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IL PAGELLONE DI VERONA-TORINO

SILVESTRI 6.5 Forse si fa un po’ sorprendere sul primo gol di Ansaldi, ma è tutto da dimostrare. Probabilmente si aspettava il cross e invece l’esterno granata ha fatto partire un missile difficile da neutralizzare. Impeccabile in un paio di occasioni determinanti, una su tutte quella su Baselli. Riesce con le unghie a ipnotizzarlo e a salvarsi in angolo. Grande freddezza.

RRAHMANI 5.5 Terzo errore decisivo, nelle ultime tre partite, che scaturisce in un gol degli avversari. Dopo Roma e Atalanta, il colosso kosovaro si inceppa anche col Toro, in particolare in occasione del secondo gol granata quando Berenguer lo salta come un birillo prima di battere Silvestri. In generale non brillantissimo, speriamo che non siano le voci di mercato a destabilizzarlo.

KUMBULLA 5.5 Il rientro dell’italo-albanese, diventato pilastro fondamentale per la difesa di Juric, è tutt’altro che da ricordare. Anche perché davanti si trova una bestia come Zaza che, soprattutto fisicamente, gli fa venire i brividi lungo la schiena. Incerto per tutta la partita, migliora un pochino nei secondi 45 minuti, ma si vede che gli manca il ritmo. Normale, tra l’altro, visto quanto è rimasto fuori. Nel primo tempo rischia un patatrac con un retropassaggio scellerato a Silvestri…

GUNTER 6 E’ quello che soffre meno in tutta la retroguardia del Verona. Sebbene anche per lui non si una giornata indimenticabile, limita i danni con forza fisica, senza curarsi dell’estetica. E alla fine, la pagnotta se la porta a casa.

FARAONI 6 La cosa migliore della sua partita è l’assist che confeziona per il gol del 3-3 di Stepinski. Un tocco delizioso che il polacco non può proprio sbagliare. Per il resto, primo tempo di grande sofferenza al cospetto di Ansaldi. Costretto più che altro a difendere, gli riesce qualche chiusura decisiva, ma fatica a trovare lo spunto in avanti. Seconda frazione migliora, culminata con l’assist per Mariusz.

AMRABAT 6.5 Insieme a Silvestri l’unico che tenta di tenere a galla questo Verona fino ai primi minuti del secondo tempo. Con Veloso non ancora tornato al suo splendore, regge il peso del centrocampo. Ma è più nervoso del solito e questo un po’ lo condiziona, visto anche il giallo rimediato nella prima frazione per proteste. Esce dal campo solo perché una botta al fianco lo mette ko, altrimenti avrebbe continuato a lottare come un leone. Le voci di mercato sembrano non disturbarlo.

PAZZINI (dal 18′ s.t.) 7.5 Ah ma allora non è così bollito come qualcuno voleva far credere (non parlo di Juric).  Entra lui e la ribalta. Segna il rigore dell’1-3 e da una sua bordata, che finisce sul palo, nasce il gol di Verre del 2-3. Cosa si può volere di più da un giocatore che quest’anno non ha praticamente mai visto il campo e non si è mai lasciato andare a una polemica? Oh capitano, mio capitano…

VELOSO 6 Andamento lento per il portoghese, che non è mai stato un fulmine di guerra e che deve ancora ritrovare passo e ritmo partita dopo l’infortunio muscolare. La specialità della casa sono i calci piazzati, oggi non sempre efficaci. Eppure, sul finire del primo tempo va vicinissimo al gol direttamente da calcio d’angolo. Sirigu risponde con un miracolo.

LAZOVIC 5.5 Insomma, così così. Anche lui, come Faraoni, soffre maledettamente nel primo tempo le puntate di Aina, che è un vero “demonio”. In più di un’occasione gli va via, con una certa facilità. Nel secondo tempo avrebbe l’occasionissima per riscattare la sua partita, ma a due passi da Sirigu, dopo una bella azione personale, riesce a metterla larga. Lì è un po’ finita la sua gara.

ZACCAGNI 5 Un passo indietro rispetto alle ultime partite in cui aveva dimostrato di essere tornato sui livelli di inizio stagione. Poco ispirato nell’ultimo passaggio, pasticcia più di una volta col pallone e con la posizione in campo. Il campo pesante non lo aiuta, ma non può bastare come scusante. Juric lo lascia nello spogliatoio alla fine del primo tempo.

VERRE (dal 1′ s.t.) 7 Si vede fin da subito che ha un altro passo rispetto a Zaccagni e dimostra di aver gran voglia. Entra in tutte le azioni d’attacco di un Verona disperato, che però si aggrappa con le unghie alla partita. Veloce a ributtare in rete il pallone stampato sul palo da Pazzini per il 2-3. Il gol che ha ispirato veramente il miracolo dei gialloblù. Bravissimo

PESSINA 6 Inizia un po’ timidino, ma col passare dei minuti si scrolla di dosso l’apatia, su un campo pesante che non esalta le sue indubbie qualità tecniche nel tocco di palla. E’ un motorino che anche quando le cose non girano a meraviglia, riesce a restare sul pezzo soprattutto quando prende il posto di Amrabat in mezzo al campo.

DI CARMINE 5.5 Si impegna come sempre, corre, spintona, lotta, ma non è lucido sotto porto. Vero è che i compagni non lo ispirino nella maniera più adeguata alle sue caratteristiche

STEPINSKI (dal 1′ s.t.) 7 Imperdonabile l’occasione che getta al vento al 32′ quando tutto solo davanti a Sirigu non centra nemmeno lo specchio della porta. Un errore che avrebbe potuto ammazzarlo, ma che invece è stato bravissimo a mettersi alle spalle. Imbeccato da Pazzini è freddo davanti al portiere granata e mette dentro il gol del pareggio che scatena il delirio del Bentegodi. Bravo a non abbattersi, premiato per la tenacia.

JURIC 7 Cosa dire? La partita la cambiano i tre giocatori che mette dentro dalla panchina, tutti e tre in rete. Per carità, ci vuole anche un po’ di culo, ma soprattutto ci vuole la voglia di rischiare. E a lui, di certo non manca. Ammette di aver sbagliato a far giocare Zaccagni, quindi non è uno che ama auto incensarsi. Come detto più volte, è lui il vero fenomeno di questa squadra. La società, in questa fredda sessione di mercato, non gli smonti il giocattolo. In conferenza stampa, dopo la gara, lo ha detto: “adesso c’è comunione d’intenti. In futuro si vedrà”. Chi ha orecchie per intendere…

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