Governa “la banda degli onesti”, non solo con l’esecutivo giallo-verde: da sempre, è la caratteristica fondativa della nostra Repubblica.
“La banda degli onesti” è uno splendido film del 1956 che sancì il successo della coppia Totò-Peppino De Filippi: tre amici entrano casualmente in possesso dei cliché e della carta filigrana dell’Istituto Poligrafico dello Stato e pensano di costruirsi un radioso futuro economico stampando banconote false nella cantina del loro condominio.
Angelo Panebianco sul Corriere ha evocato questo film osservando che i nostri governi hanno fatto e fanno la stessa cosa: continuano cioè ad accumulare debito pubblico – che è come stampare banconote false – puntando così a conquistare il consenso degli elettori.
Lo fecero nella Prima Repubblica con quell’autentico macigno sul sistema pensionistico che furono le baby pensioni (continuiamo a pagarne centinaia di migliaia); e la Fornero fu solo l’inevitabile tentativo di riparare al danno provocato dagli spacciatori di pensioni “false”, cioè senza contributi versati.
E poi arriviamo ai giorni nostri con gli 80 euro di Renzi fino a quota 100 della Lega e reddito di cittadinanza dei 5 Stelle.
Nel film i tre amici alla fine non osarono spenderne nemmeno una di banconota falsa. I nostri governi invece tirano dritto verso il baratro finanziario.
Tant’è che il vero motivo dello scontro con l’Ue, il cosiddetto sovranismo o nazionalismo alla Salvini, condivisi anche da Di Maio, ha un unico obiettivo: rifiutare i vincoli europei e poter continuare a fare debito, cioè a stampare banconote false per cercare di comprarsi il consenso degli elettori. (I quali, alla fine, di certo incassano ma non è detto che ripaghino nell’urna…)
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