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UN’OFFICINA A SPINEA NEL 1957

Mi raccontava un amico di suo zio che, terminati i due anni di militare, nel 1957 voleva aprire un officina meccanica per le moto.
Andò dal segretario del proprio comune (Spinea) a chiedere cosa ci voleva per poterlo fare, ottenendo questa risposta: “Apri, lavora e ciapa schei!”
Non serviva nulla, nessuna pratica burocratica, nessun corso di formazione in Camera di commercio. Solo la voglia di lavorare e la capacità di intraprendere. Non significava che non ci fossero regole e controlli; non voleva dire che potevi fare un centro estetico al posto dell’officina. Ma era chiaro l’interesse comune: far partire subito una nuova attività economica.
Mi racconta oggi un altro amico, che ha un’autofficina a Vo’ euganeo, di aver dovuto frequentare – oltre a tutto il resto, oltre a pratiche e burocrazie infinite – perfino un corso di pronto soccorso e rianimazione perchè, si sa mai, se un cliente stramazza al suolo in officina, invece che chiamare la Croce Rossa, bisogna sapergli fare la respirzione bocca a bocca…Nemmeno in Unione Sovietica erano arrivati a tanto!
E’ chiaro perchè in quegli anni, successivi al 1957, la Lira vinceva l’Oscar, terminava la nostra massiccia emigrazione (iniziata cent’anni prima, dopo l’unità d’Italia…), lasciavamo la Pellagra nei campi ed esplodeva il tenore di vita dei veneti e degli italiani? E’ chiaro perchè oggi siamo in piena recessione? Bastasse cancellare l’art. 18! Abbiamo burocrati che programmano e falsi volontari pagati perfino per organizzare corsi di pronto soccorso a beneficio dei meccanici. E meccanici costretti a perdere tempo per frequentarli.
Si diceva ai tempi dell’Alfa Sud: sarebbe conveniente pagare gli operai e lasciarli a casa, evitando che vadano in fabbrica a pocurare danni ulteriori producendo quei catorci invendibili di auto. Oggi sarebbe il meno pagare stuoli di burocrati se almeno stessero a casa invece che impegnarsi ad ostacolare, a castrare, a inibire il lavoro e la produzione.
Questa mentalità burocratica, bizzantina, borbonica (scegliete il termine che più vi aggrada) ha permeato l’intero Paese. E’ il fulcro dell’impossibilità di governare. Ha contaminato perfino l’esecutivo dei bocconiani. Bocconiani così sgangherati da essere incapaci perfino di introdurre l’Imu in modo semplice, chiaro e praticabile. (Che abbiano bisogno di frequentare un corso di pronto soccorso fiscale?…)
Se ci pensate e tanto inverosimile quanto significativo. Vuoi, devi tornare a tassare le case? Se sai governare lo fai in modo semplice ed efficace. Invece Monti & c. si sono persi tra detrazioni, aliquote varibile a discrezione dei comuni, passaggio dai vani ai metri quadri, revisione degli estimi catastali. Credevano forse di avere a che fare con i tedeschi, la loro efficienza, il loro senso dello stato? Non hanno capito, i bocconiani, dove operano e con chi? Risultato: nemmeno capaci di mettere le mani in tasca agli italiani. Unica, magra, consolazione…
Spinea, Italia del 1957. La nostra Età dell’Oro perduta per sempre.

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