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LA CONTINUITA’

“Quando non riesci a vincere il pareggio è un risultato che ti devi tenere stretto”. La frase che Germano ha pronunciato alla fine dell’intervista al nostro Andrea Moretto ieri sembra la classica banalità del pallone. In realtà è il succo del cammino fin qui svolto dal Padova. Le prime tre vittorie hanno risvegliato nel tifo un entusiasmo che la retrocessione di maggio aveva schiacciato e spento. Ma il pareggio di ieri è da considerare, come si dice in gergo, “tanta roba” e non certo un mezzo passo indietro.

La sfida col Carpi è stata la prima di un certo spessore (con questo però non voglio dire che è stato facile vincere le altre tre: ogni vittoria porta con sé una prestazione, del sacrificio e tanto impegno per portarla a casa) e che sia finita 0-0 non oscura quel che i biancoscudati hanno messo in campo per cercare di farla propria. Anzi. Il Carpi è partito meglio, poteva portarsi in vantaggio all’inizio ma poi il Padova ha fallito un calcio di rigore e si è pure procurato, prima del penalty, un’occasionissima sull’asse Ronaldo-Germano. Gli uomini di Sullo poi fino al 95′ hanno provato a trovare il guizzo da tre punti (il tiro di Baraye parato da Nobile, il colpo di testa di Soleri alto sopra la traversa) mentre gli avversari ad un certo punto hanno tirato i remi in barca. Questo è quel che deve restare della partita di ieri, ovvero lo sforzo di volerla fare propria fino all’ultimo secondo. Non lo 0-0 in sé e per sé.

Il punto va tenuto assolutamente stretto e apprezzato. Anche perché ha permesso ai biancoscudati di rimanere primi in classifica, seppur insieme alla Reggiana. Non è male alla quarta giornata continuare a guardare tutti dall’alto, anche se alla fine del cammino manca ancora un’eternità.

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