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SENATORI, COSI’ FAN TUTTI

Capisco che la manfrina di quei senatori, i quali vorrebbero impedire la riforma del Senato, non appassioni. Ma va seguita perchè è emblematica dei giochi retorici che tutti mettiamo in atto per nascondere i nostri interessi particolari, il tornaconto individuale.
Si tenta di bloccare la riforma al grido “svolta autoritaria!”, “pericolo per la democrazia!”, “progetto degno di Licio Gelli e della P2!”. Svolta autoritaria in un Paese che ha abolito ogni autorità?! Dove l’autorità, cioè il comando, non esiste più nella scuola, negli ospedali, nella pubblica amministrazione, nemmeno nelle Forza armate? Nemmeno nella famiglia, dove vige ormai genitore1 e genitore2, cioè pari e patta.
Altro che deriva autoritaria, il pericolo è la deriva anarchica dove – nell’impossibilità di esercitare la funzione di governo – prevale ormai solo la difesa accanita di interessi e privilegi particolari.
Ammantandosi dietro la difesa della democrazia, i senatori difendono lo status quo. Cioè quel bicameralismo perfetto che significa impossibilità di governare e potere di veto per ogni parlamentare che può così avere un ruolo, e magari interpretarlo a favore delle varie lobbiette. Mai a favore dell’interesse generale che dovrebbe essere il compito e il dovere primario degli eletti dal popolo.
Ma, appunto, così fan tutti. Sfoggiando l’identico meccanismo retorico.
Noi giornalisti ci battiamo per “un’informazione libera e indipendente!”. Tanto libera ed indipendente da rifiutarci di timbrare il cartellino. Cioè di verificare quanto lavoriamo ogni giorno per un obiettivo così nobile…
Tali e quali i magistrati che, in nome della sacra indipendenza dal potere politico, rifiutano qualunque controllo di produttività. Come se appurare quante ore stanno in tribunale e quanti fascicoli sfogliano, significasse indurli a condannare o assolvere gli indagati…
E i sindacati che si battono con coraggio e fierezza “a tutela dei diritti dei lavoratori!”. Quali diritti e quali lavoratori? I diritti dei sindacalisti stessi ai permessi e ai distacchi?…
E i docenti in lotta continua per “migliorare la pubblica istruzione”? Poi magari promuovono (dati del ministero) il 99,2% dei partecipanti all’ultimo esame di maturità, distruggendo così la pubblica istruzione E allora si capisce che potrebbero anche starsene a casa e risparmiasi l’oneroso impegno delle 18 orette settimanali in cattedra…
Così fan tutti. In un Paese dove il premier va in giro con le scarpe da tennis tricolori, certo di suscitare lo stesso appassionato interesse che dai media fu riservato al loden di Mario Monti. (Gli viene mica il dubbio che, passata la luna di miele, rischia di fare la stessa fine?)

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