MONTIPO’ 6 Se la stagione che ha portato a quel drammatico spareggio per non retrocedere contro lo Spezia, è l’unico termine di paragone esistente al mondo per giudicare Montipò, allora si dovrebbe dire che il suo campionato quest’anno sia stato sotto le aspettative. Grazie al cielo si può considerare molto altro e quindi alla fine il suo lo ha portato a casa. Vero, non senza qualche giro sulle montagne russe, ma complice una fase difensiva che quest’anno ha fatto acqua da tutte le parti. Sarà ancora il portiere del Verona? Le sensazioni mi dicono di no. Ma magari sbaglio
PERILLI 6 Due sole presenze quest’anno, una per scelta tecnica, l’altra per infortunio a Montipò. Tra l’altro la partita più importante della stagione, l’ultima a Empoli, che è valsa la salvezza. Non ha avuto paura, non ha tremato e così anche lui ha detto la sua in questo campionato strampalato dei gialloblù.
FRESE 6 Inizio di campionato da mal di testa per il danese, che mette in mostra non poche incertezze ed errori grossolani. Quando le cose sembrano andare per il meglio e lui prende confidenza con la piazza e con le idee di Zanetti, si infortuna. Un crack che lo tiene fuori dal campo per parecchi mesi e che lo restituisce, ovviamente ingommato. Ma ha in ogni caso fatto vedere delle discrete qualità e un buon senso tattico.
DANILIUC 5.5 Stagione da comprimario per l’austriaco che, a dire il vero, a un certo punto sembrava potesse essere entrato nelle grazie di Zanetti. L’esplosione di Ghilardi e Coppola, però, gli ha tagliato discretamente le gambe.
FARAONI 5 Probabilmente è stato prezioso all’interno dello spogliatoio, nella gestione dei momenti più delicati, delle imbarcate più clamorose. Da un senatore come lui questo ci si aspetta. Ma in campo, quelle poche volte che si è visto, sono stati dolori. Nella memoria dei tifosi c’è sicuramente la partita casalinga contro il Monza, che hanno segnato, probabilmente, il punto più basso dell’avventura in gialloblù di questo ragazzo speciale. Che per alcuni anni è stato, parere mio, il vero fenomeno di questa squadra, che avrebbe meritato di diritto la Nazionale. Sempre grati a Marco Davide Faraoni.
VALENTINI 6.5 Non è bello quando due cose sembrano fatte l’una per l’altra? Non è bello quando gli elementi combaciano perfettamente? Il difensore argentino, preso in prestito dalla Fiorentina, sembra fatto a posta per Verona e per la sua piazza. Un temperamento e una garra che i tifosi gialloblù amano incondizionatamente. Quel senso di appartenenza che Valentini ha mostrato naturalmente. Ha sofferto un po’ il finale di stagione, per qualche acciacco, ma uno così bisognerebbe provare a riportarlo di corsa a Verona.
BRADARIC 6.5 Sbertucciato e ridicolizzato dai più a inizio stagione, ha risposto coi fatti, sul campo. Sembrava uno capace solo di correre, manco fosse Forrest Gump, e invece ha dimostrato davvero buone qualità e capacità di crossare, a quanto pare una cosa non così scontata tra i giocatori del Verona. Aggiungiamoci il gol salvezza di Empoli e a questo ragazzo si possono fare solo gli applausi.
DAWIDOWICZ 7 Prima parte di stagione da 4, seconda da 8. La media farebbe 6, ma il voto in più è semplice da capire. E’ stato impresentabile a lungo, lontano parente del guerriero scoordinato che si è fatto amare dal popolo dell’Hellas. Le questioni contrattuali lo hanno mandato via di testa. Paradossalmente quando era chiaro che non avrebbe rinnovato, ha svoltato. Ed è tornato a combattere come un leone, determinato a lasciare tutto sul campo. Nell’emergenza, ha riscoperto il ruolo di centrocampista, vera chiave tattica della rincorsa gialloblù. Leader maximo. Il voto in più è semplice da capire, dicevo. Perché in tutti questi anni ci ha fatto capire che si possono anche avere i piedi montati al contrario, ma quando hai cuore, capita anche che i tifosi ti dedichino uno striscione che resterà nella leggenda: “Ghe Dawidowicz a rugoloni…”
TCHATCHOUA 6 Doveva essere la stagione della consacrazione, dopo aver fatto vedere cose molto interessanti lo scorso anno. Ma forse quando le aspettative sono troppo alte il rischio di rimanere delusi è direttamente proporzionale. Ha un forza fisica pazzesca e una velocità unica nel campionato italiano. Tant’è che è stato premiato con un riconoscimento ad hoc. Ma i piedi sono davvero quadrati. Se ci fosse una statistica sui cross utili rispetto al totale di quelli fatti sarebbe più comprensibile il giudizio. Insomma, per me una delusione.
COPPOLA 7.5 Eccola la stagione dell’esplosione di Coppolone. Inizio così così, poi una crescita continua, che lo ha portato alla convocazione in Nazionale e al debutto da titolare nella sciagurata trasferta in Norvegia. Non capitava che un giocatore dell’Hellas venisse schierato in azzurro dal 1987. Ha messo insieme una serie di prestazioni super, mettendo a tacere gli scettici e tanti attaccanti di pedigree. Il tutto impreziosito da un gol fondamentale per la salvezza, quello del pareggio casalingo contro il Lecce. Probabilmente sarà la pedina da sacrificare sull’altare dei bilanci sempre in regola.
GHILARDI 7 A inizio stagione, col calciomercato ancora aperto, sembra destinato a vestire un’altra maglia, seppur in prestito. E invece Mister Zanetti ci ha visto qualcosa e ha avuto ragione. Perché Daniele ha ripagato alla grande la fiducia, anche lui come Coppola, autore di grandi prestazioni che hanno portato alla rincorsa decisiva del Verona nella lotta salvezza. Se crescerà anche nell’impostazione del gioca da dietro, avrà una grande carriera
LAZOVIC 6 L’ultimo vero senatore rimasto in questa squadra, insieme a Faraoni e Dawidowicz. Capitano designato da Zanetti, inizia bene la stagione, facendo intravvedere sprazzi del Lazovic che per anni ha fatto impazzire gli avversari. Poi le cose sono via via cambiate e ha trovato sempre meno spazio, per colpa anche di continui problemi fisici. Ma con orgoglio si è sempre fatto trovare pronto e grazie al suo gol contro il Como il Verona ha potuto andare a Empoli con due risultati su tre. Per tutto quello che ha fatto vedere a questa piazza il voto sarebbe sicuramente più alto, bello tondo. E per me, anche se non compare, è forse l’unico che conta per tutto ciò che ha dato a questi colori.
NIASSE 5.5 Buttato in campo allo sbaraglio, appena arrivato a Verona, nel match casalingo contro l’Atalanta. Ricordiamo tutti com’è finita. Ci ha impiegato non poco per prendere ritmo e capire il calcio italiano. Non ci è riuscito fino in fondo. Molto lento e macchinoso, ha sicuramente presenza in mezzo al campo. Ma non so quanto si adatterà in futuro alle idee tattiche di Zanetti.
HARROUI 6 Tra tutti gli infortuni che hanno funestato la stagione del Verona, il suo è stato veramente peccaminoso. Perché ha tolto a Zanetti quella quota di fantasia in una squadra abbastanza monotona, incapace di trovare qualcuno che facesse ballare le difese avversarie. Prima che il ginocchio facesse crack, un paio di prestazioni clamorose, contro Roma e Parma, dove appunto si è infortunato. Averlo la prossima stagione, integro, sarà un bel regalo per l’Hellas.
KASTANOS 5 Un solo gol e tante aspettative deluse per il cipriota. Mai protagonista, mai in grado di mettere realmente in difficoltà Zanetti. Costretto quasi sempre a entrare a partita in corsa, raramente è riuscito a lasciare il segno in positivo. Anzi, spesso ha attirato su di sé parecchie critiche, motivate, peraltro. Peccato perché con Harroui infortunato poteva prendersi quel ruolo. Gli è andata male.
BERNEDE 5.5 Se togliamo la magia che contro la Fiorentina ha regalato tre punti insperati al Verona, il resto sono stati tanti sbadigli. Non si discute la volontà, ma mi è parso molto arruffone e poco concreto. Leggerino fisicamente, avrebbe dovuto far valere qualità tecniche che ci sono, ma che si sono un po’ annacquate cammin facendo.
SERDAR 5.5 A livello tecnico è indubbiamente il giocatore di maggior qualità del Verona. Quando è in condizione dimostra di essere centrocampista da squadra superiore all’Hellas. Ma il problema, infatti, sta tutto qua. Suat è fatto di cristallo. In una stagione ha rimediato due infortuni muscolari pesantissimi e difficilissimi da superare. Non è mai riuscito a fare la differenza, a diventare leader tecnico di questa squadra. Il punto più alto lo ha toccato nella vittoriosa trasferta di Monza. Troppo poco per lasciare il segno.
SUSLOV 5.5 Protagonista della salvezza firmata Baroni, questa volta Tommasino non ha convinto. Perché se è vero che ha sempre messo la sua solita energia in campo, è altrettanto sacrosanto che “struca struca” di sostanza ne ha fatta vedere poca. Da uno con le sue qualità è logico aspettarsi qualcosa di più, soprattutto in termini realizzativi. E invece ha chiuso la stagione a secco. Spesso nervoso, ha bisticciato col pallone e con gli avversari. E alla fine a rimetterci è stato solo ed esclusivamente il gruppo.
DUDA 6.5 Non è il leader tecnico, ma morale indubbiamente sì. Perché di Duda ti accorgi soprattutto quando manca. Quell’arroganza calcistica che è sempre più preziosa e che in una squadra timida come il Verona vale come l’oro. Spesso capace di decidere il tempo della partita, tante volte ha dovuto cantare e portare la croce, non adeguatamente sostenuto dai compagni. Aggiungiamo il fatto che è uno particolarmente fumantino, va da sé che i cartellini gialli e rossi siano fioccati. Magico il gol di Udine, determinante per la salvezza. Sarebbe il caso di trattenerlo a Verona, Sean.
LAMBOURDE 6 Lo abbiamo visto in una manciata di partite, ma ha sempre fatto vedere di avere i colpi. Un gol a Como e altre giocate che nascondono un talento cristallino. Per ragion di stato, Zanetti ha dovuto badare più al sodo che altro, facendolo vedere un po’ troppo poco. Speriamo che in futuro le cose cambino.
SARR 5.5 Quattro gol per il giocatore svedese che per una porzione di campionato sembrava potesse diventare determinante. E invece, a dispetto di qualità tecniche secondo me indiscutibili, tante volte mi ha fatto girare le scatole per l’indolenza, quasi facesse un favore a giocare. Un’incompiuta bella e buona. Eppure la società ci ha visto dentro qualcosa, tanto da andare a riscattarne il cartellino. Questo deve responsabilizzarlo e fargli capire che deve fare molto di più di quanto fatto vedere quest’anno.
TENGSTEDT 6 Miglior marcatore della stagione con sei gol, fino all’infortunio subito a Venezia è stato delizioso. Più che un attaccante un regista offensivo a cui piace giocare lontano dalla porta. Porta che però vede eccome. Memorabile la partita di Bologna. Dopo il crack alla caviglia non è più riuscito a ritrovarsi, perseguitato da continui problemi muscolari. Secondo me ha anche un po’ tirato indietro la gamba, ho questa sensazione. Probabilmente consapevole del fatto che il Verona non lo avrebbe riscattato.
LIVRAMENTO 5.5 Ventinove presenze e un solo gol per l’attaccante esterno che come altri ha lasciato un po’ con l’amaro in bocca. Il suo ruolo doveva essere quello di spaccapartite, subentrando dalla panchina. Missione che raramente gli è riuscita. Tanta corsa, ma piedi non esageratamente educati. Tanta buona volontà ma poco altro.
MOSQUERA 5.5 I suoi cinque gol il colombiano li ha fatti, magari un po’ fortunosi e rocamboleschi, ma li ha fatto. Al di là di questo, non è sembrato pronto per un campionato difficile come quello della serie A. Tecnicamente molto limitato ha cercato di rimediare con la voglia, ma se nasci tondo non morirai mai quadrato. Forse la scelta più giusta sarebbe mandarlo a giocare con più frequenza, per sperare che possa poi tornare pronto per una piazza esigente come Verona.
ZANETTI 7 Partenza sprint. Comincia con due vittorie nelle prime tre partite. Una contro il Napoli, futuro campione d’Italia. Poi qualcosa si rompe e la sua squadra comincia sgretolarsi. Subisce imbarcate clamorose che lo portano a un passo dall’esonero. Ci mette del suo continuando a cambiare il modo di giocare dei suoi ragazzi. Insomma, va in confusione. Contro ogni pronostico, però, resiste e nel momento di maggiore emergenza riesce a trasformare un’accozzaglia di giocatori in un gruppo vero. Lì costruisce la salvezza. Che, mannaggia, rischia di vanificare trasmettendo un po’ troppa paura ai suoi ragazzi nel momento decisivo. Ma viene comunque premiato con una salvezza importantissima, passata attraverso ben dieci vittoria pazze. Si è meritato la riconferma sulla panchina gialloblù. Pronto a un altro campionato di lacrime e sangue.
BERARDI, MAGRO, OYEGOKE, OKOU, SLOTSAGER, PATRICK, CISSE, AJAYI s.v.
7 a Zanetti??????????
Non concordo sul voto a Zanetti, condividendo le tue motivazioni. Colpa della squadra scarsa e inesperta? Non credo. È stato confermato, pertanto mi auguro di essere smentito.
Con le stesse tue motivazioni, a Zanetti avrei dato un 5,5 (e di fiducia, anche!)