E’ opinione diffusa che con l’accoglienza ai migranti si facciano affari d’oro. Un po’ come con i furbetti del cartellino: basta piazzare una telecamera davanti ad un qualunque ufficio pubblici e li becchi. Così basta un’indagine accurata su come utilizzano i fondi quelli che gestiscono i migranti, nei centri o con l’accoglienza diffusa, a becchi pure loro.
L’ultimo esempio arriva dalla zona a Sud di Latina, dove l’indagine sui alcuni centri di accoglienza si è conclusa con 6 arresti. Tra questi Luca Macaro, che utilizzava i fondi dati dalla prefettura in tre modi: primo, per garantirsi uno stipendio di 4 milioni di euro in due anni; secondo per elargire alla madre 300 mila euro per pulizie mai effettuate; terzo per pagare, sempre coi fondi pro migranti, anche i 2.550 euro del sontuoso banchetto per il battesimo del figlio.
La punta di un iceberg che, magari con picchi meno elevati, rischia di essere diffuso dovunque. Per un semplice motivo: le prefetture che elargiscono i fondi non hanno neanche lontanamente il personale che servirebbe per controllare quotidianamente come vengono impiega i fondi stessi; i famosi 35 euro al giorno.
E, senza controlli, sappiamo che la tentazione rende l’uomo ladro. Quindi tutti noi (o quasi) saremmo tentati di fare come Luca Macaro, cioè di metterci anzitutto i soldi in tasca.
L’altra faccia della stessa medaglia riguarda i migranti. Pura illusione quella di trovare nel nostro Paese migliori condizioni economiche di vita. Forse in altri Paesi, ma nel nostro no. Qui finiscono sfruttati a pochi euro l’ora in agricoltura o indotti ad attività criminali per guadagnare. Non che questo li giustifichi, ma è la realtà.
Conosco vari migranti arrivati dall’Est al crollo del comunismo. Nei loro Paesi erano ingegneri, professori, dirigenti; avevano un ruolo sociale gratificante. Qui sono ridotti a fare i muratori, le colf, le badanti. Nel rapporto tra stipendio, costo della vita e ruolo sociale, stavano meglio a casa loro. Ma sono stati costretti ad abbandonarla. Appena un Paese dell’Est si riprende, come la Polonia, di badanti polacche qui non ne trovi più una; le signore comprensibilmente sono tornate a casa.
Quindi non siamo affatto il Paese del Bengodi per i migranti economici che sperano di trovare migliori condizioni di vita. Gli affari d’oro li fa solo chi li gestisce, sia con l’accoglienza che dando un lavoro o un lavoretto. Loro sono solo lo strumento per guadagni illeciti di noi italiani.
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