La sintesi perfetta della sfida che oggi ha davanti chiunque lavori – da imprenditore, in proprio o da dipendente – non ci arriva dal ministero dell’Economia, dalla Normale di Pisa (per dire il top delle nostre università) né dalle articolesse di illustri economisti. No. Ci arriva da Susi e Cinzia.
Susi e Cinzia sono due sorelle socie di un centro estetico che ha festeggiato i 25 anni di attività e, in quell’occasione, hanno ribadito anche ai microfoni di Telenuovo quale sia la loro parola d’ordine: “O mi formo o mi fermo”. Sintesi perfetta della nuova realtà dell’economia e del mercato del lavoro: o innovo i prodotti, i servizi, la mia formazione professionale o mi fermo. E sono perduto.
Lo hanno capito due sorelle estetiste. Si sono permessi di non capirlo (con l’avvallo del Consiglio di Stato) i docenti del politecnico di Milano, rifiutando di “formarsi” alla lingua inglese con la quale tenere le lezioni.
Che sia perché le due estetiste lavorano nel privato, quotidianamente a confronto con il mercato dei servizi alla persona, mentre gli illustri cattedratici fingono di lavorare nella pubblica istruzione?
Direi di sì se penso che qualche mese fa, quando sono andato nel mio comune a rinnovare la carta d’identità, me l’hanno data ancora cartacea perché, mi hanno spiegato, non erano “formati” a rilasciare quella elettronica. Ed è così nella larga maggioranza dei comuni. Mentre, non dico le banche, ma non c’è negozio che non dia a tutti i suoi clienti la carta fedeltà elettronica…
Il privato vive nella realtà e quindi, se vuole festeggiare i 25 anni di attività in proprio o di lavoro dipendente, sa che deve formarsi. Vale anche e perfino nel (privilegiato) mondo dell’informazione dove giornalisti televisivi e della carta stampata hanno dovuto “formarsi” all’uso dei computer, per montare i servizi o per impaginare gli articoli. Non posso verificarlo, ma sono pronto a scommettere che in Rai invece ci sono ancora i tecnici addetti al montaggio dei servizi…
Perchè il pubblico, contrariamente al privato, vive nell’empireo dell’assistenzialismo e del posto fisso garantito a prescindere, il conto coi conti non lo fa mai, e quindi può tranquillamente stare fermo.
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