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PICCONARE LA LEGGE BASAGLIA

La prima reazione della Lega, di fronte al picconatore assassino di Milano, è stata una raccolta di firme contro lo Jus soli. Cosa c’entri la cittadinanza – data a uno straniero a 18 a 8 anni o appena nato – con un pazzo criminale libero di colpire lo sa solo Dio (e il furore ideologico leghista).
Se mai c’è da raccogliere firme contro la Basaglia. C’è da picconare questa legge che nel 1978 portò alla chiusura dei manicomi e che oggi, per ricaduta, ha portato ad eliminare anche gli ospedali psichiatrici giudiziari (quelli che un tempo si chiamavano manicomi criminali).
La prevenzione psichiatrica è materia quanto mai ardua. Come dimostrano ampiamente gli Stati Uniti dove ormai quotidianamente troviamo pazzi che sparano e uccidono. Pazzi di qualunque età, sesso e colore della pelle. Cittadini americano o immigrati clandestini.
Nessun Paese civile e di buon senso ha però mai pensato di abolire i manicomi o ospedali psichiatrici che dir si voglia: cioè quei luoghi di custodia che impediscano al pazzo acclarato di far del male a se e agli altri. Solo noi lo abbiamo fatto, buttando via il bambino con l’acqua sporca: c’erano manicomi con trattamento da lager? C’erano eccome. Quindi andavano “bonificati”, cioè andavano imposti e controllati trattamenti civili per i ricoverati. Invece abbiamo chiuso tutto, mandando in circolazione prima i pazzi e adesso anche i pazzi criminali.
La legge Basaglia parte da un presupposto terrificante nel suo dogmatismo ideologico: la malattia mentale non esiste, esiste solo un pregiudizio della cultura borghese nei confronti del “diverso”. Il quale deve invece diventare “uguale”, cioè va inserito nella società!
Malattia mentale abolita per legge. Tanto valeva abolire per legge anche le malattie fisiche che avremmo risolto il dramma dei tumori…
Nel caso di Mada Kabobo c’entra poi anche un’altra legge. Quella che consente ad un ghanese di arrivare in Italia e chiedere asilo politico. Di avere diritto a continuare a chiederlo anche dopo che ha devastato il centro accoglienza (e passato per questo sei mesi in carcere). Che, di fronte alla prima richiesta respinta, gli consente di presentare ricorso e nel frattempo girare liberamente per il territorio italiano in attesa della risposta definitiva.
Ma questa legge non l’hanno fatta i ghanesi né altri stranieri. L’ha fatta il legislatore italiano. L’hanno fatta – o non l’hanno comunque modificata – i governi a partecipazione leghista.

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