DEFERIMENTO VERGOGNOSO

 Allora ragazzi chiariamoci: o abbiamo la rogna addosso o c’è qualcosa che non funziona. Per settimane i giornali italiani hanno vomitato pagine, accuse, fatto nomi, espresso circostanze e dopo tutto questo leggiamo che il Chievo finisce nel polverone per colpa di Bettarini (?) e che il Verona viene deferito perchè uno sbandato afferma di aver voluto accomodare una partita non riuscendoci. Siena, Lecce, Roma, Inter e tutto il resto non compaiono nelle carte di Palazzi. Ora a Verona, a costo di non essere capiti dal resto d’Italia diciamo "boni sì, coioni no". Direi che la farsa e la presa in giro stanno assumendo toni da tragedia.

Se si cerca la vittima sacrificale il Verona, Chievo, Verona città, i suoi tifosi, l non hanno nessuna intenzione di prestare il fianco. Adesso, signori che comandate questa baracca calcistica è proprio ora che vi fermiate e che la smettiate.

Dopo quello che è successo con Mandorlini (e non successo con i fatti di Salerno, ultima della serie la foto di Caglioni, tesserato Salernitana che dirige un coro in Curva indossando una maglietta con la scritta "Odio Verona"), direi che la misura è colma.

Verona non è un laboratorio sociale su cui sperimentare le vostre procedure. Dopo aver visto la prima squalifica per cori razzisti, la prima squalifica per gol di mano, la prima squalifica per bestemmia (Di Carlo), la multa per aver offeso il proprio allenatore (Remondina), varie ed eventuali, ci saremmo leggermente stancati. Anche se siamo Veneti e polentoni…

I FINTI MORALISTI

 Agsm è un’azienda che sta sul mercato. Non è un’azienda che lavora in regime di monopolio. Per stare sul mercato deve concorrere contro colossi come Edison, Enel e Sorgenia. Aziende che investono milioni di euro in pubblicità ogni anno, non disdegnando nella loro attività promozionale lo sport. Nonostante questa concorrenza, Agsm ha prodotto utili in questi anni ed è un’azienda solida. Riesce a imporre tariffe agevolate per le famiglie meno abbienti in una fascia indicata dal Comune di Verona e a tenere le tariffe (relativamente) basse.

Ora Agsm ha deciso di aumentare la sua azione di promozione, proprio per continuare a produrre utili e per tenere i bilanci sani. Ha scelto, come strategia di comunicazione la sponsorizzazione dell’Hellas Verona, cioè indiscutibilmente la squadra dei veronesi. E’ giusto che l’abbia fatto? Partiamo dal presupposto che questo non è un "aiuto", un "obolo", un’"elemosina" a Martinelli. Il Verona è uno straordinario veicolo promozionale e il fatto che in pochi se ne siano accorti in questi anni non parla a favore di qualche sbilenco ufficio marketing che evidentemente ha sbagliato i suoi calcoli e magari farebbe bene a dedicarsi ad altre attività.

Agsm ha deciso di sfruttare questo veicolo. E’ un discorso meramente e puramente commerciale. Si dirà: Agsm è un’azienda pubblica al cento per cento. Certo: ma è un’azienda che agisce in un mercato privato e che se non si comportasse con un’ottica del genere rischierebbe di perdere quote di mercato. Se l’Enel ha Federica Pellegrini come testimonial, perchè Agsm non può avere l’Hellas Verona?

Qualche finto moralista, magari può avanzare perplessità, visto che il calcio a Verona è rappresentato anche dal Chievo che milita in serie A. Applicando gli stessi ragionamenti fatti per Agsm, si potrebbe parlare anche in quel caso di opportunità: la domanda potrebbe essere: è giusto che una banca che da sempre è la "banca dei veronesi"  che in questi anni ha visto precipitare il valore del proprio titolo in borsa, dia soldi al calcio? E’ evidente che anche qui si parla di piena legittimità di una strategia commerciale dell’istituto di credito che ha deciso che il Chievo sia un importante mezzo per veicolare il proprio marchio. 

Un’ultimo appunto: Agsm spenderà per la sponsorizzazione di un anno 350 mila euro. Un affarone, visto che per affiancare il marchio ad una squadra di serie B del valore del Verona, il mercato parla di cifre che sono almeno il doppio. Su questo Martinelli, forse, dovrebbe riflettere. 

BUON VIAGGIO, VECCHIO VERONA

 Ho visto adesso le immagini del raduno del Verona in via Sogare. Qualche sms mi annunciava: da brividi. Francamente mi stupisco di chi si stupisce. Io mi stupivo di più quando in cinquemila s’andava a Busto Arsizio a festeggiare una salvezza dalla C2. Lo dico da anni: se il Verona esiste ancora è per merito dei suoi tifosi. Tanti sporchi giochi sono stati tentati sopra il Verona. Sapete meglio di me quanto abbiano provato a costruire una sola squadra, quanto è stato vicino il fallimento. Il raduno di via Sogare è la dimostrazione che alla fine nella vita la coerenza paga. Il tifoso del Verona è un tifoso coerente. Ed ora raccoglie i frutti del suo amore. Vorrei anche precisare, in maniera cumulativa, il senso del mio blog precedente. Un maestro di giornalismo, anni fa, mi spiegava: "Non bisogna mai rubare i sogni ai tifosi di una squadra di calcio". Aveva ragione. A volte però è più forte di me. Non mi è mai piaciuto l’inganno e quando vedo qualcosa che non funziona lo dico chiaramente anche se mi attira critiche. Sarebbe stato più facile dire "Tutto va ben, Madama la Marchesa". Un modo per fottervi. Sognate pure, amici miei e dopo vedrete… Il mio richiamo non è stato assolutamente una critica a Martinelli presidente, a cui ancora oggi va tutta la mia stima. Ma solo il cercare di dare un filo logico ad alcune situazioni che non mi tornavano. Perchè ad esempio gli uomini mercato della Gazzetta dello Sport mi annunciavano ogni giorno che il Verona era in vendita? Chi diceva loro queste notizie? Poi è uscito il nome di Bergamelli e la questione è stata ancora meno chiara. Aggiungeteci l’intervista di Mandorlini, i mancati acquisti di Marcolini e Fabinho, la tensione evidente tra il ds e l’allenatore, il ruolo di Siciliano sempre più defilato e avrete capito che qualche problemino all’orizzonte c’era e forse c’è ancora. Come dicevo nel precedente post, per fortuna c’è anche quella fantastica gente. Che ancora una volta ha sommerso con il suo entusiasmo tutto l’ambiente. Entusiasmo che a volte fa miracoli. E’ ripartita la stagione e io come sempre non vedo l’ora che arrivi la prima amichevole, che ci sia la Coppa Italia, che si torni a giocare. Mi manca terribilmente il profumo dell’erba, lo stadio, le maglie gialloblù. E voglio con voi continuare a sognare… Sperando che nessuno ci svegli. Buon viaggio, vecchio Verona…

PENSIAMO SOLO ALLA SALVEZZA

Il peggior repertorio è già andato in scena. Possibili compratori che hanno parlato al mercato come se fossero i padroni del Verona (Si sono “bruciati da soli, non li ha “bruciati” nessuno…), acquisti fermi a zero o quasi, fratture tra i dirigenti della società. Se questo è il Verona di oggi, beh, meglio non aspettarsi nulla dal prossimo campionato. Anzi, sarà bene focalizzarsi solo su una cosa, un obiettivo: la salvezza. Se qualcuno pensa che il prossimo torneo di serie B sarà una passeggiata, una simpatica passerella da affrontare con l’animo leggero si sbaglia di grosso. La serie B è un tour massacrante, lunghissimo. Basta un nulla per essere tagliati fuori, e finire giù nella palude. Soprattutto non lo puoi affrontare senza la coesione. L’anno scorso il Verona si era ricompattato dopo la gara di Gubbio e fu lì che nacque un nuovo patto nello spogliatoio. Oggi, mi dispiace dirlo, non vedo lo stesso spirito. La stagione sarà durissima. Mandorlini non ha ricevuto i rinforzi che si aspettava e che forse gli erano stati promessi (altrimenti perchè parlare addirittura di serie A?). Siciliano e Gibellini sono lontani dal tecnico e Mandorlini lontano da loro. Bergamelli è vicino al presidente come lo fu Parentela qualche mese fa (E’ il suo consigliere? Sarà un socio? Il futuro padrone?). Per fortuna c’è un buon gruppo di giocatori, un ottimo allenatore e i soliti generosissimi tifosi. Che Dio ce la mandi buona…

I TIFOSI SI MERITANO PIU’ CHIAREZZA

Ha senso oggi alzare il livello d’allarme per il senso di precarietà che il Verona ha dato di sé in questa fase? Io dico di no, anche se mi dispiace dover rilevare ancora una volta quanto questa società non sia in grado di comunicare chiaramente con i propri appassionati tifosi. Non sono preoccupato per la mancata (pare) cessione a Bergamelli. Mi preoccupo di più quando i dirigenti del Verona sembrano esposti alle tempeste e non in grado di affrontarle, quasi travolti dagli eventi. Magari non è neanche così, anzi ne sono sicuro, ma la percezione che ne hanno i tifosi è questa. Siciliano, Martinelli e infine Gibellini hanno proprio questo problema. Devono, secondo me, imparare a comunicare con un unico messaggio, chiaramente, senza mettere in scena un continuo stop and go, un vai e vieni che alla fine sconcerta e intacca anche il buon lavoro svolto. Prendiamo l’esempio del ritiro. Capisco che ci siano delle logiche commerciali e di business alle spalle di questa inutile farsa. Ma credo che il popolo dell’Hellas richieda una maggiore considerazione da parte dei nostri dirigenti. C’è gente che ha prenotato gli hotel e si è presa le ferie pur di seguire in ritiro la squadra del cuore. E’ giusto arrivare ad una settimana dall’inizio della stagione senza sapere dove si andrà? Idem per la questione degli abbonamenti e delle tessere. Anche queste sono questioni primarie da affrontare e invece si vive di scarne comunicazioni, spesso non ufficiali, spesso in contrasto tra loro. Insomma, questo scenario, non fa che aumentare il caos e il senso di precarietà. Per non parlare delle persone che in questi mesi e senza avere nessun titolo hanno parlato come se fossero padroni del Verona. In questo caso la società dovrebbe essere spietata e stroncare con appositi comunicati ufficiali le voci che altrimenti sono costantemente avvallate. E permettono agli avvoltoi di volteggiare alti nel cielo del Verona, invece di essere impallinati fin dall’inizio.

SCOMMESSE, TRANQUILLI NONOSTANTE PALAZZI

 Ne avevo la sensazione dopo aver letto le prime 600 pagine del pm di Cremona. Ora ne ho (quasi) la certezza. L’inchiesta sul calcioscommesse poggia su basi di sabbia ed oltre ad aver sputtanato un sacco di gente poco otterrà. Oggi si legge che uno dei millantatori nega di conoscere Sergio Pellissier, capitano del Chievo. Mi chiedo e vi chiedo: chi restituirà a Sergio, persona che conosciamo seria ed onesta, l’onore che gli è stato tolto? Per non parlare della farsa Hellas Verona. Qui siamo alle comiche. C’è un signore che vuole combinare la partita e non ne è capace. Millanta di qua e di là. Dice di aver parlato con Gibellini. Afferma, tra l’altro, che il Verona ha rifiutato la combine. Mi pare la più colossale delle vaccate. Il giudice dice che la banda era in grado di condizionare i risultati delle gare. Ma l’inchiesta emerge proprio per l’incapacità di questi cialtroni millantatori di azzeccare i risultati. Non ne indovinano una. E si sputtanano un sacco di soldi per giocare partite che non finiscono mai come devono finire.

Non voglio qui dire che il calcio italiano non viva nel malcostume. Ci sono partite che s’incanalano in squallidi 0-0 per mera convenienza di classifica. E’ un fatto culturale. In Inghilterra (patria della scommessa e del calcio) lo sport è prima di tutto onore. Ci mettiamo in campo, rispettiamo delle regole, decidiamo chi è il più forte. In Italia, dove Macchiavelli ci ha insegnato che il fine giustifica i mezzi, siamo abituati a qualsiasi sotterfugio pur di arrivare all’obiettivo. Arrivando persino a disprezzare quei dirigenti che non ne sono capaci. Del resto, discorso che si allarga, applaudiamo nel nostro inconscio persino quei politici intrallazzoni e farabutti che riescono a sopravvivere a colpi di furbate e di latrocini.

Detto questo, non è possibile pensare che Chievo in serie A e Verona in B, diventino il capro espiatorio. Perchè, allora, se così fosse, ci sono giocatori da nazionale, squadre metropolitane e grandi campioni coinvolti. Poichè non abbiamo nessuna fiducia in Palazzi e nella ridicola giustizia sportiva, aspettiamo gli eventi. Senza nessuna aspettativa ma con la consapevolezza che il can can non possa toccare le due squadre di Verona. 

BERGAMELLI: SE CI SEI, BATTI UN COLPO

 Sono lontani i tempi in cui Alberto Parentela, broker calabrese di stanza a Bologna, veniva presentato in via Torricelli come futuro socio del Verona. Lontani eppure ancora vicini. Non passa giorno, ora, minuto che in redazione non arrivi una "voce". Bergamelli ha acquisito il Verona". "C’è anche Venturi". Anzi no. Forse sì. Al solito, essendo il Verona società importante e le cui vicende interessano a centinaia di migliaia di persone, ogni sussurro diventa un grido, ogni piccolo spiffero un vento impetuoso. Cosa c’è di vero in queste voci?Cercherò di essere chiaro: sento quotidianamente il braccio destro di Martinelli, Benito Siciliano che anche oggi mi spiegava con la sua cantilena brasil-portoghese: "Nulla di firmato. Solo voci incontrollate". Pettegolezzi dunque. A Milano al calciomercato è da tempo che si parla di Bergamelli come futuro padrone del Verona. C’è chi dice che dietro ci sia la regia di Pastorello, chi dice che ci sia quella di Preziosi, chi afferma che Bergamelli è solo. Io credo che Bergamelli sia interessato al Verona e che abbia iniziato a parlarne con Martinelli. Credo però anche a Siciliano: probabilmente non si è ancora entrati nella fase della trattativa vera e propria. Sebbene un certo via vai di professionisti mi venga segnalato nella sede del Verona. Qualcosa insomma c’è. E potrebbe essere ufficializzato alla fine della settimana prossima. Siamo in una fase cruciale della stagione. Fra poco il Verona si radunerà e bisognerà dare a Mandorlini quanto (giustamente) il mister si aspetta. Giocatori importanti, esperti, che facciano fare il salto di qualità. Non è tempo di lunghe trattative, di giochetti al ribasso o al rialzo. Se qualcuno è veramente interessato al Verona, venga adesso o taccia per sempre.

Ps: non so se sia casuale o no… Fatto sta che dopo l’invito alla chiarezza dell’ultimo post c’è stato un vertice di mercato in sede tra Mandorlini, Siciliano e Gibellini. E a quanto ne so è tornato il sereno… Speriamo che duri.

TENSIONI

 Marcolini è un buon giocatore, non c’è dubbio. Ha 36 anni ed è fortemente voluto da Mandorlini. Il mister del Verona non ha partecipato alla scorsa campagna acquisti (squadra costruita su precise richieste di Giannini) e vuole incidere sulla squadra che affronterà la serie B. Non è un caso che i nomi che stanno emergendo (come Marcolini) in queste ore siano tutti di giocatori che hanno avuto e hanno un feeeling in passato con il mister di Ravenna. E’ altrettanto evidente che dall’altra parte c’è un direttore sportivo (Gibellini) che sta sondando il terreno per giocatori di tutt’altre caratteristiche rispetto a quelli richiesti dal mister. Non è un mistero che a Gibellini piacciano giocatori giovani che possano esplodere a Verona. Il rischio, forse più che latente, è che le due visioni vadano in rotta di collisione. Mandorlini e Gibellini fanno fatica a rapportarsi. Tra i due il dialogo stenta a decollare. Il mister è un sanguigno di grande personalità, ha le sue idee è un vincente e in questo momento il suo ascendente su Martinelli è molto forte. Gibellini è un uomo di società, ragiona calcio secondo canoni personali, vuole creare un progetto a lungo termine. Dire che tra i due in questo momento ci sia feeling sarebbe un falso. Il loro rapporto è teso.

In mezzo c’è Siciliano: uomo del presidente a cui Martinelli ha affidato i cordoni della borsa, imponendogli, se non ci sono soci che lo affiancano, un budget non elevato. Ma lo stesso presidente a Mandorlini ha promesso di costruire una squadra ambiziosa. E Siciliano ha assicurato che il Verona non vuole “vivacchiare” in B. La base comune a tutti e quattro i personaggi coinvolti è che vogliono comunque il bene della società scaligera e non lavorano per scopi personali. Per questo, e al fine di evitare brutte deflagrazioni pubbliche della questione, è urgente che si siedano attorno ad un tavolo, si chiariscano, si buttino in faccia tutto anche duramente. Ma escano dall’incontro con le idee chiare. A rimetterci, in caso contrario, sarebbe solo l’Hellas.

PS: non so se sia casuale. Ma dopo l’invito alla chiarezza dell’ultimo post, c’è stato un vertice di mercato a tre nella sede del Verona. Gibellini, Siciliano, Mandorlini. E il sereno è tornato a splendere. Speriamo che duri…

SICILIANO, GIBELLINI, MANDORLINI: ORA PROGETTO CHIARO

 In un mercato in cui le quotazioni dei giocatori si sono abbassate drasticamente, il vero problema è il monte ingaggi. Arrivare a mettere le mani su un buon  giocatore oggi costa molto meno. Il Torino si stava aggiudicando la metà di Iunco per 119 mila euro. Il Verona ha preso la metà di Mancini per 80 mila. Quotazioni che qualche anno fa trovavi nel calcio dilettanti. Oggi il vero problema è pagare i giocatori. E’ su quel versante che le società si svenano. Ed è da questo punto di vista che la società scaligera dovrà fare attenzione. Aspettando i soci, un po’ come si faceva con Godot, la prima fase del "progetto" è stabilire un tetto al monte stipendi. Quanto costa fare una buona serie B? Il punto è questo. Si può spendere dai sette agli otto milioni di euro per una salvezza. Da qui in poi si misurano le ambizioni. Anche perchè in B, campionato lunghissimo e massacrante, è necessario avere una rosa vasta, che non mandi mai in fibrillazione l’allenatore. Infortuni e squalifiche sono capaci di rovinarti un campionato.

Il Verona però quest’anno parte con il vantaggio di avere le idee chiare. C’è Mandorlini che ha un progetto in testa. Sa quali sono i giocatori su cui fare affidamento e gli altri su cui puntare. L’allenatore ha dimostrato di non avere preclusioni ad allenare chiunque. Ma è chiaro che dopo aver passato una stagione in panchina lavorando su una squadra che lui non aveva costruito, ora deve avere voce in capitolo. Gibellini poi dovrà fare il resto agendo su due fronti: giovani e qualche colpo all’estero. Martinelli e Siciliano hanno assicurato: "Non vivacchieremo in serie B". Io sono convinto che faremo bene. E che ci toglieremo delle soddisfazioni, anche se parlare di serie A, ora mi pare fuoriluogo. La situazione è molto più rosea rispetto alla scorsa stagione. Idee chiare e tranquillità faranno la differenza. 

IL CARRO

 E’ proprio bello il calcio. Così bello che riesce a far cambiare idea alla gente in un battibaleno. Non tanto le idee dei tifosi che hanno il diritto di contestare (entro limiti) quando le cose non vanno bene. Se non altro loro pagano i biglietti, gli abbonamenti e affrontano trasferte da brivido. 

Certo, l’esagerazione di quello striscione senza padri ("Siciliano e Gibellini Raus") è oggi ancora più evidente. Ma ancora più evidenti sono oggi gli abbracci, le pacche sulle spalle, il "grande gibo", "grande benito" che si ascoltano e vedono per bocca di coloro che in fretta e furia sono stati costretti a ritirare i loro affilati coltelli dalle spalle dei due.

La serie B del Verona dà ragione a questa società. Che ha risparmiato soldi, che ha preso Mandorlini (e lo ha pagato…), che ha anche preso, certo, Giannini ma che poi lo ha cambiato. Gli stessi che hanno preso Ferrari, Le Noci, Pichlmann e anche Tiboni a gennaio. Una società che ha fatto anche errori, ma molti li ha ereditati da una fallimentare gestione (sportiva ed economica) che ad un certo punto ha virato su se stessa, cambiando la rotta, compattandosi.

Gibellini e Siciliano sono riusciti, spendendo tre milioni di euro di meno, laddove altri (Bonato & C.) hanno clamorosamente fallito. Mandorlini ha meriti enormi in questa promozione, ma attenzione ragazzi: un allenatore da solo non vince nel calcio, se dietro non c’è una società forte, sana, che mette a disposizione praticamente tutto, dedizione e passione comprese.

Oggi il loro carro è pieno. Vi sono saliti sopra un po’ tutti, compresi coloro che per mesi hanno sparlato a piene mani del duo. Che li hanno derisi, che hanno seminato notizie false e tendenziose, che hanno destabilizzato tremendamente l’ambiente, fino ad auspicare una fusione con il Chievo "perchè Verona non può reggere due squadre". Avesse un po’ di dignità, questa gente, chiederebbe almeno scusa.