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CHE GOVERNINO I MAGISTRATI

Tanto vale metterci l’associazione nazionali magistrati alla guida del Paese, che così risparmiamo la spesa per elezioni del tutto inutili.

Comunque si giudichi la politica dell’immigrazione messa in atto da Salvini – anche nefanda e disumana – dovrebbe essere chiaro – se esistesse la separazione tra i poteri – che la scelta spetta al governo interprete della sovranità popolare. Non al procuratore di Agrigento né ad un qualunque vincitore di concorso pubblico in magistratura.

Ma questa regola elementare della democrazia è archiviata fin dai tempi di tangentopoli quando lo storico procuratore capo di Milano, Saverio Borrelli, si disse pronto a sacrificarsi e ricevere dall’allora presidente Scalfaro l’incarico di formare un governo di salute pubblica…

Salvini è accusato di sequestro di persona per aver cercato di impedire lo sbarco incontrollato dei migranti dalla Diciotti. Che l’esimio procuratore Luigi Patronaggio si allarghi e denunci per sequestro di persona anche gli Stati Uniti che, per decenni, hanno tenuto in quarantena i migranti italiani per appurare il loro stato di salute e il diritto ad entrare o meno nel proprio territorio nazionale.

Oggi non c’è cittadino che non concordi sul fatto che i controlli vadano fatti, e possano entrare nel nostro Paese solo i profughi veri; non i clandestini come propugnano le elite e l’establishment nostrani. Mai prima d’ora, grazie a Salvini, si era rilevato una frattura così completa tra popolo, comune sentire, ed establishment.

Tornando ai magistrati, con inchieste, più o meno discutibili ne dicam farlocche, hanno fatto cadere prima Berlusconi e poi Matteo Renzi. Manderanno a casa anche Salvini? Nel qual caso la soluzione e quella da cui siamo partiti: si assumano loro, le toghe, la responsabilità di governare il nostro Paese. Che noi cittadini siamo stanchi di andare alle urne per niente.

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