il guizzo letale del cobra e non sa ammazzare le partite. La delusione di Grosseto, almeno serva a questo. I toscani hanno tirato tre volte in porta e hanno fatto due reti, capitalizzando al massimo il lavoro di Sforzini e di Caridi. Il Verona ha dominato (soprattutto nel primo tempo), ma non ha saputo chiudere il match, guardandosi un po’ troppo allo specchio e compiancendosi della propria bellezza.

Bisognerebbe parlare delle scelte di Mandorlini, ma non sarebbe giusto. E’ vero: Mareco poteva servire a marcare Sforzini e Ferrari non era proprio in giornata, però se siamo qui a dire che il Verona ha dominato, vuol dire che il mister ci ha azzeccato anche stavolta. Meglio dunque fare una panoramica su che cosa ha funzionato: finalmente s’è visto il miglior Gomez della stagione, un assaggio di cosa Juanito può fare per il Verona. Idem per Berrettoni, finalmente tonico nella gamba, determinato nei contrasti e frizzante nei dribbling. 

Sinceramente m’è piaciuta anche la difesa che non aveva clienti facili. Ceccarelli ha subito fallo in occasione del primo gol di Sforzini ed era innocente sul rigore. Maietta ha lottato come un leone. Non m’è piaciuto Abbate che ha sofferto troppo il passo di Caridi e m’è piaciuto poco anche Scaglia dalla parte opposta, sempre troppo timido nelle sortite offensive. Prendiamo (zero) e portiamo a casa. Facciamo tesoro e continuiamo a volare bassi. Come dicevo domenica scorsa: ne mancano 44 alla salvezza. E venerdì arriva la capolista Padova. Da affrontare con rispetto, ma senza paura. Al resto ci penseranno Mandorlini e i suoi ragazzi.

AGSM DE QUA E DE LA’

 Dunque, se è vero, come è vero che Agsm sponsorizzerà anche la Marmi Lanza, squadra di pallavolo il cui bacino d’utenza non è nemmeno paragonabile a quello dell’Hellas Verona, adesso mi attendo che tutti quelli che si sono stracciati le vesti perchè la stessa azienda ha sponsorizzato il calcio e la squadra scaligera, facciano la medesima cosa con la pallavolo.

Se è lo stesso principio a valere, Luca Campedelli, presidente del Chievo, deve convocare la stampa amica (per carità mai una conferenza stampa pubblica…), per chiedere perchè alla Marmi Lanza sì e al Chievo no. Idem dovrebbero fare coloro che hanno presentato addirittura esposti alla magistratura. Per non parlare di quelli che vogliono rivolgersi alla Corte dei Conti.

Scommettiamo che non succederà? Scommettiamo che staranno tutti zitti? Quanta ipocrisia da queste parti…

INFALLIBILE MANDORLINI

 Non ne sbaglia più una. Mandorlini dentro il campo sembra diventato infallibile. Qualsiasi scelta faccia, viene premiato. Mette Bjelanovic dall’inizio dopo due allenamenti e vince. Mette un ragazzino al debutto e vince. Cambia modulo e vince.

Io credo che il merito più grande di Mandorlini sia aver creato il famoso circolo virtuoso. Quel vortice che tramuta in oro tutto quello che si tocca e persino devia la sorte verso di te. E’ la dote dei grandi allenatori, che solitamente sono bravi e fortunati. La fortuna, dicevano i latini aiuta gli audaci e Mandorlini audace lo è fin dentro le ossa. Dice: "Io l’ho vista così e le decisioni le prendo io". Quindi ha ragione lui.

E noi godiamo da matti a a vedere questo Verona che comunque vada è una squadra con identità e con abbondanza di scelte. Ora si può giocare con almeno due moduli davanti a un’infinità di variabili. In difesa ci sono due barra tre uomini per ruolo. A centrocampo qualità e quantità. Non è stato un bel Verona, ma in B valgono i tre punti (perchè in Lega Pro e in A no?). Quindi va bene così. Nel mancano 44 alla salvezza.

UNA SQUADRA VERA

 Quando dici squadra, vuol dire tutti: titolari, riserve, presunti titolari, presunte riserve. Ho insistito molto in queste settimane sul concetto di "rosa". In serie B, quarantadue partite, è dato fondamentale avere una "rosa" all’altezza. Quindi non solo gli undici titolari, ma anche gli altri 11, quelli che magari non partono dal primo minuto ma che prima o poi la loro occasione l’avranno.

Lunga premessa per dire che il Verona ha dimostrato di avere questa rosa. Mandorlini è un tecnico di grande esperienza e sa quanto tre gare in nove giorni possano lasciare traccia in questo periodo dell’anno. Ha quindi attuato un intelligentissimo turn-over, dimostrando a tutti che il Verona ha un ottimo organico: Galli è stato con la Juve Stabia tra i migliori, "Tachi" non è stato da meno e questo alzerà per forza di cose il livello della competizione all’interno del gruppo e lo alzerà tanto di più adesso che la società ha portato tre rinforzi seguendo al cento per cento le indicazioni dell’allenatore. Insomma, il campanellino d’allarme che si era acceso con il Pescara si è subito spento. 

Attenzione però: non è detto che il Verona sia da serie A e che la serie B sarà una passeggiata. Solo che ce la giocheremo con tutti e che tutti avranno vita dura contro di noi. Che è già un bell’andare…

CICCATA LA PRIMA

 Semmai qualcuno si era illuso, eccoci qui di nuovo sulla terra. Questa è la B, Bellezza. Due errori, due gol. Mille errori davanti, sconfitta certa. Cosa resta di questa serata? La sensazione che il Verona sia una squadra, innanzitutto. Con un’idea di gioco e sufficiente organizzazione. E poi che, così com’è, non potrà affrontare la B, senza soffrire.

Mi spiego meglio. Sono felicissimo che si sia tenuto il blocco della scorsa stagione. Ma, come ho già spiegato, la B è un campionato lungo e difficile. E se, contro il Pescara, tre assenze hanno già causato un calo di rendimento, vuol dire che non siamo sufficientemente competitivi. In questo campionato ci saranno tantissime di queste situazioni. Si giocheranno tre gare in sette giorni. Su campi difficili. Per questo, vado ripetendo da tempo, la rosa deve essere ampia e tutta all’altezza.

Insomma, bisognerà per forza di cose andare sul mercato. Non ci possiamo mettere le mani davanti agli occhi e fare finta che vada tutto ben, madama la marchesa. Verona e i suoi undicimila abbonati (tutti sulla fiducia e a scatola chiusa) meritano un paio di acquisti di qualità. E su questo non si può neanche star qui a discutere.

La prima serata in  B è stata penosa dal punto di vista dell’organizzazione. Uno schifo totale. Non so chi abbia organizzato il servizio degli steward ma ci sarebbe da vergognarsi e da chiedere scusa ai migliaia di veronesi a cui sono stati creati disagi. Un simile dilettantismo, pressapochismo, non è da Verona. Ma forse neanche da squadra delle Isole Fiji, con tutto il rispetto. Signore e signori datevi una svegliata, perchè qui c’è poco da ridere e da chiedere comprensione. C’è gente che si è persa un pezzo di partita per i ritardi con cui si sono aperti i cancelli. E altri tifosi sono rimasti in fila sotto il sole cocente con bambini piccoli per più di un’ora. Mi dispiace ma non si fa così. I veronesi sono un popolo diligente, che hanno fatto code interminabili per munirsi di tessere che cambiano ad ogni stagione, che hanno fatto documenti, fotocopie, stampato foto, dato soldi in contanti. Non possono essere presi in giro in questa maniera nel momento in cui seguono la squadra del cuore nel loro stadio.

 

PERCHE’ E’ GIUSTO PENSARE ALLA SALVEZZA

 Mi trovo in imbarazzo: il precampionato del Verona è stato il migliore degli ultimi dieci anni. L’Hellas ha vinto praticamente tutte le amichevoli che ha giocato, ha sconfitto Vicenza e Sassuolo in Coppa Italia, ha dimostrato di essere una squadra con un carattere indomabile e precise idee di gioco. Perchè, dunque, alla vigilia del debutto in campionato, non dar fuoco alle polveri dell’entusiasmo e urlare ai quattro venti che questa squadra può avere delle chance in chiave promozione?

Semplice. Sarebbe una follia. Il campionato di B è quanto di più lungo, duro, massacrante ci si possa aspettare. Non è un campionato ad alto tasso tecnico. Ma è una maratona pazzesca, in cui serve costanza di risultati, rose elevate dal punto di vista della qualità, giocatori freschi e motivati per 42 partite.In questi anni se ne sono viste di tutti i colori. Esempi recenti: il Padova nell’ultimo campionato, dopo il derby con il Cittadella, pensava solo a salvarsi. E’ andato ai play-off e ha rischiato di andare in serie A. Il Sassuolo di Mandorlini, qualche stagione fa, rimase in vetta tutto l’anno e crollò alla fine.

Insomma, bisogna esserci al momento giusto e nel posto giusto. Non sarebbe giusto chiedere adesso, a fine agosto, a questi ragazzi, al mister, e alla società di andare in serie A. Il Verona è nella miglior posizione possibile. Può lavorare per il domani, mettere basi solide, costruire il futuro. Gode di un’impareggiabile entusiasmo, la piazza è felicissima per essere arrivata in serie B, il feeling con l’allenatore è ai massimi, la fiducia in Martinelli e nella società sempre altissima. Il Verona può interpretare il ruolo di guastafeste, si potrà prendere soddisfazioni importanti (al livello di derby con il Vicenza…), potrà navigare tranquillamente facendo crescere i tanti giovani della rosa, su cui bisognerà prima o dopo, se davvero valgono, puntare veramente (sono sincero: non mi piacciono queste formule "usa e getta" del prestito secco o del prestito con diritto di riscatto altissimo, solitamente impossibile da mantenere…).

Come al solito, dunque: chiediamo ai nostri calciatori il massimo dell’impegno, l’abnegazione totale alla causa, lasciando da parte o almeno non facendole diventare primarie le questioni contrattuali (rinnovi, ritocchi, premi). Pensiamo prima di tutto a salvarci. Come diceva Bagnoli, quando era primo in serie A…

DIECIMILA CAVALIERI AL TUO FIANCO

 Se Martinelli ha veramente resistito, come pare, alle offerte di un gruppo napoletano-laziale che voleva acquistare il Verona, c’è solo da tributargli un altro (ennesimo) applauso come quello che anche stasera il presidente del Verona si è preso a Legnago. Bravo, Giovanni!

So quanto in questo momento tu e il Verona avete bisogno d’aiuto. Non per sopravvivere, come crede qualcuno. Ma per tornare grandi. Insieme. L’ho letto nei tuoi occhi stasera, mentre mi parlavi. So che non è facile. Lo sappiamo tutti. E sappiamo che non è facile resistere a tentazioni come quelle che si sono presentate in questi giorni. La voglia di mollare tutto è sempre dietro l’angolo. Ma, ed è per questo che godi della nostra infinita stima, sai anche che il Verona, dovessi lasciare tu, deve finire in mani capaci e solide e non in quelle di qualche avventuriero.

A questi, francamente io preferisco sempre Martinelli, anche se con dei limiti oggettivi. E se poi a te e al nostro Verona dovessero aggiungersi altri imprenditori… beh, vorrà dire che saremmo a cavallo. Grazie quindi per aver resistito e sappi che non sarai solo anche se apparentemente la sensazione è proprio questa.

Proprio tu, caro presidente mi raccontavi stasera, quasi commosso, degli oltre 8200 abbonamenti già venduti, destinati quasi sicuramente a diventare 10 mila entro la fine della campagna. Diecimila veronesi che saranno sempre al tuo fianco, come hanno dimostrato negli anni più tristi e bui della nostra centenaria storia e che saranno la tua forza nei momenti negativi. Gente che non ama essere tradita ma che dà veramente tutto per l’Hellas. Loro sono il tuo primo socio, loro il tuo primo alleato. Anche loro, soprattutto loro, credo, oggi ti diranno grazie. 

DOPO IL DERBY

 Il derby è passato ed è stato bellissimo. Mandorlini ha costruito una formazione compatta, piacevole, convinta, equilibrata. Quando riparte il Verona entusiasma. E’ un piacere vedere questa squadra, perchè noi tutti abbiamo la sensazione di rivedere quei gruppi vincenti che hanno fatto la storia dell’Hellas. Il Verona di Bagnoli, paragone sempre duro da porre, quello di Prandelli, il primo Malesani, o quello che sfiorò la A di Ficcadenti.

Al Menti c’era anche il presidente Martinelli. In tanti mi avete chiesto in questi giorni cosa succederà nella stanza dei bottoni dell’Hellas. Vi dirò quello che so e lo scenario che sono riuscito a ricostruire.

C’è una trattativa in atto. Purtroppo, e dico purtroppo, non è con un gruppo veronese. La cosa non mi piace. Sono chiaro, fin dall’inizio. I nomi non li ho ancora scoperti, ma posso dire con sufficiente certezza che sono imprenditori laziali. Mi chiedo, ogni volta che mi trovo a che fare con una trattativa di questo tipo, perchè imprenditori che non siano veronesi dovrebbero fare il bene del Verona.

Sono anche abbastanza smaliziato per sapere che non è che necessariamente bisogna essere nati in un posto per fare il bene di una squadra di calcio. Ghirardi, presidente del Parma è bresciano. Preziosi del Genoa è di Avellino. Zamparini del Palermo è friulano. Per non parlare dei maganti arabi che stanno sbarcando ovunque, in Inghilterra, in Spagna e in Francia. Quindi il dato "non sono veronesi" non è sufficiente per definire se una proprietà farà bene o farà male. Resta comunque la mia perplessità di fondo e quello che ha combinato un vicentino come Pastorello a Verona non mi aiuta a pensarla in maniera diversa.

La trattativa è in atto ed è decollata. A che punto sia esattamente ancora non lo so. Può darsi che siamo alle fasi preliminari e che il gruppo debba dare delle garanzie a Martinelli. Dopo di che ci sarà la due diligence e l’eventuale firma. Sicuramente può avvenire tutto prima della fine del mercato. Dico anche che in queste settimane altre proposte sono state fatte al nostro presidente, un paio completamente fuori luogo e sballate. Il mondo è pieno di buontemponi che vogliono acquistare squadre di calcio.

Alla finestra resta sempre Bruno Venturi che vuole acquistare il trenta per cento del Verona, sedendosi accanto a Martinelli. Dovessi tifare per un’ipotesi, lo farei in maniera spudorata per questa. Venturi e Martinelli, insieme, farebbero il primo tassello di un gruppo veronese. Non saranno magnati arabi, romani o calabresi. Ma io mi fido di loro. Presidente, ci pensi bene.