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RAZZISTI SI NASCE, CIVILI (FORSE) SI DIVENTA

 

 

Abdul trucidato in quel modo a Milano, la sua pelle nera, le accuse di razzismo (come sempre) rivolte ai veneti e al Veneto, l’Unità (fondata da Antonio Gramsci, diretta da Concita De Gregorio) arriva ora a raccontarci che a Treviso agisce il Ku-Klus-Klan contro i neri e gli islamici. Sono questioni troppo serie per essere trattate in modo sciocco e superficiale. Vediamo se riusciamo ad essere meno banali partendo da un postulato, guardandoci allo specchio: siamo tutti razzisti; razzisti si nasce, civili (forse) si diventa.

Per natura, se lasciamo prevalere i nostri istinti, siamo tutti aggressivi, violenti, razzisti. L’uomo non è il “buon selvaggio” di cui parlava Rousseau, che viene poi corrotto dalla società e dall’educazione o dalla politica (a seconda se diventi leghista o rifondarolo, che compri Libero o L’Unità). Al contrario, come spiegava Thomas Hobbes, in natura c’è l’”homo homini lupus” e solo le leggi, lo Stato, l’educazione e la cultura riescono a mettergli la museruola; cioè a renderlo civile o meno incivile (anche se la natura barbara e violenta resta sempre latente)

Conta la vicenda, l’educazione, l’esperienza personali; e, quando parliamo di Veneto e di veneti, conta la storia. Se mai si decidessero ad insegnarla a scuola, la storia del Veneto, si saprebbe che La Serenissima è stata per dieci secoli la regina del Mediterraneo perchè commerciava ed aveva relazioni con tutti: mussulmani, ebrei, ortodossi, cattolici, gialli, neri; il Moro di Venezia, l’Otello di Shakespeare, era uno dei suoi comandanti supremi ed era di colore. La Serenissima non poteva permettersi di essere razzista per uno dei motivi più pregnanti: per non compromettere il suo sviluppo economico. Ed i veneti per dieci secoli sono stati educati al vantaggio dei rapporti con il “diverso”. Poi è arrivato l’Impero asburgico, crogiulo di popoli, tutt’ora unico esempio serio di federalismo europeo. E’ vero che nell’ultimo secolo e mezzo i veneti hanno subito il rigurgito della barbarie nazionalista e unitaria, ma oso pensare che siano stati corrotti solo in superfice!…Al di là delle battute: una regione che ha avuto la storia del Veneto è, proprio per motivi storici, più aperta, se volete meno razzista, di una regione come la Basilicata o la Savoia. Una città come Verona, terra di relazioni per collocazione geografica, con una storia di sede papale ed imperiale, ha una frequentazione con i “diversi” che l’ha più immunizzata dalle reazioni xenofobe e razziste. Lo stesso vale per Padova sede di una delle più antiche università d’Europa, che da secoli comporta incontri e conoscenze tra maestri e discepoli di mezzo mondo.

Dopo di che anche la storia, l’educazione, la civilizzazione possono fino ad un certo punto. Perchè l’istinto dell’uomo resta quello del lupo, con la violenza e il razzismo latenti e pronti ad esplodere. L’esempio che faccio spesso è quello di Michele Serra: quando una decina d’anni fa una banda di immigrati fece razzia nella sua casa sulle colline emiliane, scrisse un pezzo su Repubblica che trasudava odio razziale contro i magrebini. Ma il problema non è accusare Serra di essere diventato razzista: il problema è di evitare che vadano a rubargli in casa, aiutandolo così a tenere sotto controllo il lupo che tende a riemergere in lui come in tutti noi.

E, se qualche volta il lupo scappa di mano perfino a Michele Serra, figuriamoci cosa succede a due farabutti come quelli del furgone-bar di Milano che si sentono irrisi da un gruppo di ragazzotti – per giunta di colore – che credono di poter prendere i dolcetti senza pagarglieli. Scrivo per giunta perchè sono convinto, come Santo (ex Ultimo), che il colore della pelle abbia pesato: che sia stata benzina sul fuoco della violenza che esplodeva. Però non facciamo confusione tra la bestia del razzismo che prende il sopravvento in un individuo e le “campagne razziste orchestrate”: solo il delirio, solo un desiderio inconfessato, può spingerci a vedere il Ku-Klus-Klan in azione a Treviso e in Veneto.

Le campagne razziste le ha orchestrare il nazismo contro gli ebrei (e non solo), le ha orchestrate il comunismo stalinista contro i cosacchi (e non solo); le ha delineate ed attuate con pesantissime discriminazioni (non con stermini) il fascismo delle leggi razziali. Siamo seri: vi pare che Gentilini, vi pare che Maroni orchestrino?…

Se siamo convinti, se condividete il postulato da cui sono partito (il razzismo c’è e resta latente in ciascuno di noi) allora cambia completamente tutta la prospettiva. La prima preoccupazione, la più seria, diventa evitare le cause che possono scatenarlo, farlo riemergere. Quando in poco tempo arrivano milioni di stranieri, e per giunta in maniera “disordinata” (non come in Svizzera, non come in Germania); quando le cifre dimostrano l’incidenza di questi stranieri sulla criminalità; quando i più bassi livelli retributivi del mercato del lavoro crollano ulteriormente, perchè i datori di lavoro ci sguazzano in questa super offerta di manodopera; quando succede tutto quello che è successo nel nostro Paese è molto più probabile che esplodano le reazioni razziste. Ma allora chi sono i fomentatori (consapevoli o meno) di questi rigurgiti razzisti: quelli che invocano legge ed ordine e chiedono un giro di vite, o quelli che vogliono lasciare le porte spalancate per continuare ad accogliere tutti? Chi ci aiuta a tenere il lupo a museruola e chi lo aizza a scatenarsi?




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