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E LA TRUFFA VA IN CATTEDRA

La Corte di giustizia europea ordina di assumere i 250 mila precari della scuola. E il Corriere ne intervista una: Adele Sammarco di Cosenza.
Laureata a pieni voti, precaria da vent’anni, era convinta di avere tutte le carte in regola per vincere l’ultimo concorso. “Invece – racconta – mi sono passati avanti colleghi con punti di invalidità. Finti invalidi, che ho denunciato, ma invano: è una prassi molto diffusa al Sud…”
Mettiamo in cattedra dei truffatori. Serviranno ad insegnare ai ragazzi la loro specializzazione: come imbrogliare. Forse la materia più utile per fare strada oggi nel nostro Paese…
Credete che questa denuncia servirà ad aprire un’indagine per verificare quanti sono finiti in cattedra grazie al punteggio da falsi invalidi? A cacciarli a pedate, radiando dall’ordine i medici compiacenti? Dovremmo essere ciò che non siamo: un Paese serio.
Lo fossimo capiremmo che il precariato non è una tragedia ma una opportunità per migliorare la qualità della scuola: tieni gli aspiranti docenti in prova per alcuni anni, assumi quelli che hanno dimostrato capacità didattiche, destini gli altri alla ricerca di un lavoro diverso.
Semplice. Ma, come cantava tanti anni fa Caterina Caselli “nessuno mi può giudicare”. Chi osa giudicare gli aspiranti docenti e distinguere il grano dal loglio? Nessuno.
E allora avanti con la scuola ridotta ad agenzia per l’impiego dei precari (sistemiamoci anche quelli dei call center). Avanti con le assunzioni ope legis, i concorsi taroccati e adesso anche le ingiunzioni europee. Avanti con i truffatori in cattedra. I margini di peggioramento non mancano mai.

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