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COME DIVENTARE ISLAMICI MODERATI

Dopo la strage del terrorismo islamico a Parigi, lo speciale Virus di ieri sera su Rai 2 ha ospitato due interventi che, in particolare, hanno fornito la dimensione di quanto enorme sia il pericolo.
Un giornalista di Liberatiòn, quotidiano della sinistra francese, sottolineava come fin’ora i terroristi avevano colpito obiettivi precisi – Charlie Hebdo, il negozio ebraico – mentre ora hanno ammazzato a caso, chiunque capitava in strada, al bar, al ristorante, al Bataclan, allo stadio. Quindi siamo tutti a rischio.
Il giornalista Rai Antonio Di Bella spiegava inoltre che oggi il primo traffico in Turchia è quello dei passaporti falsi. Particolarmente ricercato il falso documento siriano che ti garantisce l’immagine immacolata del profugo autentico, che è un dovere accogliere. E così in Europa entra chiunque; i controlli alle frontiere sono un’utopia.
Non so se esistano o no gli islamici moderati. La storia insegna però come – in ogni caso – si diventa tutti moderati: quando ti hanno sconfitto definitivamente. Dopo la distruzione completa del nazismo, con Dresda e altre città letteralmente rase al suolo, tutti i tedeschi sono diventati moderati. Più che moderati anche i giapponesi, dopo le bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. Per non parlare di noi italiani diventati tutti improvvisamente antifascisti da fascisti che eravamo…
Quindi la cosa certa è che, per difenderci, dobbiamo mettere in campo una violenza militare pari ed anzi superiore (come fortunatamente consente la tecnologia occidentale) a quella dei terroristi islamici. Il Califfato va raso al suolo. Hollande è partito col piede giusto andando a bombardare Raqqa, la capitale dell’Isis in Siria. Deve essere solo l’inizio.
Se invece pensiamo che bastino le magliette con scritto “je suis Paris”, se pensiamo che basti spegnere per cinque minuti le luci del Colosseo ed esprimere tutto il dolore per le vittime, allora siamo finiti. Destinati a diventare ciò che profetizzò la Fallaci.
E per distruggere l’Isis serve un alleato indispensabile: la Russia di Putin che, come dimostrato in Cecenia, può usare i metodi più brutali senza avere un’opinione pubblica “umanitaria” che insorge…
Speriamo che Obama l’abbia capito.

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