Il copione che si ripete da un po’ di tempo a questa parte è sempre lo stesso. Ed è tristissimo davvero perché il tifoso del Padova si illude ogni volta che al vantaggio iniziale dei biancoscudati possa seguire un risultato positivo e invece va a finire sempre peggio. A Cosenza si è preso gol al 93′, col Palermo sono bastati due minuti a metà ripresa per vedere un 1-1 che sarebbe stato preziosissimo visto che si affrontava la capolista trasformarsi in un 1-3 senza storia.
E siamo così arrivati alla terza sconfitta di fila da quando sulla panchina siede Claudio Foscarini. Foscarini che, va detto con forza, è l’ultimo dei responsabili perché ha ereditato una squadra che non ha costruito e con diversi problemi da risolvere anche dal punto di vista dello spogliatoio.
Purtroppo la qualità (non dei singoli componenti della rosa ma della rosa nel suo complesso) è quella che è. L’assemblaggio non è stato vincente per nulla. A gennaio si cercherà di porre rimedio a questa cosa attraverso un mercato che inserisca esperienza soprattutto. Nel frattempo però i giocatori devono mettersi in testa che urge un cambio di rotta. E di mentalità. Quando in qualche modo si riesce a portarsi in vantaggio non si può gettare tutto alle ortiche ogni volta. Non si può ogni volta disputare un buon primo tempo e crollare nella ripresa. Non si può non mostrare la benché minima reazione di fronte alle difficoltà. Da qui a gennaio bisognerà pur ricominciare a fare punti e mancano ancora tre partite. Lecce, Benevento e Livorno non faranno sconti. Ma il Padova può senz’altro fare meglio di quel che ha fatto fino ad oggi cercando di non buttare via le cose buone che riesce a fare.
Il salto di qualità deve essere soprattutto mentale. Non si deve mollare. Mai. Questo atteggiamento servirà anche dopo il mercato di rafforzamento. Altrimenti sarà stato inutile pure quello.
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