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LA CURA FOSCARINI

La vittoria di Ascoli ci ha regalato la prima certezza sul periodo passato dal Padova negli ultimi mesi: mancava serenità, mancavano quel minimo di certezze che, messe in campo oggi, hanno permesso ai giocatori di uscire dal match  con i tre punti in tasca e con la consapevolezza di non essere poi così brocchi come erano stati dipinti.

Le colpe non stanno mai tutte da una parte, ma è evidente ormai che Bisoli non era più l’uomo giusto per il Padova. E che i problemi, scoperchiati in malo modo lunedì scorso con quel litigio furibondo tra l’ex allenatore, il suo vice e Pinzi (sostenuto da Della Rocca e Guidone), si trascinavano da un pezzo.

Il merito di Claudio Foscarini è stato quello di restituire innanzitutto fiducia ad un gruppo che l’aveva persa. Foscarini non è un tipo da urla e strepiti, ma sa farsi ascoltare e ha una propria forte autorevolezza. Lo ricordavo a Cittadella quando ai gol di Iunco e Ardemagni che facevano esplodere i tifosi lui non esultava mai, passeggiando davanti alla panchina come se il fatto non lo riguardasse. L’ho ritrovato oggi ad Ascoli esattamente così. Quel che ci voleva per far rialzare la testa ad una squadra che forse adesso è più convinta di riuscire a mettere, a fine anno, dietro di sé almeno 4 squadre.

Non siamo da playoff e nemmeno da Champions come ha scritto simpaticamente oggi in trasmissione qualche tifoso biancoscudato rigenerato dalla vittoria in terra marchigiana. Ma non siamo neanche così “strassi” come volevano farci credere. Ora i giocatori devono far durare nel tempo la voglia di rivalsa mostrata oggi: troppo facile tirarla fuori alla prima del nuovo allenatore, la bravura sarà mantenerla forte e alta anche in futuro.

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