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UN ABBRACCIO AFFETTUOSO A CAMPANHOLI MA NON SERVE UN ALTRO REGISTA

E’ davvero tremenda a volte la vita. Vien da dire dispettosa. Sì perchè se hai la sfiga di nascere dalla parte sbagliata del mondo, quella povera, e lì rimani fino alla fine dei tuoi giorni, vivi male ma mai saprai cosa avrebbe significato avere una vita migliore. Felipe Campanholi invece, nato in Brasile, era riuscito, coltivando la sua passione e il suo grande talento per il calcio, ad intraprendere la strada verso la fortuna, verso un’esistenza tenuta in piedi da quel che più amava fare nella vita: tirare calci al pallone, divertirsi, far divertire. E la stoffa ce l’ha davvero questo ragazzo: non solo dal punto di vista tecnico. Felipe ha anche testa, temperamento, voglia di impegnarsi, di non lasciare mai niente al caso. Non fosse stato così Sabatini non l’avrebbe certo fatto partire titolare contro il Ravenna, mettendolo in cabina di regia in una partita da vincere per forza per non precipitare di nuovo in una crisi.

Purtroppo si è trattato solo di un "assaggio". Un’anomalia al cuore, di cui ancora non si sa di più, lo porterà via per sempre dalla società biancoscudata e la vita migliore che sognava, perlomeno in Italia, non si potrà realizzare. Chissà quante lacrime ha versato in questi ultimi giorni, quando i medici si sono accorti che qualcosa non andava e lo hanno sottoposto agli approfondimenti del caso. Felipe è stato un grande campione anche nel sopportare in silenzio il suo dramma, a tenere tutto nascosto: per questo, ora che la verità è venuta a galla, merita un abbraccio ancora più forte da parte di tutta la piazza. La speranza che ciascun tifoso nutre in cuor suo è quella che, dopo avergli chiuso in faccia con così tanta violenza questo portone e avergli teso un tranello così crudele, il destino abbia in serbo per lui un’altra opportunità, magari nel calcio estero e che il ragazzo non sia costretto a tornarsene a casa, in Brasile, smettendo di giocare. Mi auguro che il Padova si adoperi con tutto se stesso per procurargli una sistemazione che gli faccia tornare quel raggiante sorriso che sempre lo ha contraddistinto.

Dopo il doveroso saluto a Felipe, passo a parlare di mercato e lo faccio tirando un po’ le orecchie a una persona che sicuramente per il Padova e per Padova ha fatto tantissimo ma che ogni tanto, per troppo istinto e per troppa generosità, si lascia andare ad alcune uscite infelici: il presidente Cestaro. 

Ieri è stato presentato William Jidayi, prelevato dal Sassuolo: si tratta di un centrocampista incontrista, forte fisicamente e bravo nel gioco aereo. Insomma, un elemento di cui il Padova più che mai aveva bisogno lì nel mezzo e che giustamente il direttore sportivo Mauro Meluso ha inserito tra le priorità. Credo che a centrocampo ora la squadra sia a posto: è vero che purtroppo è venuto meno l’apporto di Campanholi, ma per il ruolo di regista ci sono Pederzoli, Gentile, anche Lewandowski può ricoprire questa posizione, perfino Jidayi, all’occorrenza, è in grado di fare il play davanti alla difesa. Non capisco allora perchè il presidente si ostini a dire "compreremo un altro regista", bocciando di fatto l’operato fin qui svolto da Pederzoli. Non è la prima volta che succede che Cestaro sconfessa pubblicamente un proprio tesserato, parlando magari sull’onda di un paio di prestazioni non del tutto positive, dicendosi pronto a riaprire il portafogli per portare a casa un altro elemento "di valore" in quel ruolo. Due sono gli ordini di errori in cui, a mio avviso il presidente cade, seppur in buona fede: 1) critica pubblicamente un giocatore e non dovrebbe farlo, anche perchè rischia di comprometterne il rendimento soprattutto dal punto di vista della motivazione e dell’equilibrio. 2) fa un lavoro che non è il suo: ovvero passa davanti a direttore sportivo e tecnico decidendo lui cosa è bene per la squadra ed esautorando di fatto i responsabili dell’area tecnica, che perdono così di autorità. E creando, di conseguenza, un po’ di scompiglio.

Secondo me un altro regista non serve: certo Pederzoli non è un piè veloce, ma è uno che quando ha il pallone tra i piedi ha nel novantanove per cento dei casi (e non è poco per la serie C) l’idea giusta. Forse, con le dovute proporzioni, è un po’ come Pirlo, che ha una grande visione di gioco ma che, essendo appunto un po’ lento, ha bisogno di un Gattuso di fianco. Be’ adesso il Padova il Gattuso che serviva ce l’ha ed è Jidayi. Meglio concentrare le energie nel trovare un difensore che prenda il posto di Giovannini. Di un regista non c’è davvero bisogno.

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