L’ultimo dato di Confindustria sul crollo dei consumi mi ha ricordato Maria Antonietta quando diceva rivolta al popolo affamato di Parigi: “Non c’è pane? Dategli brioches!”
Secondo l’associazione degli imprenditori anche il popolo italiano del 2013 sarebbe ridotto così male da non potersi più permettere nemmeno di comprare il pane e la pasta. Allarme: crollano perfino gli acquisti dei beni primari!
Peccato che il popolo – cioè la generalità dei cittadini, fatti salvi i poveri veri che pure ci sono – possa permettersi le brioches, ossia le insalatine prelavate e confezionate in busta dei supermercati. Che costano tre volte la pasta: meno di 50 cent. il mezzo chilo di pasta, 1 euro e 20-1 e 30 la bustina con un paio d’etti di insalata. Con la pasta puoi mangiare per tre giorni, l’insalatina la consumi con un pasto.
Dopo l’allarme di Confindustria, ripreso dai media, una nostra giornalista è andata dai fornai a intervistare sia i panettieri che i loro clienti. I primi confermavano: si vende meno pane. I secondi spiegavano: carboidrati? Ma siamo matti! Bisogna stare a dieta per calare la pancia e mettere il costume, in questi mesi tutti ci dicono che si deve mangiare soprattutto frutta e verdura!
Prodotti che, appunto, costano come il pane (in effetti piuttosto caro) e molto più della pasta.
Questo per dire quanto sia stupido ( e controproducente) il catastrofismo di chi arriva a dipingerci come un popolo di affamati ridotti ad acqua (del sindaco) e senza nemmeno il pane. Quando invece possiamo ancora permetterci le brioches. E stiamo regolarmente intasando le autostrade verso il mare, i monti, il lago.
Ripeto. Non che non ci sia la crisi, che investe soprattutto il mondo dei dipendenti privati e degli autonomi. Ma ci sono gli ammortizzatori sociali, i risparmi, il tessuto famigliare. Che fretta c’è di dipingerci alla fame? Minimo aspettiamo che arrivi sul serio. Cosa ottengono Confindustria e certi media a deprimerci prima del tempo? Autolesionismo puro.
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