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BITONCI TOSI RENZI: FINE DEI PARTITI

Un dato è emerso netto dai ballottaggi di ieri: la fine dei partiti, la fine del radicamento dei partiti nel loro territorio storico. Ora contano solo gli uomini: da Massimo Bitonci, che ha trionfato a Padova, a Flavio Tosi il primo precedente a Verona, fino a Matteo Renzi.
Renzi ieri non era in campo e, quindici giorni dopo, si dissolve lo strepitoso 41% del Pd. I democratici, senza Renzi, tornano a zoppicare a diventano macchie di leopardo: vincono a Bergamo e Pavia, perdono a Padova, a Perugia, a Livorno. Perdono, per giunta, in queste tre ultime città roccaforti (Padova compresa) del centrosinistra. Città rosse. Mentre vincono nelle prime due, città tradizionalmente di centrodestra.
Bitonci, il leghista, trionfa nella Padova di Zanonato dove la Lega aveva fin’ora raccolto bricciole. Trionfa lasciando nell’armadio il simbolo del suo partito e dei partiti in genere. Trionfa come uomo delle liste civiche e batte Ivo Rossi anche nelle sezioni, nei quartieri padovani considerati rossi.
Il precedente storico, il suo modello, è il suo avversario nella corsa alla segreteria regionale della Lega, Flavio Tosi che già nel 2007 conquista Verona ( e la riconquista nel 2012) con la sua lista civica primo partito della città scaligera.
Entrambi raccolgono anche voti a sinistra. Così come Renzi li raccoglie al centrodestra e in area moderata.
Cos’è la destra, cos’è la sinistra? Si chiedeva Gaber vent’anni fa. Oggi sono un ricordo del passato, non più l’appartenenza dirimente del presente.
Se vogliamo aumenta anche il divario tra politiche nazionali e locali. Renzi parla di Europa da cambiare, di economia da rilanciare. Bitonci vince battendo sul tema della sicurezza (come Tosi). “Ripuliremo Padova” è stato il suo slogan vincente. Di lavoro ha parlato poco, di Europa nulla. Per Renzi il tema sicurezza è “desaparecido” dal suo programma, come i clandestini in arrivo montante: la sua matrice cattolica lo rende accogliente. Potrebbe essere il suo tallone d’Achille.
Ma intanto conta lui, conta Bitonci, contano gli uomini. Va a finire che i partiti diventano un handicap. Loro che, col proprio simbolo, erano erano la certezza fuori dalla quale non esisteva speranza per alcun candidato.
L’anno prossimo, per cercare la riconferma alla guida del Veneto, Luca Zaia non potrà che seguire il modello Tosi-Bitonci: si presenterà come il presidente dei cittadini e delle liste civiche, non certo della Lega. Al momento il suo competitor pare Alessandra Moretti, non certo donna del Pd, ma “premiére dame” veneta di Matteo Renzi.
Ieri si sono celebrati i funerali dei vecchi, già tanto cari e amati, partiti politici italiani.

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