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IL PAGELLONE DI VERONA-BENEVENTO

SILVESTRI 6.5 Posticipa di una mezz’ora il vantaggio del Benevento, ipnotizzando Armenteros che, al 12°, da due passi, non trova di meglio da fare che centrare in pieno il portiere gialloblù. Nel secondo tempo un paio di belle parate su Viola e Tello. Come spesso accaduto quest’anno, l’unica nota positiva in una giornata disgraziata.

BIANCHETTI 5 L’emblema della sua partita è un cross, all’80°, che finisce praticamente nel settore dei tifosi del Benevento. Impalpabile sia in avanti, sia in difesa. Lo abbiamo detto anche in aramaico, quello non è il suo ruolo. In qualche intervista aveva confessato di divertirsi a fare il terzino destro. Evidentemente ha un concetto di divertimento tutto suo.

DAWIDOWICZ 5 In un difesa che sembra essere colpita da labirintite acuta, lui è il meno peggio. Non il meglio, ma il meno peggio, lo ripeto. Non ha la personalità per prendersi i compagni di reparto sul groppone e la sua lentezza cronica lo costringe, a partita di fatto congelata, a stendere Bonaiuto per il calcio di rigore che Coda trasformerà nello 0-3.

MARRONE 4 Rientra in campo dal primo minuto in quel ruolo tanto discusso e che tante figuracce gli ha fatto rimediare quest’anno. Manco a farlo apposta, i primi due gol del Benevento arrivano proprio dalla sua parte. Per carità, Vitale non ci pensa nemmeno di striscio ad aiutarlo, ma lui ci mette del suo. Con quale criterio, nella seconda rete dei giallorossi, va su Armenteros, già marcato da Dawidowicz, per lasciare tutto solo Coda? Che poi si incazzano se gli dai 4, ma non è che possiamo girare la testa dall’altra parte e fare finta di nulla.

VITALE 4 Bucchi, bravo allenatore del Benevento, lo ammette in conferenza stampa: i suoi ragazzi sapevano di poter far male proprio nei suoi paraggi. Perché sarà anche discreto in fase offensiva (?), ma la difesa… questa sconosciuta. Ennesimo esempio di giocatore preso senza una logica, impiegato in un ruolo non suo che, a mio parere, sarebbe il quinto di sinistra in un 3-5-2. Ma il direttore sportivo illustrissimo è Tony D’Amico, non io.

FARAONI 5 Continua l’involuzione di quello che sembrava, con Zaccagni, poter fare la differenza in questa squadra. Magari non per tecnica pura, ma per grande corsa e intuizioni di gioco, soprattutto in fase di inserimento. Corre a vuoto, in un centrocampo che non ha forza e ancora meno velocità. Tenta la conclusione tra gli sbadigli e l’indifferenza dello stadio.

DANZI 5 Grosso gli affida la regia, in una partita decisiva per il cammino del Verona. Il contesto che si trova attorno è desolante e finisce per essere fagocitato dalla pochezza dei gialloblù. Non ha passo, è troppo timido e non costruisce un’azione degna di questo nome anche perché è costretto a trasformarsi nell’ombra del talentino del Benevento, Ricci.

ZACCAGNI 5 Al 27° del secondo tempo si divora un gol già fatto che avrebbe potuto rianimare lo zombie-Verona. Un errore imperdonabile per un ragazzo con le sue qualità. Ci prova anche a trovare lo spunto e qualche giocata gli riesce pure. Ma nulla di nemmeno lontanamente vicino a ciò che di bello ci aveva fatto vedere fino ad un paio di settimane fa. Carretta lo toglie prestissimo dal campo. Evidentemente la benzina sta finendo. E pensare che siamo nella parte decisiva del campionato. Preoccupante.

MATOS 5.5 L’infortunio patito è ciò che sta facendo la differenza nella sua stagione. Perché prima di farsi male sembrava il Garrincha gialloblù. Dopo il crac le cose non stanno tornando al loro posto. E’ vero, un paio di volte sembra di rivedere qualche movimento interessante e qualche seppur flebile colpo di genio, ma manca sempre l’ultimo passaggio e non concretizza mai. Anche lui esce antitempo in debito d’ossigeno, per fare spazio a Di Gaudio.

PAZZINI 5 Al 39° gli arriva sul testone l’unico bel cross messo da Bianchetti. Vola in tuffo e la spara alta, ma la sensazione è che fosse più facile segnarlo che sbagliarlo. Per il resto, poca roba. Un rigore reclamato che però l’arbitro Nasca non ritiene tale. Visto che nell’assurdo dualismo con Di Carmine ho sempre scelto lui, mi aspetto che, da capitano, faccia qualcosa in più per questa squadra e per questa stagione che rischia di trasformarsi nell’ennesimo fallimento della gestione Setti.

LEE 4 Ha sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare. Tutto. Anche le cose più banali, gli stop, i passaggi a due metri. Qua e là un paio di tiracci inutili. E anche lui sotto la doccia prima degli altri. Mah.

DI GAUDIO s.v.

HENDERSON s.v.

LARIBI s.v.

GROSSO/CARRETTA 4 Due pareggi e due sconfitte nelle ultime quattro partite, che facevo parte delle ultime otto da giocare come finalissime. La squadra rispecchia il suo allenatore. Monocorde, monotona, apatica e incapace di reagire nelle difficoltà. Ma d’altra parte, se alla vigilia di quello che è una sorta di spareggio, ti affanni a dire che non sei obbligato a vincere, quale messaggio pensi che possa arrivare alla tua squadra? E alla tifoseria? Al di la delle tante supercazzole e al netto di conferenze stampa tutte uguali, si sta delineando un fallimento clamoroso. Col Verona lontano anni luce dal secondo posto, e per nulla sicuro di arrivare ai play off, obiettivo minimo. Ma il problema sono quelli che criticano, che si permettono di fare domande, quelli che da inizio anno “rompono il cazzo”, come detto dal buon D’Amico, che dopo quella sfuriata senza senso, è tornato nell’anonimato. Giusto dietro il silenzio stampa si possono nascondere adesso.

LEGA SERIE B 4 Con tutta la serie B che gioca alle 21, eccezion fatta per una partita alle 18, considerato il fatto che quest’anno il Verona, in casa, ha praticamente sempre giocato di sera, scegliere questo orario il giorno di Pasquetta sembra una presa in giro. Una decisione che non ha logica e che si palesa in un Bentegodi semi deserto. Perché la volontà, dicono, è riportare la gente allo stadio. Geniali.

TIFOSI VERONA (PRESENTI ALLO STADIO) 10 Nonostante una società, una squadra, un allenatore che hanno creato una spaccatura con l’ambiente, nonostante una serie di partite dove i gialloblù sono stati presi a pallate, loro sono ancora lì. Il giorno di Pasquetta, a sorbirsi l’ennesima delusione, incassata con la solita irriverenza scanzonata. Bravi ad esserci stati. Anche se uno 0-3 di questo tipo, forse, dico forse, imporrebbe una presa di posizione diversa.

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