Come cantava tanti anni fa Enzo Jannacci: “Ho visto un Re!”. E credo che dovrebbe vederlo chiunque non neghi una realtà per quanto possa risultargli spiacevole: Matteo Salvini è il Re d’Italia. Anzi, il primo Re d’Italia. Perché nessun leader politico prima di lui era mai riuscito a riunificare il Paese con il consenso, con il voto.
Se ci pensate ha dell’incredibile che la Lega – che fino a ieri si chiamava Lega Nord e irrideva ai terroni – oggi con lui alla guida prenda più del 19% del voto dei terroni della Basilicata; ad un pelo da diventare il primo partito dato che il tracollo dei 5 Stelle si è fermato appena sopra il 20%. Dovunque si voti la Lega di Salvini sbanca.
Lui, da politico scafato, punta sul Pd e dice: “7 a 0!”. Certo il Pd in Basilicata tutto è fuorchè risorto; ma la debacle ripetuta e al momento irreversibile è quella dei grillini. Tant’è che è subito scoppiata la rivolta al loro interno.
Degli alleati di governo Salvini non parla, perché gli andrebbe alla grande continuare con loro e proseguire così di successo in successo. Ma i primi che hanno interesse a mollare questo governo giallo-verde sono proprio i 5 Stelle se non vogliono precipitare nel baratro dell’inconsistenza elettorale.
Paradosso della politica. Chi invece tifa perché questo governo non cada è il Pd, che così può puntare (e sperare) di monopolizzare il voto di tutta l’opposizione. Mentre, se i 5 Stelle mollassero il governo e passassero all’apposizione, il Pd si ritroverebbe con un temibile concorrente. Elementare Watson.
Ultima notazione. Non è chiaro che senso abbia continuare a parlare di centrodestra. Quando anche la Basilicata conferma che Forza Italia e Fratelli d’Italia sono massimo un ruotino di scorta della Papamobile del nuovo Re d’Italia.
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